sabato 7 marzo 2009

I 4/5 DA REALIZZARE

Molte volte viviamo confronti che restano chiusi nell'interno del nostro cosmo, forte della sola convinzione che la nostra storia sia l'arma vincente per un riconoscimento di una nazione ed il risveglio culturale e identitario delle DUE SICILIE, ma bisogna prendere coscienza della realtà del meridione e dei meridionali che ci circondano.
Su Venti milioni di residenti nelle DUE SICILIE, non a tutti può interessare la nostra storia, e non tutti possono essere concordi con la politica che i Borbone effettuavano nelle loro terre, quindi se davvero il nostro obbiettivo è l'indipendenza o l'autonomia delle Due Sicilie, dobbiamo imporci nei tempi e nei modi a cui i meridionali sono abituati.
Bisogna essere obbiettivi, e trovare un metodo di propaganda che sia valido ed efficace per i modi di assimilare della maggioranza dei meridionali, questo che ci piaccia oppure no significa apparire nella forma di partito, purtroppo l'unico modo di far assimilare la nostra esistenza.
Il nostro fallimento, sta nell'aver creduto che la validità dei nostri motivi, la nostra storia, ed i nostri trascorsi da terza potenza europea, siano stati sufficienti a smuovere l'orgoglio dei meridionali, e realizzare così quella autoproclamazione per volontà popolare della Nazione delle Due Sicilie, ma così non è.
IDENTITA'. Tutta la nostra storia è la base fondamentale per la costruzione dell'identità del movimento, e questo negli anni è riuscito a creare un gruppo di persone, che pur avendo una visione diversa del modo di agire, hanno un unico obbiettivo; questa è la nostra IDENTITA', punto di partenza per la riuscita dell'impresa.
LEADERSHIP, questo è quello che ci manca; Il meridione a chi dovrebbe affidare le proprie sorti? A tanti leader quanti sono i movimenti? L'abbandono della Famiglia Reale, e la loro attuale volontà di non volersi confrontare con la politica corrotta di oggi, ci ha privato di una figura importante, senza la quale un Regno non può essere tale; l'alternativa ad un Regno qual'è se non una Repubblica? Una repubblica è formata da partiti, in genere maggioranza ed opposizione, ma sia l'una che l'altra hanno all'interno della propria struttura una leader, che indirizzi la parte di popolo a cui si rivolge con le proprie idee, i propri ideali;
CONSAPEVOLEZZA DEL PENSIERO DELL'ELETTORATO; Come accennato in precedenza, il nostro campo d'azione è il meridione, e tutti i suoi abitanti. È troppo presuntuoso, pensare di coinvolgere l'intera popolazione, o la maggioranza di esso, in un cambiamento radicale della loro esistenza, imponendo il pensiero “Dobbiamo essere indipendenti perchè lo eravamo 148 anni fa”. Non mi stancherò di sottolineare l'importanza della nostra storia, ma non deve essere l'unica nostra proposta, né dobbiamo fossilizzarci nei nostri ricordi temendo di “svendere i nostri ideali”, il mondo là fuori è afflitto da mille altri problemi per pensare al Re, ci sono molti problemi che aspettano una soluzione, e per ogni problema mille persone che attendono una vita serena, ed ogni persona rappresenta una famiglia, ed è a tutti loro che ci dobbiamo rivolgere, e state sicuri che molti di questi della storia non sanno che farsene, loro pensano al domani!
STRATEGIA. Molte persone, ne hanno validi motivi, si dichiarano meridionalisti da molti anni. In effetti leggendo le singole storie, ognuno di essi ha combattuto la propria battaglia, ed ha avuto le proprie vittorie. Ma allora perchè il meridione è ancora chiamato così e non DUE SICILIE? Non c'è strategia, si sa dove si vuole arrivare ma non si traccia una rotta. Si perde molto tempo, e si sprecano tante parole per attaccare, prendere le distanze o accusare altri meridionalisti, che rispondono per le rime. Il meridione si continuerà a chiamare così finchè non si sceglierà una strategia comune a tutti i movimenti/partiti meridionalisti;
ALLEANZE. Come prima cosa bisogna svestire i panni da battaglia (anche quelli storici) e cercare alleanze interne alle nostre terre, è un discorso vecchio come l'unità d'italia, ma la frammentazione non porterà mai da nessuna parte. Questo purtroppo è il punto la cui concretizzazione rasenta l'utopia.
Nello Esposito

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