mercoledì 29 aprile 2009

Chi ha davvero a cuore le sorti dell’italia?

I momenti che più amo sono quelli che precedono le elezioni, qualsiasi esse siano; è in questi momenti che le forze politiche tirano fuori dai propri cilindri le più fantasiose cavolate per raggiungere il loro principale obbiettivo, i consensi elettorali, i voti!

È inutile parlare male del governo Berlusconi, il suo operato non raggiungerebbe la mia bravura nel criticarlo. Naturalmente non tutti la possono pensare come me, ma mi chiedo:

cosa ha fatto di concreto per il sud italia? quanti fondi sono stati dirottati dall’expò di milano al Sud italia? quali iniziative ha intrapreso per risollevare le sorti dei piccoli imprenditori meridionali? Quali leggi sono state varate per la salvaguardia dell’agricoltura nel meridione? Ha usato lo stesso metro di azione nella valutazione delle emergenze? (l’ultima domanda si riferisce alla prontezza nell’inviare l’esercito nel meridione quando nel nord italia ci sono cinesi che si ammazzano, folle di giovani che prendono a sassate i vigili urbani, o un giro spaventoso di droghe di ogni genere ed in ogni fascia sociale). In che modo ha favorito le regioni del sud con il varo del federalismo fiscale? …

quindi premesso che il mio voto non andrà certamente alla coalizione di centro destra, non mi resta che votare l’opposizione?

!!!

quale opposizione, quella senza leader e senza programma? Quella rappresentata da Franceschini? È da poco partita anche per loro la caccia ai voti, che hanno portato il leader(???) del PD su un treno in giro per l’italia, e ad Eboli, ha promesso (anche lui) di attivarsi per un assegno di mantenimento per i laureati disoccupati, dichiarando che il governo ha tradito il mezzogiorno.

Premesso che mezzogiorno è una parola usata solo dai politici per individuare una parte del paese in cui è sempre ora di mangiare (Troisi docet), io mi chiedo “e voi in questo tradimento che ruolo avete interpretato?” Non vi sprecate a fare i moralisti quando il vostro ruolo in questo tradimento è stato quello di RUFFIANI.

Dove eravate quando vi è stato mostrato il disegno di legge sul federalismo fiscale? Eravate nelle retrovie annuendo. Di chi era il compito di redarguire le incompetenze mostrate da Bassolino nel gestire per anni una città ed una regione nel peggior modo possibile, aprendo le porte ai facili arricchimenti delle aziende del nord che venivano a “mangiare” a casa nostra? E quale posizione avete preso negli anni mentre le compagnie petrolifere sfruttavano il territorio Lucano portando via vita e ricchezze? Cosa avete fatto per evitare che le ricchezze, umane ed economiche, prodotte nel mezzogiorno finissero nelle solite tasche di pochi imprenditori del nord italia? e nei vostri giri in barca, non avete mai notato la quantità di navi che con i loro veleni giacciono sol fondo a largo della costa ionica calabrese?…

La differenza fra Berlusconi e Franceschini, è che il primo si muove sulla base di un programma e con un obbiettivo, personale, ma presente, che gli garantiscono i voti di una parte del paese; il secondo è un piatto vuoto, il cui unico obbiettivo è parlare male del primo!

Vicino a questa corrente politica c’è quella di DI PIETRO… vabbè, ho detto tutto!

Altra alternativa UDC, si quella che ha per candidato EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA, l’erede delle belve che hanno massacrato un popolo e distrutto una nazione! Non vedo il motivo per cui dare il voto a loro.

L’ MPA ha un valido programma, raggiungere il 4%, per il resto, visto i programmi, le persone, e le iniziative, non vedo niente nè di MOVIMENTO tantomeno di AUTONOMIE.


Purtroppo non si può contare neanche sui movimenti partiti indipendentisti meridionali, che sono vittime degli atteggiamenti e le strategie politiche interne;

ATTENZIONE, non parlo di alleanze con partiti nazionali, ma di atteggiamenti e strategie degne di dei peggio partiti politici, con la differenza che una dichiarazione di un leader nazionale muove milioni di voti, una dichiarazione di un leader di un movimento o partito indipendentista, può interessare ad una decina di persone.


Il problema principale non è rappresentato dai politici, ma dagli elettori.

