venerdì 12 maggio 2017

Cari figli miei

Carissi figli miei,
oggi vi voglio insegnare ad amare il vostro paese, la vostra città.
Il primo passo è molto semplice: indicate i luoghi per quelli che sono e non seguendo la toponomastica; il lungomare sarà la vostra “Villa Comunale” e non corso Garibaldi, così come piazza ferrovia, la conceria, l’acqua della Madonna, la Spiaggia, ecc. La maggior parte dei nomi adottati dei politici fino ad oggi, rappresentano persone che non hanno fatto nulla di buono per il vostro paese, anzi molte volte sono stati usurpatori, assassini, ladri con l’unico scopo di impoverire il Sud italia.
Poi, uscite di casa, salite su un treno e partite.
Ho il cuore a pezzi e, mentre scrivo, un velo di lacrime mi annebbia la vista, un padre non dovrebbe mai augurarsi di separarsi dai propri figli, io addirittura lo spero per voi, lo spero per non farvi smettere di amare il vostro paese, la vostra città.
Arriverete in un paese lontano, dove forse non si parla neanche italiano, prenderete il vostro smartphone e vi collegherete a google maps per ammirare la villa comunale, cercherete un web cam per ammirare i più bei tramonti, ammirerete le palme, il mare, e la spiaggia infuocarsi di rosso stabiese, si è una tonalità di rosso che solo a Castellammare puoi ammirare,  Vi sembrerà di poter sentire il profumo del mare, mentre vi commuoverete davanti al minuscolo schermo, comprerete on line prodotti che provengono dalla vostra terra, cercherete notizie sui motori di ricerca, vivrete ammirando il vostro paese natale amandolo.
Si ma vi auguro di farlo da lontano, voglio provare nostalgia per la vostra assenza e non l’ansia di sapere che se uscite a Castellammare ed andate sulla spiaggia se non prendete una malattia per infezione ci sono buone probabilità di imbattervi in una babygang, o di assistere ad una rapina a mano armata, e non sto esagerando.
Essere stabiese oggi vuol dire uscire la mattina e vedere che alla tua auto durante la notte qualcuno ha sostituito le ruote con dei mattoni, andare al lavoro senza sapere se questo sarà lo stesso anche per il prossimo mese, o se quello che stai facendo sarà giustamente retribuito; vuol dire essere tristemente consapevoli che pur avendo il mare a pochi metri da casa tua, non puoi farci il bagno perché è sempre stato così; vuol dire che tornando a casa camminerai per una strada sporca (qualsiasi essa sia, sono tutte uguali) vuol dire passeggiare in villa comunale in mezzo a venditori ambulanti di merce contraffatta; essere stabiese vuol dire assistere a rapine, omicidi, spacci di droga e violenze; vuol dire camminare camminare in un paese dove tutti si credono più furbi degli altri e si fanno immatricolare l’auto in un paese dell’est per non pagare assicurazione, tasse e multe; vuol dire vedere bambini correre a rotta di collo su pit-bike senza targa liberamente per le strade della città; vuol dire vedere zingari che frugano nella spazzatura per trovare oggetti da vendere al domenicale mercatino delle pulci; essere stabiese significa essere consapevoli della normalità di tutto quello che ho appena detto.
Ma questi sono dettagli, talmente piccoli che uno schermo di un telefonino non può mostrare, nessuna webcam inquadrerà il topolino che gironzola indisturbato sulla spiaggia, nessun blog scriverà la notizia di ruote rubate, perquesto amerete Castellammare per quello che sembra da lontano.

Qualcuno vi dirà che vostro padre è stato un vigliacco a farvi allontanare da Castellammare, perché bisogna lottare per il bene del vostro paese restandoci, non voglio deludervi, non rispondete a queste accuse, sono vere. Sono vigliacco, ma vi amo.