giovedì 31 luglio 2008

1 MILIONE DI EURO PER OGNI ANNO

1 MILIONE DI EURO PER OGNI ANNO DI OCCUPAZIONE, è questa la cifra che il defunto governo Prodi ha stanziato per le celebrazione dei 150 anni dell'unità (traffaldina) d'italia.
Con un decreto l'allora ministro della cultura (!!!) onorevole (maddechè) Francesco RUTELLI, ha istituito una apposita commissione, formata dai più altisonanti nomi della cultura toscopadana che dovranno valutare ed approvare i progetti per questa triste ricorrenza, e spartire i 150 milioni di euro che per lo stesso decreto [...avranno luogo nel territorio nazionale nel periodo 2008-2010 e specialmente nell’anno 2011, con particolare attenzione alle città di Roma, Torino e Firenze...]
[...saranno necessariamente estese ai siti più significativi del Paese, configurando conseguentemente un sistema di interconnessione anche infrastrutturale che omogeneizzerà l’intervento sul territorio rendendolo coerente con lo spirito delle celebrazioni in modo da costituire anche un fattore aggiunto in chiave di sviluppo turistico...]
Traduzione in duosiciliano: ...dopo aver depredato le casse, le banche e le industrie del Regno delle Due Sicilie, dopo aver organizzato il più grande traffico di forza umana che per necessità emigrava verso il Nord o peggio ancora all'estero, dopo aver effettuato un programma politico lungo 150 anni volto alla riduzione ai minimi termini dell'economia, della cultura e del pensiero duosiciliano, iniziamo la propaganda dell'umiliazione... torino, firenze e roma (solo perchè rutelli è romano) godranno economicamente e fisicamente, sapendo che nel 2011 in quelle città mostreranno ai duosiciliani vittime della tratta degli schiavi, un remake della sceneggiata più squallida mai organizzata da una nazione.
Duorm Carmè, ca l'aria è ... ehm ... l'unica cosa ca c'hann lassat!!!
Nello Esposito
CDS Castellammare di Stabia
http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com

mercoledì 30 luglio 2008

RISPOSTA DI MARIO MOCCIA

Caro Nello, non per protagonismo, ma perchè mi auguro si possa trattare di utile contributo, devo dirti che esordisci bene con quel "qualcuno più intelligente di me", perché c'é sempre qualcuno più intelligente di un altro, o meglio qualcuno dalla diversa intelligenza, e siccome Intelligenza viene etimologicamente da "intelligere" ( leggere dentro), il problema è tutto qui, bisogna cercare di capire che cosa hanno dentro, tutti quelli che parlano, dacché "se dalle bocche potesse uscire soltanto la verita', sai quante persone perderebbero la parola"! E da che ti conosco, la tua parola, credimi, è sempre lucida e cognitiva. Così come lo é quest'ultima tua riflessione sull'unità d'Italia, specialmente su quelli che sono i pericoli riguardanti il dover lottare contro tanti nemici "il primo dei quali è rappresentato dalla voglia di protagonismo e di potere che caratterizza l'operato di qualche esponente di movimenti indipendentisti, che sottrae energia alle azioni volte al recupero dell'identità storico culturale che è alla base del raggiungimento degli obbiettivi di noi tutti". Come se di energie non ne avessimo già poche! E quelle poche che abbiamo ci vengono inficiate dall'altro nemico che sono i media "servi dell'Italia, che diffondono propaganda sabauda screditando ingiustamente gli esponenti dei movimenti indipendentisti, accostandoli a seconda delle occasioni, a camorristi/mafiosi o a razzisti". Ebbene, Caro Nello, Sicuramente sai ( perchè ne sei partecipe), ci sono anche persone che prescindendo da quelle tue amare verità, pur essendo consapevoli delle difficoltà per addivenire a qualche risultato utile, continuano a diffondere la propria propaganda favorevole alle nostre più giuste rivendicazioni. Ma qui, a questo punto, devo essere d'accordo con te, quando concludi dicendo: "Essere consapevoli che potenzialmente siamo la maggioranza del culturalmente inesistente popolo italiano, ci dia la forza e la consapevolezza che proprio la loro creatura (l'unità dei popoli di diverse nazioni), gli si rivolterà contro. Ma questa maggioranza del culturalmente inesistente popolo italiano, deve assolutamente rendersi conto che compattezza, significa creare un unicum, una barriera insormontabile e non scalabile, per approfittarsi delle loro menti, dei loro facili consensi a fronte di generiche promesse che se non hanno mantenuto in 150 anni, continueranno a non mantenere, ottenendo intanto il loro più utile successo che è quello di tenerci divisi perchè più facile trasmettere loro la convinzione di un mondo migliore dove l'umanità potrà trovare - finalmente - la felicità. Non permettendo ad essi di guardarsi indietro, atteggiamento che da sempre vado spiegando nei miei scritti. E c'é una ragione, pur sapendo di diventare prolisso e fastidioso. Ma lo sarò anche in questa risposta per appoggiare la tua analisi; e fastidioso o meno, devo richiamarmi inevitabilmente a Nietzsche, quello vero! Quello che si rivolge all'intera umanità perché superi la divisione del lavoro; oppure quello che ha in orrore la massa dei "malriusciti" alla quale non riconosce nemmeno il diritto primario all'alfabetizzazione.

Nel processo di progressiva radicalizzazione che subì la Rivoluzione francese, fu stilata, nel 1793, una nuova Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino che nel suo primo articolo proclamava: "Il fine della società è la felicità comune". La rivendicazione di questo diritto positivo (rivendicazione che facciamo nostra anche noi umanità del 21° secolo), trovò la sua formulazione più appassionata in un celebre discorso di Saint Just pronunciato alla vigilia della controrivoluzione termidoriana. Contro questa idea "nefanda" di "felicità del popolo" si scagliarono con veemenza gli ideologi della Restaurazione.Ma questi erano grandi menti!
E quando essa ricomparve, come l'araba fenice, negli sconvolgimenti del 1848, trovò pronti a contrastarla Toqueville in Francia (che la bollò come filosofia "sensualistica e socialista") e Rosmini in Italia (che tuonò contro "la terrena e carnale felicità"). La condanna della "felicità del popolo" ebbe la consacrazione, nel 1878, persino in un'enciclica del papa Leone 13° (evidentemente agivano ancora sentimenti di terrore suscitati dalla Comune di Parigi), secondo la quale, a spingere l'umanità "alla sua estrema rovina" sarebbe stato in primo luogo "l'ardente desiderio della felicità"! Ora, se ci rifletti, anche noi meridionali ( e forse gli italiani tutti), di fronte al fallimento della democrazia ( anzi alla sua morte), siamo di fronte ad un ardente desiderio della felicità, Per cui, pur volendo ripensare a quando i nostri antenati di solo 150 anni fa, erano felici sotto l'amministrazione borbonica, a parte i pochi infelici paglietta traditori, che per questo tradimento per il quale non ottennero la felicità se non i soli trenta denari. Ecco perché ciascuno tenta di dire la propria invece di cercare la coalizzazione; per tema di sbagliare nuovamente. Avremmo bisogno di un Maestro assolutamente credibile, il cui pensiero sia incontrovertibile, inoppugnabile! Ma anche in questo caso, ci saranno sempre tanti altri che tenteranno di superare il Maestro, proprio in attesa di un evento di potere dal quale essi non vorranno restare indietro. Perciò, amico Nello, pazienza. Noi continuiamo a fare la nostra parte di diffusori di verità. Quando sarà il momento di avere un Maestro, lo riconosceremo tutti, e lo seguiremo! Per una nuova felicità.In una nuova restaurazione umana.Perché se ci pensi bene, il problema che stiamo attraversando, non riguarda solo noi, bensì l'umanità intera!

Mario moccia di Montemalo

che come detto sopra, intanto, ha detto la sua. Opinabile, ovviamente, tanto che aspetto altri intellettuali più intelligenti di me ( ammesso che io lo sia), a confutare quanto da me detto in quella che voleva solo essere una risposta ad un testo che già da solo, diceva tutto. Senza bisogno delle mie precisazioni. Ma io ho esattamente lo stesso difetto dei tanti "protagonisti". Perciò scusami. Intanto, ci vediamo a Pontelandolfo. E a questo proposito, chi non fa nessun sacrificio per esserci, non avrebbe - secondo me - neppure il diritto di insegnare agli altri come si ricostruisce uno Stato. Una Nazione!

Mario Moccia di Montemalo

martedì 29 luglio 2008

UNITA'?

“I TEMPI SONO MATURI” qualcuno molto più intelligente di me faceva notare.
Dopo circa 150 anni dalla geopolitica unità truffaldina della penisola italica, è giunto il momento di raccogliere i frutti che i nostri avi hanno seminato.
Lo stato sabaudo, sta correndo ai ripari, gli eredi di cavour sono impegnati in una campagna mediatica mirata al recupero della mentalità unitaria, cercando invano di trasmettere quel senso nazionalistico che non sono riusciti a creare in 147 anni di esistenza del governo italiano.
Da una parte c'è l'inutile presidente che cerca di risollevare il valore della bandiera e della costituzione, dall'altra i ministri che organizzano, degni dei migliori attori, tappe sul tutto il territorio nazionale, militarizzando città, piazze, quartieri, proprio come farebbe un invasore nel territorio conquistato.
Se per un giorno cesserebbe il servilismo dei media, agli occhi dei tanti, l'italia farebbe la figura di un paese che cerca un inutile recupero del mai esistito senso patriottico.
Le ultime elezioni politiche hanno evidenziato, anche se nessun media l'ha riportato, come la maggioranza degli italioti (più del 40% sul totale del corpo elettorale) abbia scelto di non premiare ancora una volta i partiti nazionalisti.
Tutto questo movimento preventivo trae origini sicuramente dalle continue minacce al pensiero nazional-sabaudo, che tutti i movimenti indipendentisti stanno mostrando, ricevendo sempre più consensi da parte della gente che ha notato la politica fallimentare degli ultimi 147 anni.
I liguri con il M.I.L., i veneti con i P.N.V., il sud con i Comitati Due Sicilie, rappresentano solo alcuni di questi movimenti che crescendo anche grazie alla libera voglia di comunicare che trova sfogo nella grande rete che internet ci offre, stanno minacciando la nazione sabauda.
Ma per raccogliere i frutti, bisogna lottare contro tanti nemici
Un nemico è rappresentato dalla voglia di protagonismo e di potere che caratterizza l'operato di qualche esponente di movimenti indipendentisti, questo sottrae energia alle azioni volte al recupero dell'identità storico culturale che è alla base del raggiungimento degli obbiettivi di noi tutti.
Un altro nemico sono i media servi dell'italia, che diffondono propaganda sabauda screditando ingiustamente gli esponenti dei movimenti indipendentisti, accostandoli a seconda delle occasioni, a camorristi/mafiosi o a razzisti.
Un nemico da non sottovalutare, sono invece la creazione, la diffusione, e l'appoggio da parte di politici romani, di partiti doubleface, autonomisti dichiarati, filosabaudi per necessità, che alla stregua dei peggiori venditori di fumo, distolgono l'attenzione dei tanti che anelano ad un indipendenza del loro territorio.
Essere compatti contro il comune male che è la causa scatenante della nostra nascita, è il mezzo più semplice per raccogliere i meritati frutti che da circa 150 anni stanno maturando, il recupero storico-culturale che stiamo cercando può partire proprio dal sentimento che noi tutti proviamo verso lo stato sabaudo, noi tutti amiamo quello che la nostra terra era prima del 1861.
Essere consapevoli che potenzialmente siamo la maggioranza del culturalmente inesistente popolo italiano, ci dia la forza e la consapevolezza che proprio la loro creatura (l'unità dei popoli di diverse nazioni) gli si rivolterà contro.
Nello Esposito
http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com

SCHEMA PRATICO DEL FEDERALISMO FISCALE



IN UNA TERRA FERTILE VIENE SOVVENZIONATO LA COLTIVAZIONE DI UNA PIANTA I CUI FRUTTI VENGONO RACCOLTI ALTROVE.

lunedì 28 luglio 2008

LA SINDROME DI PASSANNANTE


il cranio e cervello di passannante
Ricevo e pubblico da ZANGARI EMILIO:


C’E’ UNA STRANA MALATTIA, SE COSI LA VOGLIAMO CHIAMARE, IN QUESTO NOSTRO PAESE .