I parassiti prolificano in un corpo malato.

LA DEMOCRAZIA E’ PURE ESPRIMERE CON LA SCHEDA NULLA L’INESISTENZA DI UNA CLASSE POLITICA CHE HA A CUORE LE SORTI DEL SUD ITALIA!

Nello Esposito

giovedì 16 aprile 2009

Luttwak come Zitara: meglio un Sud indipendente


L'opinione di un famoso politologo

Luttwak come Zitara: meglio un Sud indipendente

Riprendiamo per l'informazione dei lettori di "Fora..." i passi salienti di un'intervista rilasciata da Edward Luttwak. Edward Luttwak è membro del CSIS Center for Strategic and International Studies di Washington, politologo esperto di problemi italiani. In questa intervista vengono trattati alcuni aspetti che riguardano il Sud Italia. La posizione di Luttwak è particolarmente interessante, ed in alcuni versi addirittura controcorrente.

Giornalista : In caso di decentramento, o al peggio di separazione, che ne sarebbe del Sud? Verrebbe sempre più abbandonato o, potendo produrre a più bassi costi, rifiorirebbe?
Luttwak : E evidente che il sistema Italia, negli ultimi 50 anni, ha favorito il Nord molto più del Sud. Regalando un mercato protetto, quello appunto meridionale, dove si possono vendere macchinette scassate a alto prezzo. E vero che lo Stato ha anche assicurato massicci trasferimenti di soldi dal Nord al Sud, ma quando l’oro estratto al Nord viene filtrato attraverso una rete politica di clientele ciò che arriva a destinazione è soltanto acido corrosivo, peggio fango: perché anziché favorire lo sviluppo provoca un ulteriore deperimento. Un meccanismo malefico che ha scoraggiato gli imprenditori meridionali dall’assumere rischi, e li ha trasformati in clientes, collettori di quei fondi settentrionali che in cambio di consenso politico Roma smistava al Sud. Quindi è logico pensare che se il Sud venisse lasciato a sé stesso, e per sopravvivere fosse quindi obbligato a sfruttare le proprie risorse, le cose per i meridionali andrebbero molto meglio. Sono convinto che un Sud indipendente, abbandonato dalla Padania, riuscirebbe a camminare bene con le sue gambe. Progredirebbe anzi molto più del Nord.

Giornalista: E i mercati internazionali assisterebbero imperturbabili allo scollamento?
Luttwak: Conoscendo la psicologia degli operatori internazionali, si sprecherebbero le interpretazioni ironiche. Si parlerebbe di spirito da operetta. Ma, al fondo, l’enfasi dei discorsi cadrebbe sulle continuità. Sulla certezza che la proprietà sarebbe salvaguardata. Dopotutto l’Italia è forse l’unico paese in Europa che non ha mai conosciuto rivoluzioni, dove ancora molta gente nasce, vive e muore nella stessa città, se non addirittura nella stessa casa degli antenati. Certo, come avviene in tutti i cambiamenti, ci sarebbe uno scotto da pagare. Ma non sarebbe troppo alto. Se si pensa che negli ultimi anni l’Italia non ha avuto governi democratici ma tecnocratici.

Giornalista: Il Nord è otto volte più ricco del Sud. Al di là dei dibattiti sul federalismo e delle sue virtù terapeutiche a lungo raggio, cosa si può fare al momento per ridurre queste abissali distanze?
Luttwak : Il concetto di Sud è diventato un’astrazione che non tiene assolutamente conto della realtà. Ci sono zone in Puglia, per esempio, che come capacità produttiva e livello di reddito competono con le aree del Nord. E allora?

Giornalista: Ma perché allora i fallimenti vengono imputati anche alla presunta pigrizia delle popolazioni meridionali?
Luttwak : Il motivo è politico. Tutte le problematiche italiane più affascinanti sono concentrate al Sud. È lì che crollano gli alibi della Prima repubblica. È proprio li, dove lo Stato ha cercato di essere più attivo, che anziché il progresso si è prodotto il massimo dello scempio.

