martedì 30 dicembre 2008

Escursionisti Stabiesi

Con la presente si comunica che domani 31 dicembre, il nostro minigruppo "Escursionisti stabiesi", si recherà al Faito per onorare sulla vetta del Molare (1444) il beneaugurale brindisi di fine anno. Per quanti eventualmente fossero interessati a partecipare, si rende noto che l'appuntamento (con auto proprie) è fissato alle ore 8.00 al Castello di Castellammare; l'inizio dell'escursione è invece previsto alle ore 9.20/9.30 dal piazzale della chiesa di San Michele al Faito. Si coglie l'occasione per augurare a tutti gli "Affezionati visitatori" di LiberoRicercatore.it un felice 2009.
Vivissime cordialità e tanti cari auguri. Il Direttivo "Escursionisti stabiesi".

domenica 28 dicembre 2008

Ricordando Re Francesco II

Ieri, 27 dicembre 2008 nella chiesa intitolata al SS.mo Nome di Maria in Puccianiello di Caserta i Comitati delle Due Sicilie hanno fatto celebrare una Santa Messa in onore di Francesco II di Borbone, morto il 28 dicembre 1894. All’incontro sono stati presenti numerosi dirigenti, iscritti e simpatizzanti, giunti da ogni parte della penisola. La Santa Messa è stata celebrata da don Antonello Giannotti, parroco titolare della citata chiesa.

Don Antonello ha svolto l’omelia ricordando non solo i numerosissimi aspetti positivi dei Borbone, ma ha voluto anche evidenziare la fulgida figura di Franceschiello. Don Antonello ha ricordato come il comprensorio casertano è ricco di validissime testimonianze borboniche, le cui espressioni più alte sono rappresentate dal famoso Palazzo Reale, opera di Luigi Vanvitelli, e dalla colonia di San Leucio, un esperimento socio-economico, che a tutt’oggi non ha eguali nel mondo. Il celebrante, però, ha posto anche l’attenzione sulla formazione culturale e religiosa, in particolare, di tutti i membri della casa regnante, che in ogni momento della propria vita e dei momenti più importanti della vita politica del regno delle Due Sicilie hanno dato prova di essere rispettosi della religione cattolica e di essersi sempre impegnati per l’educazione la formazione di tutte le classi.

Con queste premesse Francesco II, che si trovò a dover rispondere ai perché della storia, non esitò un attimo a mettere sempre il bene del popolo in capo a qualsiasi esigenza, foss’anche quella di dover rischiare il proprio regno, cosa che puntualmente avvenne. E Francesco II accettò tutte le traversie della vita e della storia con grande senso dello stato e con profonda convinzione religiosa. Francesco II per tutti gli altri anni pregò sempre per il bene del suo Popolo Napoletano.

Don Antonello nel concludere ha voluto sottolineare come la figura di Francesco II sia una figura da additare a tutto il popolo, in quanto, seppur abbia perso la guerra ed il regno, risulta essere vincitore per essere stato, lui giovanissimo, responsabile, coerente, corretto e sempre pronto a testimoniare i valori più alti dell’uomo e della fede.

Giuseppe Vozza

Presidente dei Comitati delle Due Sicilie

martedì 23 dicembre 2008

AUGURI DA FILATROCK

Che questo Natale ti doni tutta la serenità

che il tuo cuore desidera …

Spero che per miracolo leggendo questa

e-mail ti possa arrivare tutto il calore

e l’emozione che provo scrivendola.

Carmine Spera.

www.filastrock.it

Una bella catastrofe per riscoprire la "Napoletanità"

di Luciano De Crescenzo


Spesso si parla di Napoli in modo negativo perché la cattiveria è in aumento e non solo quella dei criminali della cronaca nera ma anche quella della cosiddette persone perbene, per non parlare della spazzatura che, di tanto in tanto, si ripropone, come i peperoni.