ESISTE IN MODO ACCERTATO DA CIRCA 130 ANNI, E IN MODO UFFICIOSO, CIOE’ UFFICIALMENTE NON ACCERTATO, DA CIRCA 150 ANNI.

DICO STRANA PERCHE’, A DIFFERENZA DI ALTRE PATOLOGIE, DANNEGGIA NON CHI NE E’ AFFETTO, MA LE PERSONE CHE, INVOLONTARIAMENTE, LA SUBISCONO.

IL RICHIAMO A PASSANNANTE E’ PURAMENTE VOLUTO; QUESTO NOSTRO COMPATRIOTA , CHE TENTO’ DI UCCIDERE IL RE umberto i° ,HA SUBITO DELLE PUNIZIONI, PER QUELLO CHE HA FATTO, CHE NEMMENO IL PIU’ CRUDELE E FANTASIOSO TERRORISTA DI AL QAEDA POTREBBE PENSARE PER UN SUO NEMICO.

MA NON CI SI FERMA QUI, FURONO ARRESTATI E MESSI IN MANICOMIO ANCHE I FRATELLI E LA MAMMA DI PASSANNANTE, PERCHE’ CHI AVEVA GENERATO UN TALE MOSTRO DOVEVA ESSERE ELIMINATO; MA NON CONTENTI SI CAMBIO’ PERFINO IL NOME AL SUO PAESE NATALE, DA “SALVIA” A “savoia DI LUCANIA”.

DA QUELLA VOLTA, ESISTE UN METRO PARTICOLARE PER GIUDICARE UN DUOSICILIANO;

FINO A QUANDO NON SBAGLIA, SI COMPORTA BENE, NON PARLA TROPPO DELLE SUE ORIGINI E NON DIFENDE LA SUA STORIA O LA SUA TERRA, TUTTO BENE.

MA APPENA COMPIE QUALCOSA DI SBAGLIATO, VERO O PRESUNTO CHE SIA QUESTO QUALCOSA, TUTTO CIO’ CHE DI BUONO HA FATTO SVANISCE, ED ECCO CHE LA “PUNIZIONE” SI ABBATTE SU TUTTI I DUOSICILIANI, REI DI APPARTENERE A UNA RAZZA “INFERIORE”, “CULTURALMENTE ARRETRATA” E CHI PIU’ NE HA PIU’ NE METTA.

LE PUNIZIONI NON SONO PIU’ COME AL TEMPO DEL PASSANNANTE, SI SONO EVOLUTE ANCH’ESSE COME LA SINDROME, MA SONO SEMPRE MOLTO SOTTILI.



SE AD ESEMPIO UN INSEGNANTE BOCCIA UN ALUNNO, CHE MAGARI NON DOVEVA ESSERE BOCCIATO, (SAPPIAMO CHE PUO’ SUCCEDERE, ANCHE SE NON SO SE QUESTO E’ IL CASO), NON SI VA A VEDERE SE HA SBAGLIATO IL SINGOLO INSEGNANTE, NOSSIGNORE, PER LA PROPRIETA’ TRANSITIVA TUTTI GLI INSEGNANTI (DEL SUD) SONO DEGLI INETTI, LONTANI DALLA CULTURA DEL NORD; ERGO GLI INSEGNANTI AL NORD DEVONO ESSERE DEL NORD.

DOPO LA SPARATA SI PASSA ALLE PAROLE IN PARLAMENTO ( VEDASI ULTIMA DISCUSSIONE ALLA CAMERA , PER L’APPROVAZIONE DELLA MANOVRA FINANZIARIA), E COSI IL CONCETTO PASSA ALLA SUA ESECUZIONE.



MA, SIGNORI, NON CI SI FERMERA’ QUI;

NON E’ GIUSTO CHE A INCASSARE LE TASSE AL NORD CI SIANO IMPIEGATI DEL SUD, LE TASSE AL NORD E’ GIUSTO CHE LE INCASSI UN IMPIEGATO DEL NORD,

E COSI SARANNO SERVITI GLI IMPIEGATI DELLE IMPOSTE DIRETTE;

NON E’ GIUSTO CHE QUANDO SI VA ALL’INPS, PER PARLARE DELLE PENSIONI, CI SIA UN IMPIEGATO DEL SUD, NELLE SEDI INPS DEL NORD CI DEVONO ESSERE IMPIEGATI DEL NORD.

E COSI SARANNO SERVITI GLI INPIEGATI DELL’INPS.

E GLI IMPIEGATI DELL’INAIL?

E TUTTI GLI ALTRI?

LA REGOLA CHE SI VUOL FAR PASSARE E’ SEMPLICE, CERTI LAVORI NON SPETTANO AI DUOSICILIANI;

MA MAGARI, NELLA LORO INFINITA BONTA’, ALCUNI LAVORI SARANNO LASCIATI ANCHE A NOI; BADANTI, EDILI(MURATORI),OPERATORI ECOLOGICI(SPAZZINI) E ALTRI.

STIAMO ANDANDO VERSO UNA INDIPENDENZA” VIRTUALE” CHE LASCERA’ AL NORD TUTTI I VANTAGGI CHE UN’INDIPENDENZA PUO’ DARE E AL SUD TUTTI GLI SVANTAGGI CHE UNA INDIPENDENZA PUO’ PORTARE.

E INTANTO I VARI MOVIMENTI DUOSICILIANI DISCUTONO DI “STRATEGIE”, DI “PARTITI POLITICI” NUOVI E SGANCIATI DAL SISTEMA ATTUALE E TANTE BELLE PAROLE .

SIGNORI, L’UNITA’ DEI DUOSICILIANI STA DIVENTANDO UN QUALCOSA DI IRRINUNCIABILE E DI IMPROROGABILE.

PER CHI CREDE IN UN PROGETTO DI SVILUPPO DEI NOSTRI TERRITORI, UNIRE LE NOSTRE FORZE DEVE ESSERE UN PUNTO FERMO VERSO CUI TUTTI DOBBIAMO SFORZARCI DI CONVERGERE, PER POTERE POI,CON LA NOSTRA PRESENZA NELLE ISTITUZIONI, AGIRE PER OTTENERE QUELLE CONDIZIONI CHE SONO INDISPENSABILI PER POTER CAMBIARE UNA SITUAZIONE SEMPRE PIU’ DEGRADATA.

SE COSI NON SARA’ LA “SINDROME DI PASSANNANTE” DIVENTERA’ UNA NORMA

A CUI TUTTI SI DOVRANNO ATTENERE.

ZANGARI EMILIO – COMITATI DUE SICILIE - LOMBARDIA

giovedì 24 luglio 2008

UNA TARGA PER FAVORE?

Questa è la lettera che ho spedito il 18 luglio scorso a...

Geom.Esposito Aniello


Castellammare di Stabia, 18/07/08

Spett.le FINCANTIERI SpA
Stabilimento di C/mare di Stabia
Piazzale Amendola, 5
80053 Castellammare di Stabia (NA)

fax 081 871 44 03


C.A. Direttore Stabilimento


Ill.mo Signor SINDACO
di Castellammare di Stabia
On. Salvatore VOZZA
e-mail sindaco@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it



Ill.mo Signor Vicesindaco
di Castellammare di Stabia
Dott. Nicola CORRADO

e-mail ass-trasparenza@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it


Ill.mo Signor Assessore alla Cultura
di Castellammare di Stabia
Dott. Massimo DE ANGELIS

e-mail ass-cultura@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it



Illustrissimi,
Vi scrivo per una "questione" che sta a cuore a molte persone.
Tante cose sono state fatte in questa città da Persone che oggi in molti hanno dimenticato. Oggi sono convinto del fatto che mostrare ai tanti la loro provenienza e ricordare chi in passato ha creato un opera che oggi è al servizio della comunità e da lavoro a migliaia di persone, sia un modo come tanti di risvegliare l'orgoglio di appartenere ad una "squadra", che ieri oggi e domani, è stata e sarà la punta di diamante della cantieristica navale europea.
È per me un triste passaggio, quello che ogni giorno percorro davanti all'ingresso dei cantieri navali di Castellammare di Stabia. La targa Fincantieri, per quanto la rispetti e ringrazio per tutto quello che ha fatto per la mia città, non rende un giusto tributo alla Storia dei cantieri che si onorano della Sua direzione.
Il passaggio è triste, perché l’assenza di una targa, o di una lapide non restituisce a Re Ferdinando IV la gratitudine, che a prescindere dagli orientamenti politici, noi tutti gli dobbiamo.
Non voglio rubarVi tanto prezioso tempo, pertanto vengo al dunque.
Vi voglio chiedere, sicuro di poter contare sul giusto equilibrio fra la Vostra cultura e la responsabilità che le cariche come le vostre rivestono, il permesso di apporre, nei pressi dell'ingresso principale del Cantiere Navale di Castellammare di Stabia, un Lapide marmorea che celebri, giustamente, l'opera realizzata nel 1783 da Ferdinando IV di Borbone.
Naturalmente tutti gli oneri derivanti dalla richiesta dei permessi occorrenti, e dalla fornitura e posa in opera della lapide stessa, saranno a mio personale carico.
Restando a Vostra disposizione per tutti i chiarimenti necessari, e sicuro di un interessamento per quanto giustamente richiesto, distintamente saluto.
Geom. Aniello Esposito
geom.esposito@gmail.com
cell. 329 41 38 423

mercoledì 23 luglio 2008

Lontano dagli occhi...

Ricevo in risposta al mio post lontano dagli occhi...

Un amara analisi riguardo il detto "lontano dagli occhi..." Un fatto è certo. Fenestrelle, è un luogo troppo lontano per tanti meridionali che vivono nella parte "bassa" di questa lunga Italia. E molti di loro hanno tantissimi problemi, magari d'acciacchi, quando non sono di soldi; non a caso sto insistendo con una mia lettera al presidente della repubblica a realizzare un Sacrario per tutti i nostri caduti, nella più vicina e bella a vedersi, Reggia di Caserta. O luogo simile, sempre nelle nostre terre.D'altronde, non tutti i vecchi, hanno una "semplice" emiplegia come me i cui pochi soldi, ho sottratto ai miei due piccoli figli. E con i tempi che corrono, 400 euro, sono una bella somma da spendere. E mentre io lo faccio per una storia legata alla mia terra, fatto fortemente da me sentito (ai miei piccoli figli "non gliene po' fregà de meno")! E penseranno - se tutto va bene, che il loro papà, forse è un poco matto. E forse lo sono! Infatti, solo dei matti possono pensare non solo di andare a Fenestrelle per apporre una lapide in memoria dei nostri eroici soldati e defunti vari.Dimenticati da tutti, o quasi! Ma addirittura di ripristinare la Nazione delle DueSicilie. Ma non me ne dò pena e non dovreste darvene pena. Sono i matti che hanno fatto sì che il mondo si modificasse dall'età della pietra all'illuminismo napoletano, ed al progresso in generale. Ad andare dietro ai savi, staremmo ancora a pensare a come difenderci dai dinosauri. Ma io che sono matto, penso che chi non è abbastanza matto per sognare il mio stesso sogno, se ne stia pure a casa. A fare lo sforzo di recarsi fino alla prossima urna, per continuare a farsi prendere per il culo! Scusate, io sono una persona educata per costume, ma come ha detto qualcuno: " quanno ce vò ce vò"!
Mario Moccia il "brigante-bastardo".

PONTELANDOLFO 14 AGOSTO 2008

Ricevo e pubblico, condividendo da Ferdinando MALLAMACI
Caro Fiore,

mi rattrista constatare che in Meridione vi sia ancora chi, più realista del re, si atteggia a più piemontesista degli stessi Piemontesi contemporanei.

