Qualche anno fa c’erano migliaia di persone che, accomunati da una storia, una religione ed un sogno, seguirono fiduciosi il loro leader; attraversarono territori ostili, affrontarono le forze umane e quelle della natura, sempre uniti, spinti e incoraggiati dal comune sogno della terra promessa. La storia ricorda queste persone come il popolo di Mosè.
Popolo. Pur non avendo una nazione e dei confini, oggi li ricordiamo così
Per la legge (ma non per la storia) esiste il popolo italiano, è questo il senso di tutto il discorso, il termine popolo è stato deprezzato giuridicamente in un insieme di cittadini che vivono all’interno dei confini italiani.
Ma esiste il popolo italiano nella realtà?
Oggi sono in molti a chiedersi come possa un peschereccio di Agrigento battere la stessa bandiera che sventola sul palazzo comunale della città di Bolzano? O, per rimarcare le differenze più tangibili, come può un operaio di termini imerese sentirsi italiano come quello dello stabilimento Mirafiori?
Mi fanno pena quelle persone, meridionali, che ancora oggi difendono quel massonico simbolo che è il tricolore italiano.
Che votano un Ministro delle politiche agricole, che pubblicizza un prodotto americano perché è stato realizzato con prodotti italiani.
I T A L I A N I !???!!!
Parmigiano Reggiano e bresaola della Valtellina, che nell’insieme prendono il nome di McItaly, (neanche a dire McItalia).
Quando qualche tempo fa trovarono i topi morti all’interno dei depositi di stagionatura del famoso formaggio, lo stesso ministro ha provveduto, anche per contrastare la Grande Distribuzione Organizzata, a sovvenzionare il consorzio di produzione con una pioggia di sovvenzionamenti nascosti in acquisti per la Caritas.
Ed il popolo, quello italiano che fa? Fa la fila nei fast food americani per comprare un panino che il salumiere sottocasa potrebbe preparare meglio!
Qualcuno di questi crede ancora nella forza della politica italiota, ed in mancanza di azione da parte di questi si affida ai sindacati.
I sindacati che in una dichiarazione hanno protestato contro la possibilità di approvare ulteriori incentivi al mercato dell’auto, giustificando il fatto che l’auto più venduta dalla fiat viene prodotta in Polonia. MA COME!!! Proprio adesso che la fiat ha deciso di trasferire la produzione dell’auto proprio a Pomigliano D’arco???!!!
E la politica, quella del popolo, i rossi o per intenderci, i Comunisti (o almeno quello che resta di loro) cosa fanno? (ora parlo almeno della sola Campania) Fino a qualche tempo fa lottavano per non fare approvare il Piano Casa, perché era legge berlusconiana, e per non dare opportunità agli speculatori edilizi di arricchirsi. PORCO GIUDA TRADITORE!!! Tu, politico sei abituato ad arricchirti di circa 15mila euro al mese con i soldi pubblici che la regione ti versa per la tua ideologia, io devo buttare il sangue a lavorare con i privati dell’edilizia e tu per premio mi blocchi una legge che potrebbe aprire uno spiraglio verso una ripresa economica, costringendo con il tuo veto, il sottoscritto o a fare la fame o ad emigrare verso regioni che premiano gli investimenti dei privati? Ma quale politico del Popolo? ma quale Comunista?
Potrei continuare ad elencare infinite le azioni socioeconomiche che in quasi 150 hanno DISTRUTTO l’intero meridione italiano, ma non voglio dare opportunità ai miei succhi gastrici di rodermi il fegato!
Fortunatamente esistono personaggi e gruppi che lottano per far capire tutto questo, qualcuno lo fa con fini storico culturali, cercando di riscrivere una storia risorgimentale tutt’altro che giusta, azioni clamorose come la richiesta di essere una colonia spagnola, o come la più recente prima seduta del Parlamento delle Due Sicilie, o incontri per commemorare i nostri eroi, quelli che nel lontano 1860 hanno difeso la propria Patria dall’invasore piemontese.
Ci sono altri che lo fanno cercando di inserirsi nelle fitte, ingarbugliate e infangate maglie della politica nazionale, trovando sconfitte, critiche e fortunatamente anche piccoli successi.
Ci sono altri ancora che cercano di fare promozione ai prodotti locali, creando una rete di ipermercati destinati ad ospitare le sole mercanzie garantite e provenienti dalle regioni meridionali.
Migliaia di altri sfogano la loro rabbia affidandola ai Kb della rete internet.
Qualcuno può storcere il naso, qualcun altro potrà sorridere, ma resta il fatto che il popolo meridionale siamo tutti noi, la parte storica, quella culturale, quella politica o economica, siamo accomunati da un passato glorioso, da un presente fatto di sofferenze e da un obbiettivo unico, la liberazione, in un modo o nell’altro, dei territori meridionali occupati dagli invasori piemontesi.
Anche noi, così come è capitato al Popolo di Mosè, crediamo nei falsi dei, forse ancora non siamo in grado di prendere coscienza del nostro essere Popolo, o il nostro grido è talmente forte da risultare confuso a chi ci deve ascoltare.
Forse più semplicemente, non avendo dei confini geografici, dovremo identificarci come popolo di qualcuno, e che questo qualcuno scenda da questo Monte Sinai, perché qui a valle si moltiplicano gli agnelli d’oro.
Nello Esposito
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