Ùa proposito di rifiuti ricordo, con un pizzico di nostalgia, che noi De Crescenzo di rifiuti, praticamente, non ne avevamo. Alla fine della giornata il tutto si riassumeva in un pacchettino che non andava oltre i duecento grammi, costituito prevalentemente da bucce di ortaggi e frutta, che un addetto ai lavori, detto “o munnezzaro” veniva fin sopra il terzo piano a ritirare di persona. Dalla quantità di immondizia si capiva se una famiglia era ricca o povera. Oggi i napoletani sono ricchi perché la munnezza è tanta. Pensiamo ad esempio a questo Natale. Se consideriamo che in una casa a festeggiare siano una quindicina di persone e ognuno porti quattordici regali, sotto l’albero ci saranno almeno duecentodieci pacchi. Un paio di minuti dopo l’apertura dei doni, il pavimento sarà un tappeto di scatole, scatoline, scatoloni, carte e nastri colorati…

E allora cosa mi auguro per la mia città nel nuovo anno? Una bella catastrofe!

Quando l’astuzia e la malignità umana, diceva Machiavelli, raggiungono un punto oltre il quale non si può andare, conviene di necessità che il mondo si purghi acciocché tutti gli uomini diventino migliori.

Chissà quanti di voi oggi hanno i nervi a pezzi per aver trascorso una giornata piena di problemi. Chissà quanti coniugi hanno appena deciso di lasciarsi dopo una furiosa lite. Ebbene, immaginate per un attimo che un terremoto faccia finire tutte queste persone , senza ucciderle, sotto le macerie delle proprie case. – Aiutoooooo! – griderebbero con quanta più voce possibile nella speranza di farsi sentire. – Aiutooo! – con la voce sempre più fioca col passare del tempo. Poi, finalmente, dopo 48 ore, qualcuno riuscirebbe a liberarle. I coniugi si abbraccerebbero di nuovo dimenticando i motivi per i quali due giorni prima si volevano lasciare per sempre.

Dunque, cos’è “una bella catastrofe”? è un terremoto che non ammazza nessuno, ma che fa riscoprire il senso delle cose. E volete sapere cos’è la “napoletanità”? è la capacità di riuscire a scoprire il senso delle cose senza bisogno di terremoto.

Ecco, su questo voglio contare per l’anno prossimo: sulla napoletanità e tanta munnezza che fa rima con ricchezza.

Dal mensile “MONDOAUTO” di dicembre.

lunedì 22 dicembre 2008

giovedì 18 dicembre 2008

Nazionale di calcio del Regno delle Due Sicilie

Calcio
Nazionale "separatista"
Iniziativa a Trecastagni
TRECASTAGNI
Parte da Trecastagni,a cura dell'ex assessore comunale Pippo Barbagallo(Mpa),la campagna etnea per sostenere la neonata "Nazionale di calcio del Regno delle Due Sicilie", iniziativa dei "Comitati Due Sicilie", nata da un'idea di Guglielmo Di Grazia. "Il 14 dicembre,a Lecco-dice Barbagallo- è stata inoltrata la richiesta per l'iscrizione della nazionale di calcio "Regno delle Due Sicilie" ai prossimi mondiali di calcio dei popoli senza Stato, il torneo di calcio organizzato dalla NF-Board,che nel 2009 si svolgerà in terra di Padania".
Orazio Vasta

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Giornale di Sicilia,pag.28, 18 dicembre 2008

mercoledì 17 dicembre 2008

LE NUOVE FRONTIERE DEL TURISMO


Oggi, 17 dicembre alle 14.00 sotto la moderazione di Bruno Vespa, inizierà il Forum sul turismo il cui tema principale è “le nuove frontiere del turismo”.
In un paese la cui risorsa economica principale può essere, se ben sfruttata, quella del turismo, il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega al turismo Michela Vittoria Brambilla promuove questo forum per concentrare le attenzioni dei partecipanti sulla possibilità di sfruttare questa risorsa nella speranza che si possa considerare un ancora di salvezza per il rilancio dell’economia nel nostro paese.
Al confronto prenderanno parte le istituzioni e le categorie di impresa del settore turistico per individuare gli obiettivi e le strategie da attuare per offrire un prodotto di qualità, quello del turismo “Made in Italy”.
Il forum si svolgerà sulla nuovissima ammiraglia della flotta MSC, la MSC Fantasia.
La nuova nave dell’armatore Gianluigi Aponte, è appena giunta a Napoli proveniente dai cantieri navali STX di St Nazaire in Francia, dove è stata costruita.
Nessuna location poteva essere più fuori luogo visto l’argomento del forum.
La MSC, citata nel libro di Saviano come società SVIZZERA, costruisce le sue navi in FRANCIA (mentre la Fincantieri lamenta una carenza di commesse Aponte commissiona 10 navi al cantiere francese!), ed in occasione dei vari si assiste all’ammaina bandiera francese ed all’alza bandiera italiana e PANAMENSE.
Quindi su una nave di una società estera, costruita in un paese estero e battente bandiera estera, si parla di “made in ITALY”, forse è per questo motivo che il forum ha come tema “Le nuove FRONTIERE del turismo”?
Il buongiorno si vede dal mattino.
Nello Esposito