Nella Fortezza di Fenestrelle, in Provincia di Torino, i Piemontesi di oggi hanno dimostrato di avere maturato una coscienza civile sicuramente migliore di quella del passato; ciò è stato attestato con fatti concreti ed onorevoli:
1°) ci hanno consentito di affiggere una lapide commemorativa dei Soldati Duosiciliani, tra cui tantissimi Napoletani, prigionieri nel 1861 e morti nella Fortezza di Fenestrelle;
2°) hanno preso l'iniziativa, a loro spese, di riparare perfettamente la lapide pervenuta loro inopinatamente spezzata;
3°) si sono incaricati di affiggere la nostra lapide duosiciliana e specificatamente napoletana nel punto più visibile della Piazza d'Armi della Fortezza di Fenestrelle;
4°) hanno schierato due Reparti Storici Piemontesi a fare il presentat'arm in onore dei nostri Morti Duosiciliani al passare dei Soldati Napoletani del 1° Reggimento Reale che portavano una corona votiva durante la cerimonia dello scoprimento e benedizione della lapide commemorativa.
5°) hanno dato prova complessiva di accoglienza ed ospitalità tale da far sperare perfino in una Italia nuova e migliore.

Chi, a Pontelandolfo, si oppone alla giusta memoria ed alla riparazione di un doloroso ed iniquo passato, che pesa ancor oggi negativamente sul destino di tanti Meridionali, credo che non solo pecchi di insensibilità, ma, inconsapevolmente, si ponga anche idealmente e concretamente in consonanza e continuità del nefando comportamento di coloro che nel 1861 incendiarono, distrussero il paese, uccisero e straziarono gli abitanti.

A questi strenui e disperati ultimi difensori del fallimento risorgimentale italiano, ritengo vada detto che, a presente, è più saggio per loro trarre esempio dagli odierni civili ed ospitali Piemontesi che, dopo quasi centocinquanta anni da quei tragici fatti, ci hanno accolto col nuovo e fraterno spirito che ha preso corpo il 6 luglio 2008 nella Fortezza di Fenestrelle; e vada anche loro detto che dovrebbero prendere coscienza che è assolutamente assurdo ed insensato difendere acriticamente il passato selvaggio comportamento dei soldati invasori di centocinquanta anni fa.

Invece in Piemonte tutti sapevano bene, fin dal primo nostro incontro, che la Lapide, che noi volevamo apporre proprio nel cuore della Fortezza di Fenestrelle, era da noi voluta appunto per non dimenticare, ma anzi per sottolineare la durissima e dolorosisssima lezione storica subita da tutto il Sud d'Italia nel 1861.

Infatti alle Autorità Piemontesi era ben chiaro fin dall'inizio che noi volevamo ricordare proprio i Prigionieri del 1861: quelli che traditi dai loro stati maggiori, mal guidati dai loro capi supremi, poco coscienti della ferocia e determinazione dei loro nemici, in massima parte si erano illusi sulla clemenza e generosità dei vincitori; e fino all'ultimo non immaginavano e non volevano credere che invece sarebbero stati tutti crudelmente uccisi, proprio per stroncare, con loro, il nucleo vitale, fiero e resistente della Nazione del Regno delle Due Sicilie.

Fin dal principio, i nostri ospitanti, hanno ben capito che a Fenestrelle, noi volevamo onorare proprio quei Soldati eroici che affrontarono coscientemente una terribile morte piuttosto che sottostare al disonore del venir meno alla parola data, alla vergogna del tradimento del loro giuramento, al dolore della violazione della loro fedeltà a quello che loro sentivano come il loro vero Re.

Da più di cent'anni, a Fenestrelle, a Torino e in Piemonte, tutti sapevano che un giorno noi saremmo venuti a commemorare i Giovani e Forti delle Due Sicilie che, nel fiore degli anni, orgogliosi ed irriducibili, preferirono affrontare fino in fondo il martirio ed il sacrificio estremo, piuttosto che accettare di vedere se stessi, il Popolo Napoletano e la loro antica Patria delle Due Sicilie, sopravvivere come "schiavi di Roma" senza Indipendenza e senza Libertà e non più padroni del proprio destino, come in effetti fu da allora in poi fino alla attuale decadenza e sfascio di Napoli e del Meridione tra le immondizie dei nostri giorni.

Credo che anche questa sia una nuova e importante lezione presente che ci viene impartita dal Piemonte e che è da apprendere bene: chiunque di noi, nato a Sud, dovrebbe vergognarsi profondamente di essere ancora una volta nella storia... da meno di questi gentilissimi Piemontesi contemporanei, nel momento in cui dimostrasse di rispettare se stesso ed i suoi morti meno di quanto lo facciano loro.

E' per questo che noi diciamo che la cosa migliore sarebbe che ... tutti, in tutto il Sud Italia, e tanto più a Pontelandolfo, dovrebbero far tesoro di quanto successo a Fenestrelle il 6 Luglio 2008, e tener ben presente e prendere a modello il grandissimo rispetto avuto da questi Piemontesi contemporanei proprio per noi in quanto Meridionali e proprio per noi in quanto volevamo onorare i nostri Morti Meridionali.

Pertanto, a nome dell'Associazione Due Sicilie di Torino, a tutti coloro che a qualsiasi titolo ed in qualsiasi modo vorranno commemorare i nostri compatrioti caduti a Pontelandolfo in quel terribile 14 agosto del 1861, invio tutta la mia massima solidarietà e tutto il mio sostegno.

Cordiali Saluti

Il Presidente

Duccio Ferdinando MALLAMACI

martedì 22 luglio 2008

SENZA PAROLE E RIFERIMENTI

Vicino agli occhi...lontano dal cuore

La tranquillità nel vivere la situazione politica nell’ambito nazionale, e di riflesso in quello cittadino si ripercuote sulla programmazione di eventi ed azioni volte al beneficio della popolazione,
La voglia e la paura di tenere ben saldo il potere conquistato con gli espedienti e le furbizie figlie della mentalità sabauda, sono il colpo di grazia per l’impegno che i veri duosiciliani mostrano per una rinascita storico-culturale della Nazione delle Due Sicilie.
Paradossalmente risulta più semplice per noi duosiciliani aprire una breccia nella cocciutaggine storico-propagandistica in terra straniera, dove addirittura una delegazione dell’esercito piemontese è venuto a rendere omaggio ai caduti nel lager sabaudo delle finestrelle in occasione della posa della lapide commemorativa, mentre i nostri connazionali, conterranei, paesani, preferiscono dormire su un cuscino di schede elettorali.
L’eccezione che conferma la regola del “lontano dagli occhi lontano dal cuore” è rappresentata dall’amministrazione di Pontelandolfo, che diversamente dalle decisioni prese nelle lontane terre piemontesi, rende difficile le manifestazioni che i patrioti duosiciliani stanno faticosamente organizzando per il 14 agosto prossimo, per rendere omaggio ai caduti in quella località nel lontano (culturalmente parlando) 1861.
D'altronde anche il sito web istituzionale di Pontelandolfo, nella sezione storia, narra ambiguamente le vicende di quei giorni, parlando dettagliatamente dei soli ammazzamenti attribuiti ai Briganti, […] pagando così con la morte e la distruzione la tanto sospirata Unità d’Italia […]
Al momento sono in corso altre richieste di posa di targhe commemorative, e visto le difficoltà in cui si trovano i politici locali, prevediamo …
Nello Esposito
http/nazionedelleduesicilie.blogspot.com

lunedì 21 luglio 2008

Il marginalismo meridionalista ovvero le parodie dell’armata Brancaleone

Ricevo dal segretario nazionale dei CDS il fraterno amico Fiore MARRO...

Credo che le posizioni di comodo, anche quelle che si collocano in posizioni non convenzionali come la scelta della battaglia meridionalista, siano per un certo senso l’unico motivo dominante per alcuni individui che sembra siano più dediti ad esaltare la loro immagine che preoccuparsi del mutamento che necessita al Sud ed alle nostre martoriate contrade, una posizione di convenienza che però nulla potrà mai portare come miglioria alla Causa della Nazione delle Due Sicilie .

Bisogna a questo punto tener lontano questi individui che per certi versi sono dotati di un’indiscutibile valenza sofistica, di una buona preparazione culturale se non alta, ma purtroppo lontani dalle reali esigenze e problematiche della gente del Sud, lontani per provenienza familiare, per le scorie ancora presenti delle loro vecchie ideologie italiote ancora non superate e per ceto sociale che sembra una terribile nemesi già accaduta subito dopo la fine delle Due Sicilie, quasi come una punizione divina , se non altro si è creato nel nostro ambiente una sorte di radical chic di sinistrorsa memoria italica che sta via via perdendo il senso pratico del problema per sfociare in azioni da tronisti internettiani, più attenti alla sintassi e alla ripresa televisiva che alle tematiche reali di cui abbisogna la nostra Causa.

Il sesso degli Angeli è stato da sempre un quesito caro al mondo intero, ma non per questo il mondo si è fermato, diamine!

C’era un tempo in cui il sottoscritto agiva per conto e con un movimento napoletano che a più riprese rifiutava qualsiasi approccio con alcuni componenti partenopei che si occupano di “cose” sudiche o sembra che volessero dare un input alla Causa Duosiciliana, ad ogni mio invito a creare sinergia con codesti esponenti, la risposta dei miei ex amici dell’associazione era di solito la stessa: questi qui sono tutto ed il contrario di tutto, meglio non averci a che fare!

Oggi a distanza di anni devo mio malgrado dare ragione alla tesi del mio vecchio gruppo.

Non credo sia possibile per un senziente dare ancora credito a chi ha dimostrato una scarsa attitudine alla realtà che ci circonda e continua a dare l’immagine distorta di una parodia dell’armata Brancaleone, ciò è deleterio per l’immagine dell’intero movimento meridionalista ed è un laccio che blocca anche se grazie a Dio sempre più raramente, l’azione in profondità che è diventata oramai irreversibile ed irrinunciabile. Ci vuole coraggio a non rimanere in una posizione di agio, da belli e puliti,arroccandosi dietro la ricerca di aria pulita, tanto così il costo dell’anima non vene mai erogato e si rimane beatamente nel limbo degli ibridi, tutto ciò naturalmente non per cambiare questo stato di cose oramai insopportabile ma per avere la faccia pulita del niente!

Ciò che non serve alla nostra gente è rifarsi a quel falso codice imputato alla marineria napolitana il famoso Facite Ammuina, ciò che non serve al nostro popolo è quest’espressione di marginalismo etereo e svuotato di realismo, tutto ciò che non serve al Sud è inseguire santoni della contestazione a prescindere. Quello che non serve è fingersi impegnati per poi rifarsi solo il trucco, ciò che non serve alle Due Sicilie sono queste subdole vergini vestali, c’è bisogno di olio di gomito e di lottare usando tutte le armi che si possono raccattare per un reale cambiamento,il Sud cominciare ad incidere veramente anche quando riuscirà a svincolarsi da profeti fai da te e che potrà avvenire solo attraverso l’ atto di devozione che noi uomini duosiciliani dobbiamo dare alla nostra nazione e non a noi stessi senza perdere mai di vista i valori e l’identità che ci contraddistingue.

Non è più tempo di icone da venerare questo è il tempo degli uomini per la lotta a Sud e per il Sud.