Giornalista: C’è una corrente della cultura italiana, il meridionalismo, che ha prodotto fior di dibattiti accademici. È mai possibile che tutti questi intellettuali non abbiano
mai partorito un’idea valida?
Luttwak: L’ingegno meridionale ha avuto felici applicazioni fuori dal Sud. Ma lo Stato non ha mai permesso che trovasse sbocchi in casa propria. Lo Stato non aveva alcun interesse a valorizzarle, perché il progresso avrebbe distrutto la rete del clientelismo e gli avrebbe quindi im-pedito di controllare il territorio.

Giornalista: Sull’arretramento ha però influito anche la prepotente espansione della malavita.
Luttwak: Prima c’è il sistema di corruzione politica e poi c’è la malavita. Se il corpo
è sano, i parassiti possono esercitare addirittura una funzione positiva. In Italia la delinquenza organizzata è solo il frutto dell’abbandono dello Stato.
(Fonte: New ton Compton)

Cià Segretà!

La scelta che il Segretario dei Comitati due Sicilie, Fiore Marro, ha appena diffuso nella rete, mi lascia deluso, non per il comportamento dello stesso segretario, che mostra il suo attaccamento al progetto CDS restando socio, ma le cause che hanno portato a questa scelta, triste e non solo per lui.

Questa non è una lettera per elogiare Fiore Marro, che di errori ne ha commessi tanti (come me e come tutti gli esseri viventi), ma un semplice disprezzo verso tutto il mondo falsomeridionalista che mi circonda , ad onore dell’amico Fiore, lasciatemi solo affermare che a differenza di tanti che lo criticano, non è uno stipendiato dallo stato italiano, ed ha sempre creduto in tutte le sue scelte e le sue azioni.

Un pescatore napoletano, potrà salire su mille navi battenti altrettante bandiere, ma resterà sempre per tutta la vita un pescatore napoletano!

Ed è per questo che comprendo e condivido la scelta di Fiore. Bravo Fiore! Sarà difficile sostituire una persona come te, spero che il tuo successore sappia, come te, amalgamare e donarsi al progetto CDS.

A chi da tempo ha criticato le scelte di Fiore, e che ora vede concretizzarsi la sua MISSIONE di lunga durata, porgo i miei auguri, affinché riescano a dedicarsi a progetti ben più importanti e realizzare un decimo di quello che ha fatto Fiore Marro.

Nello Esposito

Geometra libero professionista, non dipendente statale, non dipendente di qualsiasi ente pubblico, uno qualsiasi che non conosce il 27 di ogni mese, uno che non riceve nessun compenso dallo stato! E chest va per chell!!!!

mercoledì 8 aprile 2009

IDENTITA' RUBATA

Questo è quanto si legge sul sito del Comune di Castellammare di Stabia.

Il sindaco Salvatore Vozza, sulla base del Decreto del Ministero dell'Ambiente che attesta i risultati delle analisi sul litorale vesuviano, ha firmato l'ordinanza che interdice l'accesso al lungomare cittadino.
In "Atti e documenti", su
www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it, è disponibile la documentazione.
E' interdetta la zona della Maricorderia, arenile prospiciente lo stabilimento- e il lungomare dalla banchina di zì Catiello alla foce del fiume Sarno, vale a dire l'arenile parallelo alla Villa Comunale nel percorso che va dalla banchina di zì Catiello, corso Giuseppe Garibaldi, corso Alcide De Gasperi fino alla foce del fiume Sarno. Ufficio Relazioni con il Pubblico Comune di Castellammare di Stabia.

Non mi resta che commentare.

Naturalmente la mia critica non è rivolta all'attuale amministrazione, che pur se menefreghista rispetto al lungomare, certamente non ha potuto, nella sua breve vita, aver avuto la capacità di rovinare il simbolo di una città.

Castellammare di Stabia, esprime già nel proprio nome la vocazione e l'identità di una città legata, nel bene e nel male, da sempre al mare. Proprio il lungomare stabiese (quello della villa comunale per intenderci) ha da sempre rappresentato il modo di vivere di un popolo. Solo per citare alcuni spunti identitari; I classichi fucaracchi della notte dell'immacolata, in epoche antiche venivano fatti sulla spiaggia a cui oggi non possiamo accedere; in epoche più recenti (quando il litorale era balneabile) la nostra sabbia veniva indicata come completamento delle già rinomate cure termali, infatti venivano da lontano per insabbiarsi nella nostra calda sabbia vulcanica; fino a qualche anno fa si potevano vedere gruppi di pescatori che "tiravano a rezz".