sabato 13 dicembre 2008

Precisazione su Sindoni (di Laurentius)

Questa è una precisazione di Laurentius pubblicata sul suo blog.
Io da parte mia voglio solo precisare che chi accusa una persona come Sindoni o Lombardo, è sempre lo stato, che cerca in tutti i modi di proteggere il suo programma politico di colonizzazione, così come in passato i briganti ed i patrioti delle Due Sicilie furono accusati ed imprigionati a Fenestrelle se non ammazzati. Oggi per fortuna lo stato non può ammazzare (almeno spero non ufficialmente) quindi la loro unica arma è cercare e chiedere la collaborazione della mafia-massoneria per incriminare pubblicamente i nemici più attivi sul campo.

Una precisazione ed una considerazione personale sul sindaco Sindoni.
Non sapevo della pluri-inquisizione del sindaco di Capo d'Orlando, di cui parlo nel post immediatamente qui sotto. Mi è stato comunicato che è stato "accusato tra l'altro di una maxi truffa all'Unione Europea nel settore agrumicolo e di associazione a delinquere".
Certamente, se dovessimo esaltarlo perché ha sollevato delle questioni importanti (che importanti lo sono in sé, e non perché le ha sollevate proprio lui), allora dovremmo esaltare anche Lombardo, anche lui, da quanto ne so, pluri-inquisito ed anche lui sollevatore dell'importante questione dell'Autonomia tradita, Autonomia che lui stesso per primo sta tradendo... eppure sottolineo costantemente la mia nulla stima nei confronti di Lombardo, sia per questo che per i fatti per cui ha conosciuto la galera e per cui è inquisito.
Quindi, se ha commesso ciò per cui è accusato, vada anche Sindoni a marcire in carcere senza 'se' e senza 'ma', perché se l'indipendentismo o l'autonomismo siciliano venissero basati su tali basi politiche, tanto vale rimanere italiani, visto che chi come noi vuole davvero l'indipendenza la vuole IN PRIMIS proprio da gentaglia del genere, che nonostante tutte le iniziative che possono o meno essere condivise gestisce il voto e vergognosamente continua a governarci con il beneplacito di tutte quelle che continuiamo a chiamare 'istituzioni'; la questione sulla 'decolonizzazione', ripeto, è in sé condivisibile, poiché esistono basi oggettive che rendono lecito il considerare come un abominio il dare alle nostre piazze ed alle nostre vie i nomi di carnefici che a mio parere non hanno per nulla poco a che vedere con Hitler o altre simili 'bestie' assetate di sangue, che hanno favorito quell'intensivo sfruttamento della nostra terra (economico e umano) che piangiamo amaramente ancora oggi.
Fonte:http://laurentius.ilcannocchiale.it/