Questo è essere esponente dei CDS, questo è ciò che noi vogliamo avere a fianco a per proseguire nella disperata lotta di liberazione

Forza e onore

Fiore Marro

RICEVO DA ZITARA

Il diluvio universale nella giustizia. Una provocazione ai giuristi

Usare il termine 'utenti', quando si parla della giustizia, è la stessa cosa che definire 'consumatori' le persone umane che, spendendo al supermercato il ricavato del proprio lavoro, lo scambiano con quello altrui. L’uso di un vocabolo come 'utente', nel caso della giustizia, non rappresenta una degenerazione linguistica, ma il crollo dei valori umani che da tre millenni stanno alla base del diritto. Il diritto si fonda sull’eguaglianza delle parti in causa di fronte al giudice 'naturale'. Naturale è la stessa cosa della collettività organizzata dalle leggi: lo Stato, l’ordinamento giuridico; ad Atene era la Polis, dove il diritto ebbe una prima evoluzione; a Roma era la Res Publica Romanorum.
Oggi, in Italia, si lamenta una grande sofferenza della giustizia, e non perché, secondo alcuni, Berlusconi pretende di sottrarsi ai giudici o perché, secondo altri, la politica si serve dei magistrati per disfarsi di un avversario ingombrante. La sofferenza neppure riguarda l’equità del processo, ma la durata. Sia il processo civile, sia quello penale, sia quello amministrativo, sia quello contabile arrivano alla sentenza definitiva dopo attese estenuanti.
Dei quattro settori della giurisdizione quello di maggior peso sociale è il civile. Mi soffermerò sulla pesantezza di questo.
Il diritto civile si chiama così non per contrapposizione a incivile, ma in quanto eredità della parola latina 'civis', cittadino. Civile, in questo caso, vuole dire 'privato', dei privati. In origine, a Roma il processo civile iniziava per l'azione di un civis romanus. Gli stranieri non avevano l'identico diritto. Solo nell'ultimo secolo della Repubblica venne istituito un pretore cosiddetto extraurbano che non giudicava secondo il diritto romano, ma in base alla generale concezione del giusto e dell'ingiusto, detto jus gentium, diritto universale o naturale, già noto alla filosofia greca. Ai tempi nostri, qualunque persona fisica, o una società o anche un ente pubblico può iniziare una causa civile contro un altro soggetto. A questa lite lo Stato 'presta' il giudice, il quale mette fine alla lite (al processo) emettendo una sentenza. Quel che il giudice sentenzia è un comando dello Stato. Se la parte perdente non ubbidisce spontaneamente, la parte vincente può chiedere l’aiuto dello Stato, in modo che la vittoria si concretizzi.
Guardando dall’angolo visuale della storia di lungo periodo (dei cambiamenti epocali) il nostro diritto civile (privato), come il diritto civile di tutto l’occidente, è sempre quello impostato nella Roma repubblicana attraverso gli editti dei pretori. Questo significa una cosa estremamente importante: i rapporti tra le persone sono motivati da scopi identici o simili a quelli che muovevano gli uomini di duemila anni fa. Rispetto all'Età Classica ciò che è fortemente cambiato è il numero delle cause. E non perché la gente sia divenuta più litigiosa, ma per due diversi motivi. Primo, in Occidente, e non solo qui, la vita non si svolge più intorno alla produzione familiare del contadino, il quale aveva di fronte a sé la natura, Dio, la fame. Oggi si vive di scambi. Il pane si va a comprare. Cosicché ogni persona, al massimo ogni famiglia, è un’azienda che dà e riceve dagli altri. Secondo motivo: il numero dei beni che ciascuno consuma (usa) è infinitamente maggiore che in passato. Entrate nella toilette di una abitazione appena agiata e mettevi a contare le cose (i beni) che vi si trovano. Ciò fatto, chiudete gli occhi, entrate con la memoria nel cesso dei vostri nonni, contate le cose che ci sono e fate la sottrazione. La differenza può essere riportata in termini di rapporti giuridici, tutti quelli necessari per disporre di quei beni e per rinnovarli all’occorrenza. Se mia nonna, nel 1880, si lavava i capelli, non credo che potesse farlo altrimenti che con l’acqua e il sapone. La differenza con me è costituita dallo shampo, dal rubinetto, dalla doccia, dall’acqua calda, dall’Italgas, dal tappetino per non bagnare il pavimento, dal phon, da unguenti e pomate varie e da un’infinità di alte cose. Mia nonna non avrebbe potuto iniziare alcuna causa. L’acqua era del pozzo di casa e il sapone era stato fabbricato da lei stessa. Chi oggi si lava i capelli potrebbe avere motivo di chiamare in giudizio sei o sette fornitori. Non lo fa perché la prova del danno per una persona qualunque sarebbe oltremodo costosa, economicamente impossibile nel caso di perizie chimiche o ingegneristiche che costano milioni di euro. Non solo i rapporti di diritto pubblico ci costringerebbero ad assumere un avvocato e un commercialista ad personam, anche i rapporti di diritto privato ci vedono impotenti. La cosa è socialmente avvertita. Soltanto dove intervengono le associazioni dei cosiddetti consumatori o quelle volte che interviene “Mi manda Rai 3” il civis qualunque ottiene qualche ristoro. Ma sono gocce d'acqua in un mare. Nonostante la teorica possibilità di questi interventi a carattere collettivo, il cittadino è debole. Ma è debole anche perché le cause sono divenute lunghe e costose. Il loro numero aumenta e i fascicoli si ammonticchiano negli stipi delle cancellerie. Uno, due, tre, quattro milioni, non si sa più quante sono. L’incredibile durata di un giudizio civile comporta una dipendenza e sofferenza personale parecchio pesante. Col passare del tempo lo stesso motivo del contendere si sfoca, perde la sua rilevanza propriamente giuridica per assumere quella di un puntiglio, di una vendetta. Di questo passo, le basi stesse dello stato (l'ordinamento giuridico), già incrinate per l'uso spudorato che si fa del danaro pubblico da parte dei politici, dei pubblici impiegati e degli erogatori privati di pubblici servizi, salteranno in aria. La società civile lascerà il posto alla barbarie.
E’ opinione diffusa che il processo civile va riformato. Secondo chi scrive il grosso difetto del nostro processo civile sta nella sistema della prova. La parte è tenuta a fornirla. Ora, a prescindere dal caso di scontro giudiziario tra un cittadino medio e una potente impresa (per es. una società di assicurazioni), nel nostro processo la costruzione della prova è macchinosa e molte volte oggettivamente poco convincente, anche se formalmente esaustiva. Mi viene spesso da pensare che al tempo di Cesare, Roma aveva sei o settecentomila abitanti e soltanto quattro pretori urbani. Per altro le magistrature romane erano tutte elettive. I pretori non erano giuristi ma persone provenienti dalla politica, che duravano in carica al massimo un anno. Eppure questi signori hanno edificato il diritto civile che tuttora si studia nelle università. Come è accaduto questo? Quando un pretore riceveva la richiesta di iniziare una lite ne ricostruiva la 'causa' non solo sulla base delle prove portate dalle parti, ma anche su quelle che otteneva da altre fonti. Ciò fatto, con l'aiuto di un giureconsulto del suo staff definiva la norma, la regola da stabilire o ristabilire nel rapporto tra le parti in causa e pronunciava la sentenza.
Oggi il sistema della prova civile non solo non regge più rispetto al principio dell'eguaglianza dei cittadini ma rallenta anche e incredibilmente il processo. Un equilibrato intervento del giudice nella formazione della prova, come vediamo nei film americani, credo sia inevitabile. L'istituto della perizia d'ufficio non copre le problematiche attuali.
Il tema è elevatissimo e va al di là della mia "scienza" e della mia esperienza. Ci sono nell’ambito del nostro territorio giuristi di alto valore, sia tra i magistrati che tra gli avvocati. Mi piacerebbe che qualcuno di loro intervenisse su questo argomento, tanto più che la crisi della giustizia di cui si parla tanto è essenzialmente meridionale.



Caro Collega,
mi permetto di segnalarti il comunicato diffuso dall'Associazione che ho l'onore di presiedere. Cordialmente, Nicola Zitara
ASSOCIAZIONE CULTURALE 'DUE SICILIE'
Gioiosa Jonica
ll calvario di Fenestrelle
Comunicato stampa
A distanza di 148 anni dagli eventi, finalmente l'amministrazione del Comune di Fenestrelle ha accolto civilmente e con senso di responsabilità che fosse posta sul muro della fortezza una lapide commemorativa degli ottomila prigionieri napolitani periti fra quelle mura. Dice la lapide:
TRA IL 1860 E IL 1861 VENNERO SEGREGATI NELLA FORTEZZA DI FENESTRELLE MIGLIAIA DI SOLDATI DELLE DUE SICILIE CHE SI ERANO RIFIUTATI DI RINNEGARE IL RE E L'ANTICA PATRIA. POCHI TORNARONO A CASA. I PIU' MORIRONO DI STENTI. I POCHI CHE SANNO S'INCHINANO.
Si trattava di prigionieri di guerra, essenzialmente di soldati semplici che in ritirata, dopo la battaglia del Volturno, non avevano potuto trovare rifugio, a causa del numero, nella fortezza di Gaeta, in cui Francesco II aveva cadere non certo per salvare la patria, impresa ormai impossibile, ma l'onore. Ma vi erano anche sbandati calabresi, pugliesi, abruzzesi, molisani, campani appartenenti alla divisioni di linea i cui generali avevano complottato con i piemontesi o erano passati a Garibaldi, nonché renitenti alla leva che Cavour aveva ordinato appena occupato il Regno napolitano nella speranza di spegnere la resistenza contadina già in atto. Trattati come animali, ammassati nei bastimenti, tenuti senza cibo e acqua per giorni, i duosiciliani, colpevoli soltanto di essere rimasti fedeli al loro Re, vennero sbattuti in terre sconosciute, fredde, in campi di concentramento inospitali e, soprattutto, lontano dalla loro terra e dalla loro famiglia. Molti non riuscivano a sopportare la disperazione e mettevano fine ai loro giorni gettandosi in mare, come viene attestato in un articolo del giornale L'Armonia edito a Genova. Tanti, anzi, quasi tutti quelli che non morirono nel lungo tragitto a piedi dal Sud fino alle Alpi o per mare fino a Genova preferirono affrontare il duro e disumano regime carcerario, gli stenti, le umiliazioni, i maltrattamenti, i morsi della fame e della sete, le malattie e, persino, la morte, pur di non chinare la testa di fronte a quelli che consideravano solo crudeli usurpatori. I principali campi di concentramento istituiti dal nuovo Regno d'Italia furono, oltre a Fenesrelle (in Val Chisone, fra le Alpi), San Maurizio Canavese, Alessandria, Milano, Bergamo, le Isole Pontine, l'Elba, le piccole isole del Mar di Sardegna, dove vennero internati più di 12.000 tra ufficiali e veterani che avevano rifiutato di continuare il servizio militare nell'esercito italiano. Festrelle costituisce ancora un sistema difensivo composto da parecchie fortezze poste fra le Alpi. In una di queste i prigionieri organizzarono una rivolta progettando persino d'occupare Torino. Furono scoperti. La repressione fu durissima. Degli 8000 concentrati in questo lager pochi tornarono a casa. I più morirono di fame, di freddo, di malattie non curate. Furono sepolti in fosse comuni e non si fece memoria dei loro nomi.
Gioiosa Jonica, 17 luglio 2008

domenica 20 luglio 2008

Resoconto precongresso CDS Napoli

Scritto da pasquale pollio

Napoli 16/07/08

Resoconto precongresso CDS sezione Napoli




Si è tenuto presso l'Hotel Palazzo Alabardieri di Napoli il precongresso della sede di Napoli dei CDS per tracciare le linee programmatiche da sviluppare per il Congresso nazionale che si terrà il 05/10/08 a Caserta.

Erano presenti, oltre agli iscritti della sezione napoletana alcuni esponenti dei CDS Caserta e Castellammare di Stabia tra cui Nello Esposito, Nicola Casale e Orazio Letizia oltre a vari sostenitori vicini al movimento.Dopo l'introduzione del coordinatore della sede di Napoli, Pasquale Pollio, che ha spiegato ai partecipanti le linee generali che guidano il movimento rimarcando tra l’altro nel suo intervento l’intenzione di non concorrere a candidature nazionali per così meglio occuparsi della sezione napoletana, Pollio ha esposto pure che il dialogo con l’Mpa prosegue affabilmente e che si stanno cercando le condizioni migliori dal punto di vista dei CDS per valutare eventuali condizioni collaborative. L‘intervento successivo di Vittoria Mariani si è basato spiegando le iniziative, che insieme ad altre associazioni napoletane, si stanno preparando sul territorio.

