Il sogno di unità nazionale si è trasformato in voglia di uniformare, minacciando in150 anni le diverse realtà territoriali con false ideolgie nazional-partitistiche finalizzate esclusivamente ad arricchire i discendenti di chi sognava l'unità; si sono create false illusioni di benessere socio-economico come caratteristica peculiare delle regioni settentrionali, causa di un flusso migratorio di milioni di persone e di risorse economiche dal sud al nord.
I presupposti “Nittiani” di inizio secolo sono stati fagocitati dalla potenza-prepotenza delle industrie settentrionali (pezzenti arricchiti con l’inganno dell’unità nazionale) nel progetto di ulteriore colonizzazione del meridione, causando uno stato di persistente subordinazione delle popolazioni meridionali alla cultura dell’economia settentrionale vincente, propagandata a gran voce dal governo centrale.
La subordinazione del popolo ma soprattutto dei politici meridionali, che negli anni si sono succeduti al governo, ha portato alla ricerca di elementi di imitazione da riproporre nelle terre del Sud, causando, con la complicità della questione meridionale, disastri in ogni campo di applicazione:
- l’urbanistica del meridione è stata vittima della standardizzazione degli insegnamenti universitari; se in passato le nostre università non avevano rivali nel settentrione, oggi all’interno di esse si insegna a costruire parallelepipedi di ferro, cemento e vetro cloni di stili riscontrabili in tutta la penisola italica. Il primo caso di standardizzazione è visibile in Napoli con Galleria Umberto I, copia di quella milanese, bella da vedere, ma utile solo nella piovosa città lombarda, Napoli è la città del sole; L’associazione della perdita degli stili costruttivi con la politica speculativa delle aziende del nord, ha permesso la crescita amorfa delle città meridionali facendo perdere le tracce di quella che è stata la storia architettonica delle nostre terre.
- La cultura gastronomica del meridione, ancora resiste, ma è fortemente influenzata dalla presenza dei grandi centri commerciali che smerciano prodotti industriali in tutta la penisola. Un mio amico disse “magiare tutti i giorni al McDonald è un abitudine che mi torna utile quando viaggio all’estero, per sentirmi a casa, devo assaporare un McChicken” (!!!) questo deve far riflettere quando vedete un napoletano che si compra la pizza surgelata della Findus all’Auchan. La stessa lega del nord nel suo programma ufficiale, combatte l’espandere dei centri commerciali, che reputa minacciosi nei confronti delle piccole realtà che commerciano i prodotti locali, intelligente pensiero, ma che mal si associa con la programmazione espansionista della Grande Distribuzione Organizzata, che si vede costretta a concentrare il suo potere nelle regioni del meridione causando un gravissimo danno alle produzioni gastronomiche locali.
- L’industria del meridione, una volta fiorente, ha subito prima il saccheggio degli invasori, poi la necessità, in seguito alla depredazione, di investimenti provenienti dai ladri del nord; ed oggi tutte le grandi industrie presenti al sud, sono vittime delle minacce provenienti dalle direzioni filo-settentrionali (Fiat, Fincantieri, ecc.) questo, la Cig, la mobilità, il progetto SudNordSud, sono causa di un continuo flusso migratorio di chi per necessità si trasferisce al nord per continuare a garantire un tenore di vita rispettabile alle proprie famiglie.
- Le vie di comunicazione, realizzate in tuta la penisola con una struttura ad albero, favoriscono il continuo sviluppo economico del nord, che grazie agli investimenti, passati, presenti e futuri, vede garantito lo scambio di merce e forza lavoro in linea orizzontali, a differenza del sud a cui viene garantito esclusivamente una movimentazione delle ricchezze in direzione nord.
- La predominanza del potere economico settentrionale ha provocato l’estinzione degli istituti di credito meridionali. Questi operano con programmi di finanziamento differenti in base alla latitudine: mentre al nord si finanziano idee o progetti, al sud, per avere mille euro devi ipotecare qualcosa. Al nord programmi di sviluppo al sud di consumo. I finanziamenti statali per il rinnovo del parco auto, funzionano, nell’ultimo anno sono state vendute migliaia di auto (lo si può notare viaggiando in autostrada, la mia auto del 2001 è la più vecchia) questo ha portato ad una falsa percezione di ripresa dalla crasi economica, infatti oltre alle case produttrici, questo intervento ha giovato soprattutto le banche, visto che il 90% di queste auto sono state comprate accedendo a sistemi di finanziamento, indebitando ulteriormente il popolo meridionale costretto ad arricchire gli unici esistenti istituti di credito settentrionali;
Non esiste un campo in cui l’azione politica non abbia cercato di standardizzare o assoggettare la popolazione meridionale, e purtroppo questo è uno dei pochi programmi ben riusciti della politica. Oggi siamo solo noi meridionali a sentirci italiani. Nello Esposito
giovedì 23 luglio 2009
Unità o uniformità?
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