martedì 9 dicembre 2008

Petitions and signatures collecting. Here you can create or sign a petition

Petitions and signatures collecting. Here you can create or sign a petition

LO STATO E' ANTISTATO

La concentrazione degli interessi su argomenti economici a favore di determinate aree geografiche da sempre caratterizza le forze politiche del quasi 150enario progetto politico italia, in alcuni periodi sono addirittura stati oggetto di accese campagne elettorali.
Ma le "determinate aree geografiche" sono sempre state delimitate nella zona settentrionale dell’italia, anche quando si parlava di Cassa per il Mezzogiorno, o per dirla con parole più attuali , POR, FAS.
Colonizzare un paese, terza potenza europea, e creare una "questione meridionale" è stata la miglior azione denigratoria che un governo ha potuto mai realizzare.
Ed è una propaganda ancora oggi molto attiva nel nostro paese.
Oggi basta una probabilità di intossicazione di un prodotto del meridione per bloccar tutta una grande industria del mezzogiorno, mentre i topi che pascolano nei depositi del grande consorzio di formaggio di parma, passano nell'indifferenza delle notizie.
Ma le notizie sono diffuse dalla televisione del regime, ma non inteso come quello che qualcuno attribuisce a Berlusconi, ma quel regime del perforzaunitarista che grida a voce alta l'arretratezza del meridione.
Se a Napoli la guerra di camorra ammazza 5 extracomunitari, è razzismo.
Se a Milano uno stadio intero grida "Vesuvio pensaci tu" e goliardia sportiva.
Se a Napoli un assessore, difende la propria terra fino alla morte, lottando contro la legge emanata con intenzioni ed atteggiamenti prepotenti e colonizzatori, è un malvivente che viene ESILIATO.
Se al nord qualche politico IDIOTA difende la propria terra, chiudendosi a riccio nei confronti dell'avanzata ed il diffondersi di una religione diversa dalla sua, è un buon patriota.
Se a Salerno gli studenti dimostrano il proprio disappunto nei confronti di una legge, vengono portati in questura e trattenuti per una notte.
Se a Torino 200 giovani, che occupano una piazza con le proprie auto e per puro divertimento, dimostrano con la violenza nei confronti di una pattuglia dei vigili urbani, si parla di mancanza di posti di aggregazione per i giovani.
Se qualcuno reclama la diffusione della verità storica sulla cacciata dei Borbone, è un nostalgico.
Se il governo organizza i festeggiamenti per i 150 dell'unità di italia solo nei paese del nord, è giusto.
Se a Napoli un povero in canna disoccupato raccatta rifiuti ferrosi per rivenderli e guadagnare il pane da portare a casa, viene processato per inquinamento ambientale ed arrestato.
Se il governo italiano antepone gli interessi economici delle industrie del nord a quelli ambientali, è legge.
La differenza nell'esporre i fatti che riguardano i due poli della penisola italica, creano divisione di pensieri, distinzioni sociali e con l'estremizzazione dei pensieri degli idioti, il razzismo e l'odio.
L'uso degli strumenti legislativi per tirare acqua al proprio mulino (del nord), il federalismo, gli aiuti ALLE SOLE AZIENDE DEL NORD, i regali fatti agli amici del nord, facendoli passare per aiuti alle zone del mezzogiorno, denotano l’inconsistenza della classe politica meridionale.
Oggi assistiamo a politicanti come DI PIETRO che chiedono le dimissioni di un nullafacente come BASSOLINO, o magistrati del sud che si fanno la lotta a suon di inchieste.
Ma è giusto imputare la colpa del disagio attuale a chi amministra o giudica da pochi anni? Abbiamo sperato negli anni che qualcuno riuscisse a risollevare le sorti di un popolo depredato di beni ed orgoglio, abbiamo sperato quando Gramsci, in piena ascese parlava di errori nell'unire l'italia , abbiamo sperato nel vedere l'On.Manna sedere in parlamento, abbiamo sperato finche l'On. Silvio Vitale era in vita, ma poi?
Se siamo in queste condizioni lo dobbiamo alla classe politica di TUTTO il meridione, che è INESISTENTE, come lo è sempre stato da 150 anni ad oggi.
I problemi del Sud sono innumerevoli e di varia natura, ma tutti provengono dalla stessa base: La mancanza del valore PATRIA.
Ma la mancanza del valore patriottico viene diffuso dall’atteggiamento filosettentrionale della patria stessa, passa attraverso gli amministratori delle regioni del sud che si accontentano di essere assistiti dagli aiuti statali, senza pensare alla crescita della loro terra, e trova sfogo nell’atteggiamento antipatriottico del popolo.
Non è facendo il tifo per la squadra di calcio che si dimostra il proprio patriottismo.
Non a caso l’antistato è una mentalità che colpisce principalmente le regioni del Sud.
Ma è il popolo l’unico imputato in un processo contro la mentalità antipatriottica, accusato dal antistato che lo governa.
Il disagio che il Sud sta vivendo è causato dall’intreccio di tanti mali, provocati da un progetto politico sbagliato in partenza e peggiorato in fase di esecuzione, i cui esecutori sono chi oggi banchetta con i beni RUBATI 150 anni fa.
Fino a quando i media riusciranno a nascondere al popolo il disagio provocato dal progetto politico italia? fino a quando il popolo sopporterà ancora l’intreccio dei mali provocati dal senso di antistato profuso dal governo? Il disagio prolungato di una parte del popolo di una nazione o lo riduce in schiavitù o li rende attori di una guerra civile.
Il compito dei meridionalisti è quello di creare una alternativa a queste due soluzioni che porterebbero comunque alla decimazione del popolo, bisogna agire ed agire in fretta per creare una nuova classe politica che sostituisca quella passiva presente nelle regioni del Sud.
Agire contro qualcosa, significa concentrarsi sull’obbiettivo da raggiungere senza perdersi in distrazioni causate da lotte interne.
Gramsci diceva: “Solo chi fortemente vuole identifica gli elementi necessari alla realizzazione della propria volontà”
Nello Esposito