Ma l'intervento più importante è stato quello del segretario Fiore Marro che a più volte puntualizzato che il nostro movimento deve partire da basi identitarie che sono l’essenza stessa del nostro sodalizio, basi che non possono prescindere dal periodo pre unitario. Il nostro movimento si deve assolutamente basare su punti irrinunciabili che partono dal forte senso di appartenenza dei componenti stessi per poi dare l’idea di una”famiglia allargata” ha ribadito il segretario nazionale, perché senza questi punti non c’è motivo di far parte dei CDS, senza naturalmente tralasciare altre forme di battaglia, il nostro movimento deve risultare attraverso l’esempio dei consociati un modello che possa così attirare la gente del Sud a sentirlo proprio . Ringraziamo tutti i partecipanti

Il coordinatore CDS Napoli

Pasquale Pollio

Forza e Onore

venerdì 18 luglio 2008

COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER IL SUD

Ricevo e pubblico da Mario Moccia

Per fare giustizia bisogna cominciare col fare verità

Corregionali, compatrioti,
Quello sopra è il "logo" che questa mattina ho pensato, e che è in attesa di essere reso definitivo da un grafico capace di riassumerlo in un'idea grafica di visibilità immediata ed accettabile. Esso costituirà il logo per la carta intestata di un'associazione per il ripristino della verità storica, con la quale ci rivolgeremo a chi di competenza per ottenere la realizzazione di tutte quelle azioni piccole o grandi, che ci permettano di fare i conti con il nostro passato e, insieme, porre le basi per il nostro riscatto! Come chiunque può evincere dalla presenza in rete di tanti appassionati di Storia Patria, sono molti coloro che vorrebbero vedere ripristinata la verità sulla nostra vicenda di Popolo aggredito, rapinato e trattato ancor oggi come colonia dall'invasore italiano. Ma se a muoversi, siamo sempre i soliti "noti"(neppure avessimo interessi personali), non credo potremo mai avere tutte le necessarie soddisfazioni. Ma per cominciare a dire la verità a cominciare da me medesimo, personalmente, non posso nascondervi che di là delle belle ed edulcorate parole che cerco di rivolgervi, dentro di me, ribolle un"ira fottuta" per quanti tra voi tacciono o nicchiano di fronte alle piccole iniziative che tento di portare avanti come l'ultima di scrivere al Presidente della Repubblica, con il fine di ottenere la realizzazione di un Sacrario-monumento-museale che ci consenta di onorare i caduti di quell'infausta aggressione. Con il cominciare con l'ufficializzare un "giorno della Memoria" almeno durante il quale rivolgere un mesto pensiero a quelle povere anime, e far salire al cielo una sommessa preghiera per ringraziarli del sacrificio a cui si sono sottoposti per amore o per forza, almeno 750.000 nostri compatrioti uccisi dalla mano amica che voleva venirci a "salvare", mentre invece, ci ha rapinati ed ucciso tutte quelle povere persone, e fatto uccidere almeno altrettanti ragazzi del Nord che erano venuti per ucciderci (salvandoci), e che noi vorremmo onorare con lo Stesso Sacrario e nella stessa Giornata, perchè almeno essi, imbrogliati come noi, avevano creduto che erano nostri fratelli, e per tale ragione hanno trovato la morte; per l'ingordigia di pochi. Gli eredi dei quali, continuano a farsi beffe di noi meridionali, turlupinandoci con leggi, leggine e lacciuoli che non ci permettono di progredire come potremmo e saremmo capaci di fare! Ma qui, a questo punto, mi viene il primo dubbio: "saremmo capaci di fare..." Ma fare cosa se non siamo neppure capaci di riscattarci inviando una semplice lettera! Come vi ho chiesto e vi chiederò nuovamente di fare nel prosieguo di questa reprimenda! Ma per caso vi devo inviare anche il francobollo e magari la lettera già pronta solo da firmare? Ebbene, cari compatrioti che tanto blaterate di stare male sotto quest'Italia e vi sentite trattati da cittadini di serie "B" , tanto da inondare la rete ed i tanti blog di vostre lamentele, sapete che cosa vi dico, io che sono una persona educata e adusa al ragionamento, nonostante un'emiplegia che non mi consente l'uso di un braccio, sarei pronto a sfidarvi a duello per farvi prendere atto della vostra inedia ed utilità per la società; quella italiana, stessa, e ancor meglio per quella nostra: "quella meridionale"! Ora le cose sono due. O vi ho ho scossi, ed in tal caso fate quello che vi indico di fare, o vi ho offeso, ed allora inviatemi i termini di una sfida così ci chiariamo da uomini, una volta per tutte! A me, quest'Italia di malfattori, mi ha stancato e mi voglio affrancare, possibilmente riprendendomi il mio Paese. Oppure dovrò emigrare; alla mia età, poi. Ma non sono certo io il tipo che si spaventa per un viaggetto! Però preferirei restare in Italia; possibilmente al Sud! In una Patria veramente mia! E voi?
Con simpatia per i vostri timori atavici attendo una vostra mossa.
Mario Moccia brigante normanno
P.S. Qui sotto c'è un testo che propongo a tutti di copiare (eventualmente modificare, integrare etc.) e sottoscrivere col proprio nome e cognome ed inviare al Presidente della Repubblica, attraverso l'indirizzo postale sottoindicato, al Presidente della Repubblica,
E' importante esercitare il massimo delle pressioni affinché questa nobile iniziativa si compia. Perchè anche con questa nuova, ulteriore azione, faremo i conti con il nostro passato e, insieme, porremo le basi per il nostro riscatto! Dobbiamo -dunque - inviare una lettera ( per posta tradizionale), debitamente firmata, al seguente indirizzo:
Al Presidente della Repubblica. On.le Dott. Giorgio Napolitano.
Palazzo del Quirinale. 00187 ROMA


Segue testo della lettera, al quale sostituirete il mio nome con il vostro. Grazie a tutti!


Signor Presidente,
mi chiamo Mario Moccia rappresentante-promotore del nascente Comitato Verità e Giustizia per il Sud e portavoce di milioni di cittadini meridionali (residenti nel Sud, in Italia e nel Mondo), che intendono sensibilizzarla su una questione ritenuta essere fonte di colpevole oblio e profonda ingiustizia. Non abbiamo atteso di avere al Quirinale un Presidente napoletano, giacché lei, come i suoi predecessori, è presidente di tutti gli italiani (espressione non coniata da noi); Sottolineiamo che soltanto oggi, sotto la spinta di molti di noi, siamo riusciti ad apporre una targa commemorativa per le vittime che videro una morte atroce nel "forte di Fenestrelle" in Piemonte. Perché grazie ad una corona allobrogica (donata dall'associazione culturale che gestisce oggi, il forte di Fenestrelle), la messa in latino, le preghiere e la targa stessa, le anime di quegli infelici venissero finalmente liberate per raggiungere la Grande Anima del nostro Creatore. A prescindere dal credo di ognuno di noi, non dobbiamo dimenticare che la gran parte di quegli infelici erano - come noi - Cristiani, e, almeno per il rispetto al loro credo religioso lasciando stare l'ateo, freddo pensiero politico, quel nostro gesto era loro dovuto. Superando il colpevole silenzio dei molti, per la prima volta, in quel luogo dov'erano convenuti i nostri corregionali da ogni parte del Sud, d'accordo, ma anche molti escursionisti del Nord e persone stanziali, per la prima volta, abbiamo avvertito tutti, quel grande sentimento di fratellanza che ci lega ai cosiddetti "fratelli d'Italia"! Insomma, in mezzo a quella gente, in quel forte, ci sentivamo a casa nostra. Ora un altro importante gesto ci preme realizzare, ma solo attraverso il Suo autorevole intervento. Questo sarà possibile, dacché nessuna divisione politica del Paese, può ignorare la figura istituzionale che ci unisce da quando si è voluta un'Italia unita, dalle Alpi a Pantelleria. Illustre signor presidente, la preghiamo di accettare il tedio di questa lunga lettera che non vuole essere un esercizio di scrittura, bensì la manifestazione-interpretazione dei sentimenti che permeano il nostro essere italiani di fronte a noi stessi, ma anche di fronte al mondo che crede nel nostro Paese. Perché neppure noi meridionali convinti di possedere il territorio più bello del mondo, possiamo esimerci dal pensare che non potremmo mai fare a meno di città che si chiamano Venezia, Firenze, Roma, e persino Milano, perché l'Italia sia! Dobbiamo rendere onore anche a tutte le vittime, aggrediti ed aggressori di quella tragica nostra storia, con un Sacrario a perenne ricordo e l'istituto di una giornata della memoria che significativamente, potrebbe essere il 17 agosto, dacché il 17agosto 1861, ( nel 2011saranno esattamente 150 anni), in quell'annus orribilis, a Pontelandolfo
(BN), si consumava una tremenda tragedia concretatosi nell'uccisione di 17 innocenti e nella distruzione dell'intero centro urbano, le cui case, dopo essere state saccheggiate e fatte segno ad ogni sorta di violenza nelle cose e nelle persone, furono date alle fiamme e rase al suolo.
I fatti si collocano nel clima arroventato dei rivolgimenti politici connessi alle imprese risorgimentali che si erano concluse nel Sud con la spedizione garibaldina. Tutte le rievocazioni di questi fatti sono concordi nel ritenerlo; era Pontelandolfo, come tanti altri paesi rasi al suolo, un paese di gente onesta e pacifica: contadini la maggior parte, incolti e ignari di ogni problema che fosse estraneo al lavoro; e artigiani, commercianti, intellettuali, la parte 'più esigua che abitava il centro urbano... Ma in tutta quella vicenda, non morirono soltanto le nostre Genti, bensì anche molti giovani imberbi che a quell'aggressione furono chiamati convincendoli ad andare a "salvare" i propri "fratelli". Sono tutti questi i morti che vogliamo onorare con il Sacrario che cortesemente, ma fermamente, suggeriamo di realizzare, per dare una mano agli italiani, a sentirsi veramente fratelli!
E dipende da lei solo, signor Presidente! Nostro Signore Dio, quando ha voluto che lei fosse nominato presidente della repubblica italiana, non lo aveva voluto per un caso. Perché Signore, nei disegni divini, nulla avviene per caso.
La ringrazio per la cortese attenzione
Mario Moccia

martedì 15 luglio 2008

Banana Joe


Dal film Banana Joe: “...loro raccolgono le banane per 25 ore al giorno, ...sa metto l'orologio 1 ora indietro durante la giornata..., li paghiamo poco e quello che guadagnano lo spendono nel nostro casinò...”
Ora la realtà supera la fantasia.
147 anni fa cavour invase l'italia con i soldi e l'appoggio politico estero, che finanziarono la missione del nizzardo.
Il primo passo fu quello di smantellare le industrie fiorenti presenti nel Regno Duosiciliano. Posizionarono funzionari marionette in posti strategici per avere una gestione diretta dei proventi delle tasse. Grazie alla stampa, che già allora era propagandistica, dipinsero il nostro regno come destinato al fallimento, ed esaltarono lo stato sardo-piemontese come macchina di perfetta efficienza. Anche questo provocò la famosa “questione meridionale”, ed il fenomeno di emigrazione di massa. I milioni di duosiciliani, che per istinto di sopravvivenza emigrarono al nord, furono tristemente e silenziosamente protagonisti nella realizzazione delle grandi imprese del nord, che con i fondi statali, provenienti dalle tasse pagate dagli stessi emigranti e dalle loro famiglie, costruirono le grandi infrastrutture nel neonato regno di italia.
Nel 1946 qualcuno disse: l'italia è una repubblica fondata sul lavoro (dei duosiciliani aggiungo io).
Quando la grande industrializzazione al nord era stata fatta grazie a noi, si inventarono le aree sottosviluppate (noi) e la cassa per il mezzogiorno, in modo da sfruttare la monodopera dei duosiciliani a servizio delle imprese private del nord per creare infratrutture al sud pagate dalla gente del sud. Poi sfruttando la mentalità delle aree sottosviluppate, lo stato invita (pagando profumatamente) le imprese del nord ad investire (sempre con i soldi delle tasse della gente del sud) nel mezzogiorno, restituendo parte degli investimenti e non pretendendo da tali imprese i contributi per i lavoratori impiegati. Quando tutta questa magia è finita, chiudono i battenti, “richiamando” e costringendo i lavoratori ad un trasferimento in altri luoghi (nord).
Ad un certo punto si inventano la crisi delle industrie pubbliche (Enel, Fs, Sip, Acquedotti,...) e chiedono agli imprenditori (sempre del nord) di aiutare lo stato a non fallire (privatizzazione delle imprese pubbliche), regalando agli acquirenti una struttura diramata su tutto il territorio nazionale.
Contemporaneamente si proclama capitale del gusto un paese del nord, garantendo per legge la genuinità di tutti i prodotti provenienti da quel posto; parte così il finanziamento pubblico per la grande produzione alimentare, che verrà smerciata dai privati toscopadani in tutta la nazione sabauda tramite i centri commerciali; i poveri in canna dei duosiciliani, per combattere la crisi economica, è costretta a comprare i loro pasti dai colonizzatori, dando a loro insaputa l'ennesimo colpo di grazia alla produzione alimentare locale.
Detto questo, e non è tutto, c'è ancora chi dice che se stiamo in questa condizione è colpa nostra!
C'è ancora chi dice che lassù al nord tutto funziona bene!
C'è ancora chi dice che il sud è un peso per l'economia nazionale!
Grazie al caiser!!!
Ma ora per completare l'opera iniziata da cavour 147 anni fa, i suoi discendenti si inventano il federalismo, che visto a modo loro, è la versione in politichese della frase presa dal film Banana Joe!
Nello Esposito
http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com

Precongresso CDS Napoli

Pasquale Pollio
Il coordinatore CDS Napoli -Capitale Pasquale Pollio comunica che in data mercoledì 16 luglio 2008 si terrà il precongresso del Comitato Due Sicilie della sezione napoletana presso l’Hotel Palazzo Alabardieri

Via Alabardieri 38 (adiacente P.zza dei Martiri) 80121 Napoli.

