Quello che ci rende diversi rispetto alla moltitudine di partiti politici nazionalpadani, è la nostra identità, scaturita dalla consapevolezza della nostra storia.
Ma può un identità fare breccia nelle coscienze corrotte del popolo meridionale?
Oggigiorno i 20 milioni di meridionali sono afflitti da problemi che sicuramente non lasciano spazio alla ricerca d un identità perduta o mai avuta.
La mentalità del voto di scambio diffusa dai partiti nazionali per trovare i favori (ed i voti) di un popolo, ha favorito uno sviluppo dell'apoliticità e di un senso di antistato nel mezzogiorno, questo preclude una qualsiasi forma di assimilazione di ideali puri.
Non può esserci spazio per chi non parla di assegno di disoccupazione, di aiuti alle imprese, per chi non promette niente di concreto ad un popolo affamato di solo assistenzialismo.
Questo non deve sconfortare chi lotta per il recupero dell'identità di un popolo, che se per ora vive concentrandosi sulle diversità fra i suoi simili, credendo di proporsi ad una massa che recepisce con facilità consapevolezze che parlano di revisionismo storico, di un unità nazionale sbagliata, e di un invasione del Regno delle due Sicilie, ma non è così, fuori dal nostro mondo c'è gente che vive la propria quotidianità con una scala di priorità diversa da quella di noi duosiciliani.
Non si sconfortino chi alle sue conferenze vede sempre lo stesso gruppo di uditori, benchè questo stia crescendo grazie agli ultimi mezzi di comunicazione di massa, non si sconfortino chi alle celebrazioni per la ricorrenza di date sempre tristi per noi, vede la mancanza di partecipazione da parte dei cittadini, facendo fede sempre e solo sulla partecipazione dei fedelissimi provenienti da tutto lo stivale, non si sconfortino chi ha provato a buttarsi nel mondo politico credendo di spaccare il mondo, ricevendo solo poche centinaia di voti.
Noi, i duosiciliani, abbiamo a differenza di tanti partiti politici nazionalpadani, qualcosa che loro non possono avere o comprare.
Abbiamo SIMBOLI, ognuno di noi, ha nella propria casa la bandiera del Regno delle Due Sicilie, questa ha generato per ispirazione di simboli o nomi tanti altri simboli che contraddistinguono i movimenti meridionalisti.
Abbiamo i LUOGHI, Casalduni, Pontelandolfo, Gaeta, Civitella, e tante altre città che durante l'invasione da parte delle truppe Sabaude/massoniche/mercenarie si sono contraddistinte per la loro resistenza agli invasori, o altri luoghi che per la loro eccellenza dimostrano ancora le meraviglie che i Borbone furono capaci di realizzare nelle loro amata nazione, come Napoli, San Leucio, Caserta, Castellammare di Stabia, Scafati, Messina, Palermo, Catania... abbiamo luoghi che sono intrisi della meravigliosa storia del Regno delle Due Sicilie.
Abbiamo le DATE, queste purtroppo sempre riferite a stragi o ad eventi delittuosi, che sanciscono la sofferenza e la prepotenza che la nostra nazione, le Due Sicilie, ha subito durante l'invasione.
Questi tre elementi, sono la base per la nostra identità, ma non devono rappresentare i nostri limiti, dobbiamo saper guardare al di fuori di questa nostra identità, dobbiamo saperci porre alla massa, che è ignara di SIMBOLI, LUOGHI E DATE, dobbiamo comprendere che i nostri problemi, e le nostre lotte non sempre coincidono con quelle del popolo meridionale.
Senza irridere di niente e di nessuna delle iniziative volte alla diffusione dell'identità, credo che dobbiamo evolverci, senza forzare la mano ad improduttive alleanze.
Questo mi porta alla discussione nata da qualche giorno sul sito dei Comitati due Sicilie, intitolata Federazione di movimenti meridionali.
Noi dei comitati, siamo, nel corso di questo ultimo anno, cresciuti senza paura di essere contraddetto, di numeri e qualità, questo cammino porta alla proposta di Zangari e Longo, che sicuramente rappresenta un logico proseguire di un discorso che forse da trent'anni a questa parte non era mai stato fatto o recepito. Non perchè lo facciano i CDS mi aspetto che venga accolta l'iniziativa di federalizzare i movimenti meridionali, anzi sono convito che l'invito si perderà nelle pagine del sito.
Questa è la cosa sconfortante, l'aggrapparsi a parole scritte per criticare chi si impegna, io personalmente credo che dobbiamo ricercare i punti di unione anziché sottolineare quelli che ci dividono.
Nello Esposito
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