Ma i "tiemp bell 'e na vota" non tornano più! cosa ci ha perso il popolo stabiese in questo decadimento del litorale? ha perso la propria identità di persone legate al mare, ha perso parte di quel bellissimo nome, oggi la città si potrebbe chiamare Castello di Stabia, anzi solo Stabia visto che anche il castello è andato a farsi benedire.

Bisogna recuperare quella parte di città che rappresenta il nostro essere, occorre ridare l'identità che è stata rubata dalla storia e dalla cattiva amministrazione al popolo stabiese.


venerdì 3 aprile 2009

IL NOSTRO REGALO ALLA PADANIA

Di Nello Esposito
Strutturare un paese affinché una parte della popolazione, geograficamente individuata, sia privata di tutte le risorse socio-economiche, divide il paese stesso in una zona dominante e una dominata.
La zona dominante, centro del potere economico del paese, attira su di esso i favori della classe politica, ormai dedita all'arricchimento personale.
La stessa sarà caratterizzata da una considerevole presenza di figli del potere economico, che resteranno attaccati alla poltrona, non per il pur lauto compenso statale, ma per mal gestire le aziende ed i beni dello stato. Quando una azienda non produce utile, ma catalizza l'interesse dell'opinione pubblica per il forte impatto sociale che ne deriverebbe dal fallimento della stessa, si cercano le strade che la politica può aprire alla privatizzazione del bene statale, quindi questo è il vero compenso che il figlio del potere economico ha percepito per il suo duro lavoro da parlamentare.
La risultante finale, derivante dal prolificare incontrollato del potere economico, è lo spostamento continuo verso il nord del paese, la padania, di capitali prima destinati allo stato e quindi alla totalità del paese.
Questa ricchezza gratuita, è poi la base indispensabile per uno sviluppo ed una crescita che solo quella parte del paese può operare.
Dopo 130 anni di incessanti favoritismi alla parte settentrionale del paese, il potere economico genera una nuova figura, il leghista, che nasce per propagandare il suo slogan preferito, “IL SUD LO MANTENIAMO NOI PADANI, CON LE NOSTRE TASSE”.
Quindi, per il leghista i quasi 20 milioni di abitanti del territorio dominato del meridione (corrispondente al territorio delll'ex Regno delle Due Sicilie) sono solo un peso mantenuto con le loro tasse nel territorio italiano.
Ma esistono aziende come l'Enel, la Telecom, le reti televisive, le compagnie assicurative, che per volontà politica (e quindi per decisione del potere economico) hanno sede nel nord italia pur traendo benefici dal popolo dominato.
Si stima, (vedi schema) considerando i soli costi fissi quindi non considerando la variabile dei consumi, che per esempio l'ENEL (che paga le sue tasse alla regione Lazio), recupera dalla colonia meridionale circa 72 milioni di euro ogni anno, che con il federalismo fiscale si traducono in un ulteriore trasferimento di soldi dal Sud a Roma di circa 11,5 milioni di euro per il versamento IVA.Con lo stesso metro, se consideriamo la Telecom, sede Milano, si passa ad un arricchimento della regione Lombardia per i versamenti IVA di oltre 80 Milioni di euro.
Un dato, che dovrebbe far capire, come i meridionali arricchiscono le regioni del nord viene dal settore RCAuto, obbligatorio per legge dello stato, le cui compagnie che forniscono il servizio sono tutte residenti in territorio padano, e garantiscono un versamento IVA, diviso per le regioni del nord di circa, 1 miliardo di euro.
Da quanto si evince dai dati statistici disponibili, si può facilmente arrivare ad una cifra minima di 25 miliardi di euro che il popolo dominato è costretto a pagare alle uniche aziende fornitrici di servizi indispensabili, questo significa un versamento alle regioni del nord per fatturati provenienti dalla vendita di beni/servizi nei territori dominati di circa 5 miliardi di euro.
Naturalmente, queste sono cifre sottostimate ed incomplete dei dati provenienti dalla vendita delle auto, piuttosto che dalla vendita di carburanti, mobili, abbigliamento, elettrodomestici e tutte le realtà economiche che per volontà del potere economico, e per mano dei politici, non sono potute nascere nei territori occupati e dominati del mezzogiorno.
Un dato allarmante, lo si può individuare nella cifra che i meridionali spendono nei supermercati, le cui grandi catene sono tutte con residenza fiscale in padania.
La disponibilità di grandi fondi, dovuta agli intrecci di parentela nel potere economico, ha consentito il proliferare di centri commerciali e la crescita del potere contrattuale delle Centrali d'acquisto della Grande Distribuzione Organizzata.
Questo comporta una migliore, vasta e conveniente offerta di prodotti per i consumatori, ed un enorme, continuo e crescente danno all'economia locale, oltre naturalmente a dirottamento di oltre 18 miliardi di euro nelle casse di società padane.
Il compito della classe politica meridionale è quello di bloccare alle frontiere delle proprie regioni, tutte le tasse che le società presenti nel mezzogiorno dovrebbero versare per la ricchezza proveniente dalle tasche dei consumatori meridionali.
Ma è compito del popolo meridionale quello di concentrare le proprie attenzioni acquistando, nei limiti del possibile, prodotti di società la cui sede sia interna alla propria regione.
Nello