GLI ESORCISMI DI NAPOLITANO

Ricevo e pubblico da Zitara...

Gli esorcismi di Napolitano
Nascere in un posto o in un altro è una condizione determinante della personalità. Sul fanciullo che cresce si riversa l'intera storia del suo popolo. Ogni uomo o donna è figlio di una madre e di un padre, ma anche della storia della nazione in cui avviene la sua crescita. I costumi, la religione, la lingua sopravvivono per decine e decine di generazioni. Vincenzo Cuoco ha rilevato nel dialetto napoletano l'uso di parole coniate non meno di quattromila anni fa. Decisiva per la vita di relazione è anche l'appartenenza a una o a un'altra area economica nazionale o regionale. L'esistenza di un meridionale è diversa da quella di un settentrionale, in quanto, come tutti sappiamo, Sud e Nord costituiscono, oltre che due aree nazionali con una storia particolare, anche due diverse formazioni economico-sociali da poco incluse (loro malgrado) nello stesso Stato sovrano.
Nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica è stato indubbiamente sincero allorché ha esternato una cocente preoccupazione per la sua Napoli e per tutto il Meridione, in una fase della storia unitaria nella quale i rapporti fra le due formazioni sociali appaiono logorati e in evoluzione negativa. Napolitano, che è una persona colta ed esperta in politica, sa bene che il nocciolo duro del dualismo non sta nella buona volontà del Nord padano e neppure nel degrado civile e morale del Sud, ma nel meccanismo che presiede agli investimenti economici, o per dirla in termini marxisti nei meccanismi attraverso cui opera l'accumulazione capitalistica.
Stando così le cose, l'alternativa razionale sarebbe questa: o l'Italia padana abbandona il sistema dell'iniziativa privata (quantomeno a livello di grandi imprese) o il Sud si separa dallo Stato cosiddetto italiano. Tuttavia nessun accadimento politico, che non sia una rivoluzione, potrebbe far deflettere i capitalisti padani dall'essere capitalisti. Se in generale, neppure la questione ambientale - la minaccia alla vita del pianeta - ha fatto deflettere chi guida il sistema mondiale dalla logica del profitto, è illusorio immaginare che il sistema padano possa rinunziare a un meccanismo pagante soltanto per usare una cortesia ai meridionali.
Infatti, se razionalmente il problema è da terza elementare, dal punto di vista sociale e pratico la situazione presenta un groviglio d'interessi di classe difficile da dipanare. Il sistema capitalistico padano non ha mai negato e non nega al Meridione l'ipotetico sviluppo della produzione e del lavoro a causa di sue idee razziste o per odio nazionale. Al contrario le regole della sua crescita - in quanto crescita dell'accumulazione capitalistica - sono fissate dalla concorrenza di mercato, la quale comporta l'ininterrotta crescita della dimensione delle singole imprese. Per un'impresa che abbassa il costo di produzione ne cadono altre incapaci di abbassare il proprio. Il correttivo corrente a questo competitivo crescere e declinare è rappresentato dall'allargamento degli sbocchi, cioè dalla dilatazione della platea dei consumatori tanto nella propria area politica quanto in aree esterne. In corrispondenza con l'espansione degli sbocchi esterni emergono forme esplicite o dissimulate di colonialismo (anche interno, regionale) supportate da settori di tipo collaborazionista. (E non sempre i collaborazionisti sono consapevoli d'essere i traditori di sé stessi.)
Come in tutte le formazioni sociali a carattere coloniale, anche nel Meridione il più importante settore collaborazionista è stato il pubblico impiego, seguito dai dipendenti di imprese padane (ferrovieri, bancari, dell'elettricità etc). Senza questa base di massa - che si è formata nel dopoguerra in sostituzione della rendita fondiaria, come derivato particolarmente favorito dal voto di scambio - il collaborazionismo del ceto politico meridionale sarebbe stato campato in aria. Il sistema Italia affida a questo ceto la spesa pubblica, che al Sud è la fonte suprema del profitto privato. Ma l'Italia padana ha stretto i freni, non spesa più il Welfare favoritistico. La combinazione tra mercato unico europeo e lavoro extracontinentale mal pagato ha convinto l'establishment padano a cambiare cavallo, ad abbandonare al federalismo fiscale la massa impiegatizia meridionale (e quindi la spesa pubblica obbligatoria) e ad adottare come mezzo di trasporto del consenso una biga trainata dalla grande e media distribuzione e dagli apparati mafiosi. Attraverso accordi di oligopolio, la distribuzione ha ottenuto che il prezzo delle merci sia costantemente crescente, e la mafia ha avuto la libertà di essere capitalismo a mano armata, con licenza di trasformare la violenza in profitto. La minutaglia segue. Mal pagato, l'esercito del lavoro meridionale di riserva o mangia questa minestra o si butta dalla finestra.
L'avvertimento di Napolitano alla vecchia classe politica, da cui lui stesso viene, è stata una predica al vento. Sono lontani i tempi di Togliatti e Di Vittorio, dei cortei dietro la bandiera rossa. Oggi la classe politica ottiene soltanto il consenso che può pagare. Però le chiavi della cassaforte sono in mano a Tremonti e a Bossi, i quali preferiscono avere come referenti la distribuzione e la mafia.
Nicola Zitara

