A distanza di quasi 150 anni l'italia è divisa in zone il cui popolo pur modificando la propria identità non si sentono ancora oggi italiani.
Questo assurdo progetto politico di voler, a tutti i costi, unire sotto il massonico tricolore popoli appartenenti a culture diverse, oggi sta mostrando ancora più di 150 anni fa i propri limiti, questi amplificati dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, ci mostrano che gli italiani sono un puro prodotto di propaganda.
Nelle zone del confine nord, la popolazione ha mantenuto la propria lingua i propri ideali di terra non appartenente all'italia, gruppi politici che in ogni amministrazione eleggono i rappresentanti delle proprie terre al governo romano, quasi a sottolineare il loro status di colonia.
Poi ci sono le zone che hanno trovato enormi vantaggi economici e di sviluppo dall'unione nazionale, come il piemonte o la lombardia, che pur non avendo una storia identitaria precisa, oggi si elevano a nazione indipendente e trainante per la retrograda restante parte della nazione.
Ancora ci sono popoli che hanno conservato la propria identità, minacciata solo dalle necessità economiche imposte dal governo romano, questi come la Liguria, o il Veneto, conservano orgogliosamente la propria lingua e i propri stemmi, e mai si sentiranno pienamente italiani.
Poi ci siamo noi, i meridionali, gli abitanti dell'ex Regno delle Due Sicilie, che vittime della propaganda d'azegliana ci siamo imposti di essere italiani, rinunciando a secoli di storia, di indipendenza, rinunciando alla nostra lingua ed ai nostri stemmi, lo abbiamo fatto per volere massonico-romano.
Insomma, i valdostani sono valdostani, i veneti sono veneti, i liguri sono liguri, i trentini sono trentini, i lombardi sono padani, e noi meridionali siamo gli unici che DOBBIAMO essere italiani?
Capita che qualcuno si ribelli a questo senso di abbandono, alzi la voce per dire che si sente preso in giro da d'azeglio in poi, ma allora e SOLO ALLORA, i veneti, i lombardi, i valdostani diventano italiani, per dirci che non dobbiamo lavorare al nord, non dobbiamo avere un gruppo politico formato da gente del sud, non dobbiamo sempre e solo lagnarci per un po' di monnezza che loro ci regalano.
Se io mi devo sentire italiano, lo devo essere per volontà ferdinandea e non cavouriana, è una sottile differenza che avrebbe potuto invertire le sorti dell'italia, ma visto che così non è, io sono uno stabiese, un napolitano, ed un duosiciliano, o se preferite meridionale!
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