Io cerco la Titina

Di Nicola ZITARA
Berlusconi non ha il temperamento del vero politico, dell'uomo di Stato che - indovinando o sbagliando - giudica se stesso in base ai risultati che ottiene il suo governo. Per lui conta apparire bello, riuscire simpatico alla gente. Ciò fino a buttare il suo danaro dalla finestra e a fingersi macho persino nel momento in cui avrebbe bisogno di un sinicupio. In una cosa soltanto somiglia a Mussolini. Entrambi avrebbero voluto nascere della statura di un corazziere. L'apertura alle classi irregolari e indisciplinate in materia commerciale e fiscale, messa assieme a una certa efficienza nel risolvere i problemi d'ordinaria amministrazione, gli hanno assicurato e gli assicurano simpatia e voti, ma la crisi economica che gli è piombata addosso appena rieletto lo ha messo sul letto di Procuste. Per contrastare la disoccupazione, il calo dei redditi e dei consumi, gli USA e i maggiori paesi d'Europa sono intervenuti e intervengono iniettando danaro fresco di stampa a favore delle classi proletarie. Questo danaro lo prendono a prestito su piazza e a livello globale da chi ha soldi, attraverso la vendita di titoli del debito. Ma l'Italia di debito pubblico ne ha già troppo, il nostro debito è uno dei primi del mondo; l'Europa (cioè la Germania) non permette che salga ancora, perché questo farebbe salire i tassi d'interesse dei debiti pubblici degli altri paesi.
Il nostro novello Uomo della Provvidenza senza stivali è nei guai, assieme a tutti noi. Da buon venditore di fumo cerca di cavarsi d'impaccio come può. Al mio paese si direbbe che si 'hianchia, si dà e si sottrae, sfugge, canta ma non suona, proclama che sta facendo, ma ha le mani legate. Quasi fa tenerezza. Cerca d'inventare qualcosa, E' come una canzone credo di Charlot: "Io cerco la Titina, la cerco e non la trovo. Chi sa dove sarà..." Per soddisfare la piazza, rintuzza le accuse di Franceschini, per zittire Eugenio Scalfari, il gran 33 dell'industria automobilistica torinese e modenese, il nostro Berlusca, quatto quatto si è intascato i soldi che l'Unione Europea aveva erogato a favore delle regioni meridionali e li ha destinati a pagare la Cassa integrazione guadagni ai disoccupati appunto torinesi (che poi sono meridionali come noi, e solo trattati con qualche riguardo - o meglio aggregati per il rancio nella caserma in cui si produce il Pil nazionale).
Il governatore della Puglia, Nichi Vendola lo ha smascherato. Bel gesto! Ottima difesa. Siamo salvi. In porta c'è Buffon. I soldi torneranno a domicilio. Forse. Quasi.
I famosi Paladini del Teatro dei Pupi sono detti tradizionalmente Paladini di Francia. Nel nostro caso dire Francia è un pò troppo. Diciamo Piemonte. O magari Veneto e ci ritroviamo.
I nostrani governatori di sinistra (quelli di destra neppure capiscono l'argomento) dovrebbero sapere o forse sanno, perché il meridionalismo, tutto il meridionalismo, quello liberale, quello socialista, quello cattolico, ha arpeggiato sulla tastiera il tema per centocinquant'anni, che il guaio "Sud ↔ Nord" non sta nei soldi che al Sud non arrivano, ma in quelli che dal Sud partono e non fanno ritorno. Per esempio, quando mandiamo nostro figlio professore o ingegnere a cercare impiego a Milano, noi regaliamo a Milano qualcosa come mezzo milione di euro. Atro esempio, se io compro una betoniera da una ditta di Ravenna, gli pago non solo il lavoro che è stato prestato per costruirla, ma anche l'impianto e le macchine del padrone capitalista. Ulteriore esempio, se io canalizzo in banca la mia paga mensile, la banca milanese acquisisce gratis una riserva di capitale. Ma quando vado in banca (sempre milanese) a prestarmi l'importo anche di una sola mensilità della mia paga, la banca milanese si pappa un guadagno. Soldi dei sudici che finiscono ai garibaldineschi Fratelli d'Italia. Viva per sempre il reinventore della paria liberal, Carlo Alberto Ciampi. E viva anche Nichi Vndola. E perché no? pure Agazio Loiero.

