mercoledì 1 luglio 2009

LA FUORVIANTE SEGNALETICA

Il mio amico, Maurizio, mi ha inviato una appassionata mail, con un link.
Maurizio mi sono permesso di ricopiare il tuo articolo/denuncia, perchè reputo quantomai inverosimile l'attenzione che gli amministratori regionali hanno nei confronti di Castellammare, tanto da non sapere neanche come si scrive;
Non voglio aprire nessuna polemica, ma immaginare che fra un anno siederà alla poltrona del primo cittadino una nuova persona, che qualunque sia il suo orientamento politico, dipenderà da una dirigenza regionale, i cui interessi sono rivolti a mantenere pulito il mare di sorrento e capri, è interessata a spendere milioni di euro per il waterfront napoletano, dimenticandosi del più grande parco naturale che comprende appunto anche Castellammare di Stabia.
E pensare che ci sono politici che sono stati artefici della vendita di una buona superficie di Monte Faito alla FINTECNA (società che possiede anche la finacantieri).
Continuando a SVENDERE il nostro territorio, o facendolo amministrare da persone che non conosco neanche il nome della nostra città, ed infine tendono a CANCELLARE LA NOSTRA STORIA, il popolo stabiese (come identità) è destinato all'estinzione!
Grazie Maurizio per quello che fai.


Facendo seguito ad una segnalazione del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella, cogliamo l’occasione per condividere e commentare con tutti gli affezionati lettori, alcuni “strani” comportamenti di quella che dovrebbe essere la più importante istituzione di protezione della natura e promozione turistica del nostro territorio, ossia l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari.
A molti sarà noto che tra i comuni dell’Ente Parco, Castellammare con circa 65.000 abitanti, è quello più grande. Appurato ciò, vediamo però, qual è il livello di considerazione che i “Dirigenti” del Parco hanno per la celebre “Città delle Acque”.
La prima delle incongruenze/disattenzioni, è facilmente verificabile direttamente nel sito ufficiale: www.parcodeimontilattari.it, dove nella rubrica interna denominata “I Comuni del Parco”, la città di Castellammare di Stabia è annoverata con una sola “m” (Castellamare); qualcuno potrà pensare ad una banale distrazione, ed è esattamente ciò che gli autori del portale stabiese www.liberoricercatore.it (tra cui lo stesso Fontanella) pensarono prima di prendersi la briga di segnalare, a più riprese, il suddetto errore alla redazione del sito del “Parco”, ma tali missive e ogni qualsivoglia ulteriore tentativo di comunicazione fatto per amore di Castellammare e del giusto, purtroppo, ad oggi è rimasto tristemente inascoltato… che pensare quindi: “Noncuranza, mancata ottemperanza lavorativa o più semplicemente beata ignoranza?!”
Ma non è stata certamente questa “banale” distrazione ortografica, che ci ha spinto ad impaginare il presente articolo/denuncia, veniamo quindi alle nuove, strabilianti iniziative dell’Ente Parco che ci dimostrano quanto questa neonata Istituzione, sia presente, conosca e abbia veramente a cuore la tutela del vasto patrimonio storico/naturalistico di Castellammare. Ecco i fatti: da qualche giorno all’ingresso di via Quisisana (per intenderci la salita che conduce ai rinomati boschi di Quisisana e al viale degli Ippocastani del Palazzo Reale), campeggiano in bella mostra due nuovissimi cartelli stradali, appositamente studiati dal Parco Regionale dei Monti Lattari per segnalare due importanti realtà del territorio stabiese.
Il primo di questi cartelli segnala che da Castellammare è possibile prendere una strada per il Faito, e fin qui tutto bene (Castellammare è collegata al Faito), peccato solo che appena pochi tornanti più su, questa strada, che per anni ha deliziato gli amanti del "verde", oggi risulta essere pericolosissima per la mancanza di un costone franato, che ha ristretto o meglio dimezzato la carreggiata, particolare questo, assolutamente da non trascurare che ne pregiudica la normale percorribilità: facciamo notare che poco distante dalla frana è stata inopinatamente divelta e spostata sul ciglio della strada la transenna di sbarramento, sulla quale vi è un cartello che attesta che la strada dovrebbe essere chiusa al pubblico passaggio, così come disposto da ordinanza comunale. Immaginate quindi un povero turista o un qualsiasi altro sventurato che seguendo le indicazioni dell’Ente Parco tenta di salire al Faito da Castellammare e di punto in bianco, magari proprio in un momento di distrazione o di rilassamento, si trova a dover affrontare il tratto di strada franata…
Il secondo cartello invece indica che a Quisisana esiste un fantomatico “Albergo Reale”. Chi vive a Castellammare e conosce tutte le strutture ricettive, sa bene che questo albergo non esiste, e che il cartello verosimilmente fa riferimento al “Palazzo Reale di Quisisana” (peraltro ancora in ultimazione di restauro); con ogni probabilità, chi ha commissionato il cartello ha confuso, o meglio ha erroneamente messo in risalto l'aspetto meno importante della lunga e decorosa storia del Palazzo, prendendo a riferimento un aspetto marginale che ha caratterizzato per un breve periodo questa struttura, quando in un certo periodo del ‘900 il Palazzo Reale di Quisisana (originariamente residenza estiva dei regnanti di casa Borbone e polo attrattivo di tutta la nobiltà d'epoca), è divenuto sul calare della sua "Reale" esistenza, albergo Royal.
Mettetevi però, nei panni dell'ignaro turista ed immaginate l’effetto fuorviante che la suddetta cartellonistica può sortire, se il turista è interessato ad un pernottamento. Alla luce dei fatti esposti, le conclusioni risultano più che chiare: l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari ha impiantato i nuovi cartelli (ciò è lodevole), ma non si è affatto preoccupata di approfondire la conoscenza, le attuali problematiche e le esigenze del territorio stabiano.
La cartellonistica, che risulta essere inesatta o quanto meno inadeguata e non attendibile, potrebbe rivelarsi addirittura pericolosa per la pubblica incolumità, si fa pertanto appello ai responsabili dell’Ente Parco e agli Amministratori cittadini di rimuovere quanto prima i fuorvianti cartelli prima che si verifichi l’irreparabile. Si attende quindi con fiducia un pronto intervento risolutore.

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