Invitiamo i soci ed i simpatizzanti a presiedere all’incontro.

Per informazioni . 3485853804- 3314067037

Il coordinatore CDS Napoli – Capitale

Pasquale Pollio

lunedì 14 luglio 2008

La circolazione della crisi

Ricevo e pubblico da Zitara...

La crisi è in atto da tempo e secondo gli esperti s'aggraverà. Con alquanta parsimonia i telegiornali fanno seguire, ai quotidiani pettegolezzi politici, qualche notizia sulla persistente caduta dei titoli in borsa. A New York, Londra, Tokio, Hong Kong, Pechino, Francoforte, Milano si accusano perdite colossali, il 25 per cento e anche più. In totale le maggiori borse del mondo hanno avuto un abbattimento dei valori di quasi duemila miliardi di dollari (della bolla gonfiata dalla speculazione. Speculare in borsa significa far crescere con artifici vari, ma non illeciti, la domanda di un titolo azionario o obbligazionario al fine di venderlo a un prezzo maggiore del valore reale dei diritti proprietari che esso rappresenta, o viceversa, fare in modo che il valore crolli o scenda).
Dei dolori di noi plebei, abitanti dell'ultima provincia del mondo degli affari, si dice e non si dice. Il lamento si dispiega sull'aumento del costo della vita, principalmente all'aumento dei generi di prima necessità: pasta, pane, frutta, latte, e da ultimo il barile di petrolio, il cui prezzo è raddoppiato negli ultimi quattro mesi. Il cataclisma abbattutosi sulle condizioni d'esistenza dei sudichi viene esibito dai mezzibusti televisivi come se fosse opera di un dio trascendente e come se non corrispondesse a precisi comportamenti umani. O volerla dire con Marx: a comportamenti umani dettati da interessi di classe. "E' la mano divina che regge il mercato", questa è la filosofia economica che vige da più di 150 anni e che si continua a insegnare nelle facoltà di economia per rimbecillire i giovani, e che viene sottintesa nelle recitazione dei giornalisti televisivi, per ingannare la gente comune. Nella letteratura giornalistica, che è opera di esperti, girano mezze verità che hanno il fine recondito di addossare ogni colpa allo Spirito Santo. Ma se, per caso, questa mano divina, che reggerebbe l'andamento dei mercati, l'andiamo a cercare in un Dio rivelato come Gesù Cristo, è scritto che Egli i mercanti li scacciò dal tempio con la frusta.
Comunque, mano di dio o mani profane, la televisione e i giornali, dovendo fornire un alibi ai colpevoli, mettono insieme due cose ben diverse. Vediamole. L'aumento del costo della vita non ha cause trascendentali. E' stato voluto dai creatori dell'euro. Non ci sono santi che tengano, questi signori, onde avere una moneta forte, hanno fatto in modo d'abbassare i redditi popolari e d'indebolire incisivamente la spesa sociale, il cosiddetto Welfare. Lo hanno fatto sia barando sul cambio tra vecchie monete ed euro (e non solo in Italia), sia allargando la circolazione attraverso la moneta che viene creata su base fiduciaria dalle banche (solo per fare un esempio, un assegno non è moneta, ma per chi lo dà e per chi lo prende è subito valuta. L'ammontare degli assegni in circolazione si aggiunge alla circolazione monetaria). Il (relativamente) recente aumento del prezzo delle materie prime si è riversato come una colata di calce viva sulle classi popolari già sofferenti. In questo caso, per i giornali e la televisione, gli imputati sono l'India e la Cina. Ma neanche in questo caso viene raccontata la verità. La capacità di spesa di una nazione non cresce per salti, ma per progressione. Chi sapeva del fenomeno ha taciuto per favorire gli speculatori. Nel mondo occidentale i giornalisti traboccano, gli economisti anche, i centri di ricerca sono migliaia, ma gli interessi dei monopolisti mondiali sono tali da mettere il bavaglio a chi infrange la legge dell'omertà sui fatti concernenti il profitto. Ci sono poi le responsabilità del dollaro. I prezzi mondiali sono cresciuti e crescono in misura inversa al calo del valore del dollaro. E anche in questo caso la pallina degli gnomi di Francoforte, il cui recondito progetto era di arrivare a sostituire il dollaro con l'euro nelle transazioni internazionali, è finita in buca, in quanto il Giappone, e la Cina e l'India emergenti guardano agli USA come clienti, o maggiori clienti, e non all'Europa. I sapientoni di Francoforte hanno fatto male il loro mestiere. Volendo indebolire il dollaro hanno messo in crisi l'Europa. E nessuno ancora li ha cacciati dal Tempio come si racconta nei Vangeli fece Cristo.
La crisi sociale dovuta alla caduta dei redditi popolari è un fenomeno che precede la crisi delle borse e della finanza bancaria. Anzi, i padroni della banche hanno scialato abbondantemente sulla crisi popolare. I titoli hanno scalato i listini per molti anni in modo ingiustificato. Infatti i guadagni in borsa non sempre derivano dall'incremento effettivo dei profitti, ma più spesso da valutazioni di comodo e anche da imbrogli contabili. Gli Dei o il Caso sono innocenti dell'attuale crisi e del suo aggravarsi. I responsabili sono esseri umani, se tali vogliamo considerare la signora Thatcher e il defunto presidente USA, Reagan, che hanno liberalizzato il movimento dei capitali. Volendola esemplificare, la decisione ha consentito e consente alla banca A, italiana, che si prospetta dei buoni affari diciamo con il prestito al consumo, di prendere in prestito dalla banca B, americana, una certa quantità di milioni, rilasciando un titolo di credito (grossolanamente una cambiale). La banca B non considera questo titolo un credito, a fronte del quale deve accantonare un suo capitale, come farebbe un comune mortale, ma esso stesso un capitale di riserva, e ne impiega il controvalore in altro credito. Succede così che se gli affamati clienti della banca A non pagano, il titolo incassato dalla banca B non corrisponde a un valore ma a puro fumo. Se neanche i successivi debitori di A pagano, il buco viene alla luce del sole. In questo caso la banca centrale stampa altra carta e la presta agli imbroglioni, addossando al pubblico il prezzo dell'imbroglio attraverso l'inflazione. Nella speculazione non c'è solo il danno, c'è anche la beffa. Infatti la contabilità nazionale mette all'attivo i palloni gonfiati, come se fossero ricchezza reale. A tempo di mio nonno si diceva: "Chiacchiere e tabacchere 'e legno, 'o banco non impegna".
Ciò premesso, veniamo a noi plebei, gente marginale ed emarginata del mondo opulento. Cosa accadrà a noi che non possediamo titoli in borsa, non abbiamo euro depositati in banca e abbiamo il portafoglio più spesso vuoto che pieno? Per prima cosa i banchieri cercheranno di recuperare i crediti che hanno verso di noi, per pagare i loro. Infieriranno? Questo è il meno. L'inefficienza della magistratura costituisce una difesa per i debitori. Il guaio sarà che chi manda avanti un'impresa avrà difficoltà a trovare credito. Di conseguenza ridurrà le spese in contanti, in primo luogo il numero dei dipendenti. Crescerà, di conseguenza, la già infernale disoccupazione e i salari arretreranno ulteriormente. La recessione nel settore delle costruzioni è già in atto. Anche lo stato, i comuni e gli altri enti pubblici spenderanno di meno, perché la Banca europea, insistendo nella sua politica di stabilità monetaria, stringerà i cordoni del credito. Intanto ENI, Enel, assicurazione auto, i grandi mulini, i grandi pastifici etc. continueranno a succhiare plusvalore dai consumatori meridionali Fra tante cose che già vanno male, di positivo ci potrebbe essere uno stimolo a tornare ai campi e all'agricoltura. Forse accadrà, forse no. Personalmente non ci credo molto, perché il Sud è precipitato in mano a una classe politica vanitosa, ingorda e inetta. A dirla fuori dei denti e senza la rituale ipocrisia, resteranno in giro i soldi della mafia. La quale continuerà a fare i suoi affari, anche se lo stato e l'Europa restringeranno il rubinetto dei lavori pubblici, portando al Sud danaro che ha prodotto. Ma il danaro della mafia non figlia. La mafia non è un corpo economico progettuale, quantomeno qui dove esercita il dominio sul territorio. Qui alleva i suoi quadri, adotta quindi una cultura da caserma, di retroguardia, chiusa in difesa dell'arretratezza.
Le crisi cicliche sono state sempre innescate dalla mancanza d'intelligenza con cui il capitalismo governa il mondo, ma sono sempre ricadute sulla gente più povera. Sono uno dei pochi a ricordare il 1931, 1932, 1933, e poi le guerre d'Africa e di Spagna, quando i contadini andavano a morire per 25 lire al giorno. Oggi in Africa si muore per meno. Chi crede in Dio, è giusto che preghi.

venerdì 11 luglio 2008

BOZZO

Caro Esposito,
non ho detto che la camorra fosse figlia dell'insorgenza borbonica, ma al contrario che essa si rafforza nella estraneità tra popolo e stato a Napoli quando essa cessa di essere capitale di un regno. Sono quindi lieto che lei mi abbia reinterpretato. Il regno fu un centro odi grande civiltà e di forte intensità culturale, basta pensare ai suoi filosofi e ai suoi santi, a Giovanni Battista Vico e a sant'Alfonso Maria De Liguori. concludo con le sue conclusioni.

Con amicizia

don Gianni Baget Bozzo

-------Messaggio originale-------

Padre Baget Bozzo,

Le chiedo scusa per averla giudicato troppo impulsivamente, Le chiedo
scusa per aver atteso tanto tempo per farlo.

In un suo articolo sul giornale Panorama del 5 giugno, Lei ha dichiarato
che la camorra e figlia dell'insorgenza borbonica, ed io ho insinuato
che chi scriveva era una "prevetariello" manovrato. Ho agito d'impulso
ed accecato dalla rabbia nei Suoi confronti, ma questo tempo trascorso
mi è stato utile per capire chi è Padre Baget Bozzo, un uomo di fede, e
di grandissima cultura che non poteva essere identificato con il mio
giudizio, Le chiedo ancora scusa.

Non voglio entrare nel merito "borbonico" perché la pensiamo
diversamente, ed un confronto potrebbe semplicemente evidenziare tali
differenze di pensiero.

Lei, a questo punto avrà accentuato con una smorfia il suo disappunto
nei miei riguardi, "ecco un altro borbonico!"

Se borbonico e colui che spera nel ritorno della monarchia alla guida
del rinato Regno delle due Sicilie, io NON sono un borbonico; se
borbonico, è colui che ama la propria terra, la propria storia, finanche
il proprio cognome, e lotta per la rinascita CULTURALE di un popolo che
ha subito per più di un secolo il malgoverno e la gestione fallimentare
dell'economia che storicamente era sempre stata fiorente, attiva e
protagonista nell'ambito europeo, si io SONO UN BORBONICO.