sabato 6 dicembre 2008

Le VIGOPROTESTE - L'AGRICOLTURA

Ricevo e pubblico da Orazio Vasta:

Egregio on.assessore La Via,mi permetto di disturbarla per attenzionare questi miei interventi pubblicati sul sito del ministro Zaia e sul blog Vigooensiero...
1)Dal Blog del Ministro:
http://www.lucazaia.it/blog/?p=36 -

Orazio Vasta Scrive:
2 Novembre 2008
Egr.Dott.Ministro,scusi se sono inopportuno,sono un giornalista e gradirei sapere cosa ne pensa di questa lettera che gli è stata inviata dalla Sicilia. Grazie,Orazio Vasta- oraziovasta@ibero.it
^^^^^^^^^^^^^^^
Caro Ministro,
sono una agronomo, ma al contenpo un agrumicoltore, e discendo da famiglia di agrumicoltori.
Faccio la professione da 24 anni, e da 29 coltivo arance, le tanto bistrattate arance siciliane, che tutti amano, ma che ci stanno portando economicamente alla rovina, perchè nonostante gli elevati prezzi di vendita al consumo, a noi vengono pagate a prezzi irrisori.
L’anno scorso anche fra i 5 ed i 7 centesimi al chilo.
Sì ha letto bene! 5-7 €urocent al chilo.
Mi rammarico, però, del fatto che Lei sia poco attento alla questione, ma la vedo assai impegnato, invece, nella tutela (come è anche giusto che sia) dei prodotti della Sua terra.
Vorrebbe, per favore,dare un pò più di “conto e retta” alle problematiche di noi agricoltori del sud?
Corrado Vigo
Trecastagni,2 novembre 2008
°°°°°°°°°°°°°°°°°
2)Dal blog "Vigopensiero"
A proposito di DANNI!
A Gaeta stanno chiedendo ai signori Savoia il risarcimento dei DANNI che la città ha subito durante l'ANNESSIONE...
Mi chiedo,perchè gli amici del settore agricolo siciliano-scusate se non uso i termini giusti,ma,non sono "del ramo"-non chiedono il risarcimento dei DANNI, e direttamente all'Assessorato regionale all'agricoltura? L'onorevole La Via non ha mai speso,per esempio,una sola parola-sarei contento di essere smentito-per contrastare la politica agricola del governo italiano nei confronti della "sua" Sicilia.
PERCHE' NON INNONDATE LA SCRIVANIA DELL'ON.LA VIA CON LE VOSTRE RICHIESTE DI RISARCIMENTO DANNI?...
La Via è una persona simpaticissima,ma, qui, si tratta di altro!
Della stessa vita della nostra Terra di Sicilia!
Zaia,il ministro Zaia,sicuramente non farebbe il "sordo" nei confronti della Sicilia,se l'assessore La Via,assessopre di una "Regione"-che dovrebbe essere a "Statuto speciale",statuto che all'Art.14. prevede che la "Regione Siciliana" ha la "legislazione esclusiva"-facesse sentire la sua voce....
Altro che Zaia e la Lega!
ASSISSURI LA VIA,UNNI SI?
Saluti a tutti,Orazio Vasta
§§§§§§§§§§§§§§§§
Ora,on.La Via,mi dia delle "collere" piacevoli,mi smentisca!
Per la Sicilia,un cordiale saluto.
Orazio Vasta
oraziovasta@libero.it
Catania,4 dicembre 2008

