martedì 23 luglio 2019

Una bella catastrofe per riscoprire la "Napoletanità"


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Questo è un articolo che avevo salvato come bozza. oggi lo posto.

di Luciano De Crescenzo

Spesso si parla di Napoli in modo negativo perché la cattiveria è in aumento e non solo quella dei criminali della cronaca nera ma anche quella della cosiddette persone perbene, per non parlare della spazzatura che, di tanto in tanto, si ripropone, come i peperoni.
Ùa proposito di rifiuti ricordo, con un pizzico di nostalgia, che noi De Crescenzo di rifiuti, praticamente, non ne avevamo. Alla fine della giornata il tutto si riassumeva in un pacchettino che non andava oltre i duecento grammi, costituito prevalentemente da bucce di ortaggi e frutta, che un addetto ai lavori, detto “o munnezzaro” veniva fin sopra il terzo piano a ritirare di persona. Dalla quantità di immondizia si capiva se una famiglia era ricca o povera. Oggi i napoletani sono ricchi perché la munnezza è tanta. Pensiamo ad esempio a questo Natale. Se consideriamo che in una casa a festeggiare siano una quindicina di persone e ognuno porti quattordici regali, sotto l’albero ci saranno almeno duecentodieci pacchi. Un paio di minuti dopo l’apertura dei doni, il pavimento sarà un tappeto di scatole, scatoline, scatoloni, carte e nastri colorati…
E allora cosa mi auguro per la mia città nel nuovo anno? Una bella catastrofe!
Quando l’astuzia e la malignità umana, diceva Machiavelli, raggiungono un punto oltre il quale non si può andare, conviene di necessità che il mondo si purghi acciocché tutti gli uomini diventino migliori.
Chissà quanti di voi oggi hanno i nervi a pezzi per aver trascorso una giornata piena di problemi. Chissà quanti coniugi hanno appena deciso di lasciarsi dopo una furiosa lite. Ebbene, immaginate per un attimo che un terremoto faccia finire tutte queste persone , senza ucciderle, sotto le macerie delle proprie case. – Aiutoooooo! – griderebbero con quanta più voce possibile nella speranza di farsi sentire. – Aiutooo! – con la voce sempre più fioca col passare del tempo. Poi, finalmente, dopo 48 ore, qualcuno riuscirebbe a liberarle. I coniugi si abbraccerebbero di nuovo dimenticando i motivi per i quali due giorni prima si volevano lasciare per sempre.
Dunque, cos’è “una bella catastrofe”? è un terremoto che non ammazza nessuno, ma che fa riscoprire il senso delle cose. E volete sapere cos’è la “napoletanità”? è la capacità di riuscire a scoprire il senso delle cose senza bisogno di terremoto.
Ecco, su questo voglio contare per l’anno prossimo: sulla napoletanità e tanta munnezza che fa rima con ricchezza.
Dal mensile “MONDOAUTO” di dicembre.


IL NORD CI IMPOVERISCE


Da un po’ di tempo tutti parlano di autonomie regionali, io stesso stavo per rielaborare lo specchietto di tutte i soldi che, mediante beni o servizi, il popolo del sud versa nelle casse del nord; sono stato tentato perché ancora oggi a distanza di anni c’è sempre qualcuno che lo riposta come scoperta!
Nel ricercare tutte le voci che coinvolgono aziende del nord operanti nel campo bancario, assicurativo, energetico, servizi, ecc. a cui siamo costretti a versare il nostro contributo come normali coloni, mi sono soffermato su un pensiero che martellava per venire fuori, noi paghiamo per servizi e beni a società del nord, ma cosa realmente abbiamo regalato e continuiamo a farlo da anni (158 per la precisione)?
È storicamente provato che la politica savoiarda subito dopo l’unità d’italia ha impoverito il sud; impoverimento strutturale eseguito smantellando le realtà industriali famose a livello europeo (fonderie, setifici, cantieri navali, ferroviari) spostandole di peso al nord italia, impoverimento ideologico mediante i sanguinosi anni di repressione del brigantaggio, impoverimento economico razziando tutto quello che trovava nelle casse pubbliche.
Questa sua politica, pardon, questa sua azione mafiosa, ha portato negli anni ad un ulteriore impoverimento, quello umano, con l’emigrazione. Iniziata negli anni immediatamente successivi alla mala unità d’italia, prosegue ancor’oggi vista la pochezza della classe politica del meridione, meglio non entrare nell’argomento politico.
Ma qualcuno si è mai chiesto a quanto equivale l’impoverimento economico derivante dall’emigrazione?
Bhe, io ci provo, molto grossolanamente, ma ci provo.
Sono partito da un dato ufficiale, i dati tristemente famosi della vendita di schiavi italiani nelle miniere del belgio: il famoso protocollo italo-belga.
Molto sinteticamente, nel 1946 l’italia sottoscrisse con il Belgio un patto, dove ognuno forniva all’altro quello di cui aveva bisogno. Il Belgio richiedeva manovalanza per le miniere di carbone, e l’italia, necessitava di dare lavoro ai disoccupati del dopoguerra e carbone per le industrie. Il risultato fu che per ogni operaio italiano occupato nelle miniere del Belgio, la Compagnia carbonifera belga riconosceva al governo italiano 5000tonnellate di carbone al mese.
Quanto valeva una tonnellata di carbone? Nel 1946 il prezzo medio era di $15,00/ton. E la paga di un operaio medio? £ 69.836/mese. Contro i  $ 7.500/mese (£ 347.513 – cambio lira/dollaro nel 1946) di carbone esportato. Se rapportiamo la differenza del valore dello scambio ad uno stipendio medio mensile di un operaio di oggi si ottiene il valore medio mensile di un operaio oggi.
L’ISTAT dice che negli ultimi 16 anni il meridione ha perso per emigrazione circa un milione e ottocentomila persone, (e prenderò in esame questo dato, anche se in difetto, visto che l’azione mafiosa sopra citata ha impoverito costantemente negli anni) se queste persone stessero lavorando tutte come operaio medio (e non è così viste le eccellenze meridionali sparse per il mondo) è facile calcolare che IL NORD HA IMPOVERITO IL MERIDIONE DI CIRCA € 128.782.815.000 (centoventottomiliardi di euro per chi ha poca dimestichezza con i grandi numeri), ma se ragioniamo in termini postunitari i numeri cambiano, sono da rivoluzione.
Nello Esposito
CDS Castellammare di Stabia