Allora se sono cosciente delle divergenze esistenti tra me e Lei nel
considerare i Borbonici, perché mi sono arrabbiato?

Vede, io sono nato e cresciuto in un quartiere che le amministrazioni
locali hanno reso nel corso degli anni un ghetto pieno zeppo di
malviventi, e nella mia vita ho avuto modo di poter constatare che
esistono due tipi di camorra, quella reale fatta di omicidi, scippi,
rapine, droga; e quella insita nelle persone *non solo* napoletane,
quella della signora che ti sorpassa nella fila della posta, quella di
chi parcheggia in doppia fila, quella di chi non paga le tasse, quella
di chi lancia l'accendino allo stadio, quella di chi giudica le persone
in base alla provenienza geografica, sono tutti atteggiamenti che
tendono a far passare per normale la legge del più forte.

Non penso che chi protegge la propria terra (a prescindere dal fatto che
sia giusto o meno nei confronti della collettività) possa essere
considerato un camorrista, e sentire qualcuno che non perde occasione
per indicare come camorristi il nostro popolo e la nostra storia, ha
fatto si che la mia rabbia prevaricasse sull'educazione.

Padre Baget Bozzo, io veramente sono dispiaciuto per averla offesa, e Le
chiedo scusa.

A Maronn c'accumpagn

Nello Esposito

VEDI ANCHE
http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com/2008/06/pazziell-man-e-creature.html

giovedì 10 luglio 2008

300 GRAMMI DI PITTURA



Ci sono voluti quattro mesi, 5 email, 2 promesse, ma alla fine FATO è riuscito a vincere la sua voglia di "normalità".
Il Sindaco di Castellammare di Stabia, Salvatore Vozza, è riuscito a comprare 300grammi di pittura gialla e restituire alla cittadina una importante e nevralgica infrastruttura

Morale della favola: stiamo proprio inguaiati

mercoledì 9 luglio 2008

GIGI D'ALESSIO FISCHIATO

Ieri chi ha assistito al concerto per i 30 anni di canzoni di Pino Daniele, ha potuto vedere come funzionano tante cose.
COME FUNZIONA LA TV, che per coprire un personaggio che porta ascolti come il Gigi Baglioni, ha interrotto una canzone per intervistare dei giornalisti raccattati qua e là per coprire i cori "te ne vai o no!" dei napoletani.
COME FUNZIONANO I NAPOLETANI, che si devono sempre dividere, vedi SAN GENNARO VS SANT ANTONIO, DESTRA VS SINISTRA, NAPOLI VS JUVE, divisioni che sfociano sempre ed in tutti i casi in inutili chiacchiere 'e cafè.
Nello Esposito

martedì 8 luglio 2008

FRONTE NAZIONALE PARTIGIANI DUESICILIE

ricevo e pubblico da Mario Moccia

FNPDuesicilie

FRONTE NAZIONALE PARTIGIANI DUESICILIE

Le rivoluzioni se nascono dalla cima, sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima stessa. Vi siete accorti dopo molti anni che in realta' grandi "eroi", Garibaldi, il "Che", e tanti altri, si sono rivelati solo degli assassini, avidi di potere. Degni compari di chi il potere lo aveva già (Vittorio Emanuele di Savoia), ma, indebitato fino al collo, questo potere voleva mantenere mettendo le mani nelle tasche degli altri ( il Regno delle Due Sicilie), con i suggerimenti di chi il potere lo voleva per se ( Mazzini, i suoi compari massoni, Garibaldi ed altri i cui nomi vi risparmio per amor di sintesi); Per costruire un'Italia unita che unita non è mai stata se non negli interessi (massoni, Politica Mafia, sistema bancario con personaggi squallidi servi di quei poteri... il prof. Prodi, Mario Draghi in testa e alcuni altri che non ci faremo specie di denunciare quando e se dovessero mettersi sulla nostra strada.Ma chi sape leggere, capisce a mme!
Domenica 6 luglio 2008, è accaduto un fatto straordinario che attendevamo da 148 anni, ma più di noi lo attendevano i nostri fratelli e sorelle i fedelissimi soldati borbonici ai quali, grazie all'apposizione di una targa commemorativa ed una commovente messa in latino nella fortezza piemontese di Fenestrelle, abbiamo finalmente dato voce e onore a quei piccoli grandi eroi duosiciliani, gli irriducibili innamorati della Patria Napoletana, i nostri Partigiani e, cosa più importante, liberando le loro anime dalle infami catene che ancora li trattenevano su questa terra che era stata tanto avara con le loro vite. La memoria di quei bravi soldati del Regno che si fecero onore e diedero orgoglio all'esercito borbonico è stata redenta grazie all’impegno dei novelli “briganti” delle Due Sicilie con in testa l’ingegner Ferdinando Mallamaci, sostenuto dall'ardore di tanti compatrioti duosiciliani che ho avuto l'onore di conoscere di persona, per la prima volta, seppure - di molti tra loro conoscevo già il grande e lungimirante impegno a favore di una riconquista della dignità del nostro Popolo. Un nome per tutti, sempre per amor di sintesi, quel Fiore Marro con alcuni dirigenti del movimento dei Comitati Due Sicilie presenti cospicuamente nel tristo sito sabaudo con a capo il segretario nazionale Marro per l'appunto, ed i responsabili delle sezioni CDS Lombardia Mario Bellotti e Emilio Zangari, per la Sicilia Davide Cristaldi, per l'Emilia Marco Fortunato e Luigi Costantino ed il coordinatore di Napoli Pasquale Pollio . Ho parlato ovviamente con tutti della possibilità di meglio coordinare tutte le nostre azioni con il fine di dare un'accelerazione, una svolta pacifica alla nostra rinnovata presa di coscienza, con il fine di riprenderci la nostra dignità attraverso una precisa richiesta al governo italiano di offrire al Sud, non gli spiccioli di ritorno, bensì la possibilità di autodeterminarsi consentendo al nostro territorio ( definito mezzogiorno), i vecchi confini del fu Regno delle Due Sicilie, con la realizzazione di una macroregione con possibilità di legiferare per proprio conto così da poter rilanciare in ambito europeo e mondiale, la nostra economia dovuta alle nostre enormi risorse territoriali e potenzialità di risorse umane tali da poter richiamare in Patria quei 20 e passa milioni di emigrati che sarebbero ben felici di ritornare in un'Italia finalmente unita sul serio, in un Paese, l'Italia, dove il Popolo meridionale sarebbe il vero nuovo volano dell'economia, non solo meridionale, bensì della nazione Italia! Ma parlando con tutti quei magnifici ragazzi, ho captato in loro una sorta di delusione e di stanchezza per l'immane compito cui si sono votati, quando infine vedono che mentre loro remano in una direzione orgogliosa (di orgoglio meridionale), la gran parte dei meridionali sono ancora divisi tra le stupide, dannose ideologie proposte dagli italiani che si combattono a sole finalità di potere; il loro. Quello che consente a quest'Italia di continuare a credere che il "mezzogiorno" non è altro che una colonia da sfruttare ad libitum fino alla morte fisica, non soltanto del popolo, ma dello stesso splendido e ricco territorio. Io, purtoppo, ho un carattere forte e financo dei toni forti e coloriti, tanto che qualcuno - erroneamente ha sostenuto durante una conversazione-dibattito: " ma allora dovremmo poter fare anche come dice Moccia, di prendere le armi..." Ebbene, approfitto di questo mio nuovo pensiero scritto, per chiarire definitivamente che io per principio, aborrisco la violenza e odio le armi arrivando ad odiare (io che amo tutti), persino chi delle armi ne fa uso per sostenere le proprie ragioni che ragioni non possono essere se necessitano dell'uso delle armi, appunto! Perciò, ragazzi, calma e sangue freddo, proprio noi che per nascita abbiamo il sangue caldo. Continuiamo nella nostra lotta attraverso la propaganda, l'acculturamento di un sempre maggior numero di persone che non sanno e ancora non hanno capito che la verità non sta necessariamente dalla parte di chi ha più soldi e che ha elevato il denaro a proprio Dio. Esistono altri valori molto più importanti, come la cultura, e se proprio dobbiamo usare un'arma, ebbene, noi abbiamo l'arma più importante, quella della Conoscenza e della Verità; armi che ci consentiranno di chiedere agli Organismi internazionali, la nostra autodeterminazione! Laddove il governo italiano fosse sordo alle nostre sacrosante richieste, o continuasse ad ignorarci, pensando che tanto prima o poi noi ci arrenderemo nuovamente. Ma sarà proprio questo l'errore che perderà questi politici sfrontati e menefreghisti delle nostre istanze. Intanto, andate per i nostri territori, e dite a tutti che dopo 150 anni, tutti credevano che noi ci saremmo dimenticati di quello che hanno fatto ai nostri fratelli, per l'appunto 150 anni fa, ma così non è stato ed infatti, quando ormai in pochi ce lo aspettavamo, i nostri morti cominciano ad avere un riconoscimento onorevole, Andate a Fenestrelle che oltretutto è un incantevole sito turistico, e vedrete finalmente proprio all'ingresso campeggiare una targa commemorativa dei nostri morti; e sta cominciando a frantumarsi il mito di quello squallido eroe che risponde al nome di Garibaldi per il quale cominciano a crollare le prime targhe toponomastiche, sostituendole con nomi che appartengono alla nostra storia. Se in pochi abbiamo già rosicchiato tanto, figuriamoci se questi pochi diventano ventimilioni... ecco, dite queste cose ai vostri vicini, parenti, amici e sconosciuti, che la smettessero di fare i pappagalli di una becera, deleteria politica all'italiana, deleteria per gli italiani stessi! Dite queste cose, continuate a fondare (e fate fondare circoli ricreativi intitolandoli alle nostre figure di meridionali, illustri o meno e persino i briganti" che briganti non erano ma resistenti o partigiani! E in ogni Paese del Sud, le popolazioni, facessero delle petizioni per fare sostituire la toponomastica risorgimentale con i nomi dei nostri eroi, dei nostri augusti regnanti, con le date della nostra storia più recente e i creativi pizzaioli creassero una pizza in onore della nostra regina Maria Sofia di Baviera, illustre moglie del nostro Re Francesco II e indimenticata eroina di Gaeta! Ecco, facciamo tutte queste piccole cose, tanto per risvegliare quella coscienza che di sicuro non si è mai spenta, in nessun meridionale per quanto arido.
Accussì, 'nu poc 'a vota, 'na 'nitcchie 'o juorno, tutti cominceranno a capire che cosa significa essere "Gente del Sud"! Appartenere al Sud, per non essere più Sud di nessun Nord, MA ESSERE IL SUD! Quando tutto questo sarà stato fatto, forse ( e dico forse), io non ci sarò più per godere un voto compatto per la rinascita della Nazione Duesicilie, ma ci sarete voi più giovani. Ci saranno i miei Figli e nipoti Finalmente dei veri Meridionali che contano qualcosa, nel novero dell'economia e delle Arti mondiali! Una Nazione che a pieno titolo entrerà a far parte del G9. E dicendo "G9", voglio intendere che non dovrà passare troppo tempo. Perchè quel giorno ci vorrò essere anch'io!
Magari morto! ma voglio un funerale con dei musicanti meridionali al ritmo della nostra tarantella e tante nostre bandiere! che garriranno con quello stesso vento che disperderà le mie ceneri sui nostri mari! Anche se oggi vivo al Nord. Infine, ai più bravi tra noi ad organizzare riunioni, invito ad organizzarne una a Roma, in piazza Montecitorio, dove si annida il Parlamento, circondandolo per tutto il perimetro con una catena umana, legato ciascuno di noi con una catena vera, che non possa consentire a nessuno di disperderci. Là, con le nostre bandiere, chiederemo pacificamente ai signori "onorevoli" di votare all'unanimità almeno la nascita della nostra macroregione con ampi poteri legislativi o in alternativa, lasciarci al nostro vero destino. Quello di essere un Popolo libero. Una vera Nazione. LA NAZIONE DELLE DUESICILIE! LA' SI PARRA' LA VETRITA': "O CON NOI O CONTRO DI NOI" SOLO LA' IL MONDO SI ACCORGERA' DI NOI E LE TELEVISIONI NAZIONALI NON POTRANNO PIU' IGNORARCI relegandoci in piccole notiziuole, tanto per darci il solito contentino. Il Popolo delle Due Sicilie, non è Popolo da tarda serata. Noi siamo Popolo da "prime time"! In piazza Montecitorio, non andremo solo per "fare ammuine", ma per parlare con cognizione di causa e per trattare le nostre sacrosante istanze che tutti gli italiani dovranno ascoltare, a cominciare dagli "onorevoli"! Intanto - per favore - dite ai napoletani di fare qualcosa di concreto facendoi sostituire la toponomastica di quel nome infame ( e bugiardo), di "piazza del plebiscito", ripristinando l'antico nome di Largo Palazzo o di Piazza Francesco II; ecco, faciteme stu piacere! Poi, Tutto il Sud si mobiliti per portare a Roma, almeno 50.000 persone e 50.000 bandiere! Se riusciremo a fare questo, saremo degni di ricostruire la Nazione delle Due Sicilie. Altrimenti, lasciamo perdere. Significherà che non è cosa per noi. E che oramai sudditi siamo e sudditi ( disonorati) dovremo restare. Altro che darci tante arie sul nostro grande passato! Certo, un nordista, un lombardo (un certo Manzoni), ma questo non toglie nulla alla sua affermazione letteraria, sosteneva che chi non ha il coraggio non se lo può dare!* Ma io ho sempre creduto che noi meridionali fossimo gente coraggiosa. O non ho mai capito niente nella mia vita!?
Le Rivoluzioni, quelle vere, nascono dal basso, e non devono nascere dalla cima! Quanto al futuro nostro Governo, in un modo davvero democratico ci sceglieremo la nostra classe dirigente. Ed io non voglio essere tra questi! Tanto per essere chiaro!
*Così faceva dire il Manzoni a Don Abbondio nei Promessi Sposi ....
Perciò, come primo atto da fare per tutti coloro che già da tempo operano sotto o una sigla propria o di altri Gruppi quali che siano i programmi più o meno validi, è quella di iscriversi al Movimento operativo FNPD facendo riferimento a questo Movimento politico-culturale con il fine di agire sempre più insieme e non in "ordine sparso" disperdendo le nostre forze, le nostre intelligenze come ad esempio la scelta delle date nell'organizzare delle iniziative come quella straordinaria di Fenestrelle il 6 luglio e l'incontro di Milano, un paio di giorni prima; obiettivamente complicato, per il popolo di meridionali che avrebbe voluto prendere pare ad entrami gli eventi. Perciò ci vuole coordinamento! Dal momento che tutti sappiamo che: "Addò cantano tanti gall, nun fa mai juorn! Scusate il mio napoletano scritto, tornerò a scuola; intendevo dire che: "Dove cantano tanti galli, non fa mai giorno! Ecco, questo era un esempio. Poi vorrei aggiungere che io non sono capace ad usare la rete per inserirvi messaggi e/o fare un sito specifico per FNPD-AUTODETERMINAZIONE. se ci fosse qualcuno più di me in grado di realizzare questo sito, si proponga. Io stesso paghero' i diritti di acquisto dello spazio; TUTTI INSIEME POTREMO SCRIVERCI, DOPO CHE IO MEDESIMO AVRO' VAGLIATO TUTTE LE PROPOSTE. Bene, ora se qualcuno che ha avuto la ventura di leggere, avesse requisiti e coraggio, si faccia avanti che cominciamo ad organizzarci. E ricordate una cosa essenziale voi che siete cristiani; all'inizio era solo, poi furono in 12; Ad oggi sono stati alcuni miliardi, e sono 2.000 anni che se ne parla! E solo non fu soltanto Gesù Cristo. Soli furono Gandhi e Shakyamuni (il Budda); e questi ultimi due non erano ( almeno nell'ufficialità), i figli di Dio. erano solo dei grandi incaricati! Io forse non lo sono. Ma abbiate rispetto - almeno - per il Dubbio! Facimmo coccosa. Concretamente! Che Fenestrelle sia servito anche a questo! E ricordate: "nulla avviene per caso"...