mercoledì 1 aprile 2009

UNA FEDERAZIONE DEI MOVIMENTI MERIDIONALISTI

Chiunque entra nel mondo dei meridionalisti, o dei duosiciliani, o dei suddisti, vuole spaccare il mondo forte della purezza della sua storia, e della semplicità del messaggio propagandistico che tutti gli abitanti del meridione dovrebbero recepire.
La seconda emozione che prova, è l’assurdità della frammentazione che esiste.
Io personalmente ho più volte invitato all’unità d’azione, con post o con lettere inviate in forma privata, e se i primi hanno avuto consensi dai miei più stretti amici, le seconde sono addirittura state derise dai destinatari, e questo mi ha in più occasioni demotivato, facendo declassare il mio credo ad hobby, mi sono molte volte chiesto perché devo rubare tempo al mio lavoro ed affetti alla mia famiglia?
Cosa mi trattiene in questo mondo? Sono poche e fidate persone, fra cui il gruppo dei Comitati di Castellammare di Stabia, Fiore Marro, ed il direttivo dei Comitati, Orazio Vasta, le lettere di Zitara, ma sopra tutte queste persone, c’è la mia identità, che NON può essere un hobby, e neanche un credo, ma è semplicemente la mia persona.
L’iniziativa UNA FEDERAZIONE DEI MOVIMENTI MERIDIONALISTI, non è una lettera che un semplice appassionato (come me) invia a qualcuno, ma è impreziosita dalle firme poste in calce al documento, Luca Longo (Vicepresidente nazionale dei Comitati due Sicilie, e Emilio Zangari (attivissimo componente della sezione lombarda dei Comitati due Sicilie). In quanti hanno risposto all’invito? Sempre pochi.
Tecnicamente non può essere un iniziativa mirata alla crescita della valenza politica, visto che un ipotetico gruppo formato da tutti i movimenti meridionalisti, politici e non, potrebbe contare su poche migliaia di voti, ma almeno potrebbe toglierci da quella ridicola posizione, che volente o dolente, il popolo meridionale è costretto a vedere quando ci presentiamo, noi, piccoli, frammentati, e opposti gruppetti.
In molti interventi ho sempre anteposto il recupero dell’identità di un popolo, a qualsiasi azione, ed oggi non posso che confermare questa mia tesi.
Nei siti dei meridionalisti, questo tema, specie negli ultimi periodi è passato in secondo piano, sono tutti impegnati a criticare questo o quel movimento per le azioni, tutti pronti ad attaccare chi prova, con i suoi metodi a diffondere la cultura del recupero dell’identità, che NON APPARTIENE A NESSUN GRUPPO, non è di esclusiva proprietà di qualcuno.
Riepilogando, credo che i Comitati due Sicilie, con questa iniziativa hanno aperto una porta, ed invito tutti noi a non chiuderla, ma soprattutto a non perdere più tempo ad aspettare sotto all’uscio che qualcuno arrivi.
Nello Esposito