Già ... ma quali sono i limiti del coraggio ?

Cosa significa oggi nel 2007 essere o meno coraggiosi ?
In passato "coraggio" era un termine molto legato al combattere ,
basti pensare ai gesti di coraggio di tutte le guerre , poi nel XX° secolo è diventato anche sinonimo di resistenza passiva , basti pensare a Ghandi ....
Oggi .... lasciando stare i luoghi nel mondo dove ancora si resiste passivamente ( i monaci Birmani ad esempio), o si combatte una guerra .... cosa significa essere coraggiosi ?

Il coraggio per me ha mille volti nelle società odierna ....
Io lo vedo in chi mantiene una famiglia con poco più di 1.200 euro al mese;
In chi continua ad insegnare il rispetto degli altri , dell'ambiente , delle idee altrui;
In chi fa volontariato;
In chi non si lascia schiacciare dalla globalizzazione;
In chi ha emozioni;
In chi crede in qualcosa;
In chi è coerente;
In chi ha passione;
In chi nonostante tutto ancora sogna;
In chi pur avendo il potere non ne approfitta;
In chi pur potendo rubare non ruba;
In chi invece di guardare la TV legge un libro;
In chi nonostante tutto quello che sente ai TG o legge sui giornali ha ancora
la forza di sperare che le cose migliorino.....

Perché per non arrendersi alla piattezza imperante di oggi ci vuole TANTO coraggio !

Mario Moccia di Montemalo ' 0 brigante Normanno!

P.S. ho già iniziato a preparare lo Statuto; potete già contribuire inviandomi il vostro punto di vista su come dev'essere questo Movimento!

www.mariomoccia.com
mariomoccia@gmail.com

La nuova canzone di edoardo bennato

http://www.youtube.com/watch?v=G1UIfQvYhmI

FENESTRELLE: PASSATO, PRESENTE, FUTURO:

Ricevo e pubblico da Zangari Emilio

la giornata del 6 luglio 2008 restera’ impressa nella mente di tutti coloro che sanno quello che successe ai nostri soldati, giovanissimi, imprigionati in una fortezza che li uccise, ma non li piego’.

Quando, dopo la salita alle celle, abbiamo potuto vedere dove i nostri soldat i venivano tenuti, credo che tutti abbiamo provato un senso di ammirazione per i nostri giovani e un senso di disprezzo verso chi, solo per la loro fedelta’, li fece morire di stenti e sofferenze.

Scorbuto, polmonite e setticemia, secondo una ricerca condotta dal direttore della fortezza,le maggiori cause di morte tra i nostri soldati.

Ma mentre ascoltavo le parole della messa in onore dei nostri caduti, pensavo a quante Fenestrelle

ci sono state, che non possiamo neanche ricordare.

Pensiamo alle nostre montagne, dove decine di migliaia di patrioti, chiamati col nome di Briganti, morirono per difendere la propria terra invasa in modo vigliacco dai sabaudi.

Pensiamo ai milioni di persone che sono state costrette ad emigrare, cacciati dalla loro terra, e che sono morti lontano dalle loro case , dai luoghi della loro infanzia, dagli amici; morti in miniera, o nelle fabbriche, dimenticati da tutti .

Pensiamo agli uomini, alle donne e ai bambini che vedono la loro vita rovinarsi per i rifiuti tossici scaricati da aziende senza scrupoli e dai loro conniventi.

A quelli che an cora adesso muoiono nelle fabbriche e che ancora adesso devono emigrare da questo che viene chiamato il “bel paese”.

Sono tante le Fenestrelle del passato ,cosi come lo sono quelle del presente, ma ho la certezza che noi possiamo evitare che altre , in futuro, ne nascano.

Non ho e non voglio pretendere di avere la soluzione a questo dramma che dura da 150 anni, ma credo che sia giunto il momento che i briganti non restino divisi in bande, che le persone, tante, convinte di dover mettere la parola fine a questa invasione , capiscano l’importanza di mettere da parte i personalismi, i rancori, le invidie, i risentimenti e le loro giuste certezze per arrivare ad avere la forza di poter incidere e contare, per poter influenzare le decisioni che qualcuno, comunque, prenderà per noi e per la nostra terra; che si capisca che divisi non si potrà ottenere niente.

Il miglior augurio che mi sento di poter fare a tutti i Duosiciliani è quello che non ci siano, mai più, altre Fenestrelle.

Zangari Emilio CDS-Lombardia

lunedì 7 luglio 2008

CDS in CDS (ComitatiDueSicilie in Castellammare Di Stabia)



Nuova sezione CDS Castellammare di Stabia

Nella giornata di venerdì 4 luglio nei pressi di un noto locale stabiese, nei pressi del cantieri navali, altro vanto dell’efficienza borbonica, si è costituta la sezione Comitato Due Sicilie della Città delle Acque.

Alla presenza del segretario nazionale Fiore Marro e del vicepresidente CDS di Caserta Orazio Letizia è stato nominato coordinatore della sezione di Castellammare Nicola Longobardi.

Tra gli amici presenti alla riunione i compatrioti stabiesi Nello Esposito e Gennaro Cesarano, Angelo D’Ambra ed il superattivo ed amico di tutte le entità duosiciliane Vincenzo D’Amico.

La direzione nazionale è lieta di questa nuova realtà che è un valore aggiunto per il sodalizio dei Comitati oltre che consapevole che un nuovo, importante tassello si è unito al progetto CDS.

Primo contributo dei compatrioti stabiesi l’incondizionato appoggio alla lotta in difesa della Fontana del Re : http://wpop11.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=423EsSdPKMIuItqeLFbFNb%2B2XeqHbD/q2M5Kd59nr1IjCaRwmEHQVWmYmxGidJSX&Link=http%3A//nazionedelleduesicilie.blogspot.com/2008/07/il%2Dfraterno%2Damico%2Dcompratriota%2Dnicola.html

FENESTRELLE 6 LUGLIO 2008. ONORE AI CADUTI

RIPRENDO DAL SITO HTTP://COMITATIDUESICILIE.ORG, Io aggiungo che il servizio sotto riportato, è andato in onda solo sul TGR PIEMONTE!!! (a buon intenditore poche parole)

"Richiesto replicate più volte dai nemici a servire sotto quella bandiera, rigettai sempre costantemente gli astuti raggiri e gli empi consigli di costoro, esternando a chiare lettere la mia fedeltà al re Francesco fino alla effusione del mio sangue. Fui odiato ed assoggettato a gravi sofferenze, anche per avere sempre più rinvigorito quei prigionieri miei subalterni. Quelle sofferenze per me furono un incredibile consolazione".

In molti si comportarono con valore ed abnegazione, onore ai nostri Padri!

La dove sorge il peggiore dei luoghi dove furono imprigionati i fedelissimi soldati borbonici e vale a dire nella fortezza piemontese di Fenestrelle si è finalmente dato voce e onore a quei piccoli grandi eroi duosiciliani, gli irriducibili innamorati della Patria Napoletana. La memoria di quei bravi soldati del Regno che si fecero onore e diedero orgoglio all'esercito borbonico è stata redenta grazie all’impegno dei novelli “briganti” delle Due Sicilie con in testa l’ingegner Ferdinando Mallamaci e da alcuni dirigenti del movimento dei Comitati Due Sicilie presenti cospicuamente nel tristo sito sabaudo con a capo il segretario nazionale Fiore Marro ed i responsabili delle sezioni CDS Lombardia Mario Bellotti e Emilio Zangari, Sicilia Davide Cristaldi, Emilia Marco Fortunato e Luigi Costantino ed il coordinatore di Napoli Pasquale Pollio .

La storia dei vincitori omette ogni gesto di valore dei vinti,obliandone nomi e azioni. In molti preferirono immolarsi pur di non tradire la Patria, abbiamo in alto voluto riportare come esempio di ciò un passo della lettera del sergente De Federicis prigioniero nelle carceri di Fenestrelle spedita ai suoi parenti. L’affissione della targa commemorativa è stato un momento alto e misto di commozione e orgoglio per il popolo duosiciliano, che ha cercato di dare di nuovo voce ai nostri cari amati Eroi.

http://www.youtube.com/watch?v=UvnUnN_aFpU