mercoledì 3 dicembre 2008

PENDOLARI DEL MARE


Il Governo di Roma il giorno 28/11/2008 ha varato un pacchetto anticrisi contenente misure a sostegno della famiglia, del lavoro, dell’occupazione e dell’impresa.

Una di queste riguarda la maggioranza dei lavoratori e cioè va in loro aiuto con il blocco dei pedaggi autostradali e le tariffe ferroviarie sulle tratte regionali.

E pensare che la politica filo settentrionale ha causato, e comporta ancora oggi, l’emigrazione di milioni di giovani che dal Sud vanno a lavorare nelle regioni padane.

E le tariffe degli aliscafi e dei traghetti?

La penisola italica è circondata dal mare e dalle isole, e su queste ci lavorano molti pendolari

Gli sfortunati pendolari del mare, che se d’estate attirano le invidie dei tanti, di inverno soffrono per raggiungere il luogo di lavoro, sperano che le condizioni del mare consentano una traversata comoda, sperano che, una volta raggiunto il posto di lavoro, il vento non giri bloccandoli sull’isola, ridono nervosi quando si trovano in mare in mezzo ad una tempesta con il mare mosso che si accanisce sul loro piccolo aliscafo.

Esistono anche loro, perché il governo si dimentica dei pendolari del mare?

Ora il governo è impegnato nella dismissione della TIRRENIA che con i vari rami (caremar, siremar, ecc.) garantisce il collegamento con le isole d’italia. infatti in regioni come Lazio o Campania, si attende il 31 dicembre per vedere che fine faranno i traghetti della Caremar che termineranno la loro convenzione con le rispettive regioni.

Ed almeno nel golfo di Napoli, la Caremar è l’unica che in condizioni di mare mosso o agitato, garantisce i collegamenti con le isole, anche perché i suoi mezzi sono costruiti e concepiti per affrontare anche il mare in tempesta.

Proprio negli ultimi giorni le isole del golfo si sono aggrappate alla bravura dei comandanti ed alla consistenza dei mezzi della Caremar, per veder rientrare i propri cari che erano andati a scuola o al lavoro.

Cosa accadrà quando allo scoccare del nuovo anno la Caremar non navigherà più nel golfo napoletano?

Ci sarà il monopolio assoluto dell’armatore Aponte.

Aponte, che ultimamente è stato impegnato nel salvataggio dell’Alitalia, (fa parte della cordata CAI), gestisce o controlla tutte le compagnie di navigazione del golfo di Napoli, basti pensare che con un unico abbonamento si può scegliere di navigare sui mezzi della Snav o della Libera navigazione del golfo.

Ed il diritto alla scelta che un libero mercato dovrebbe garantire?

In meno di dieci anni, e forte del regime di monopolio conquistato politicamente, questo abbonamento è aumentato di oltre il 100%.

Ed il governo blocca le tariffe ferroviarie!

In molti paesi, quelli normali, quello che offre un privato è di qualità superiore se paragonato alle risorse offerte dalle società parastatali o statali.

Nel golfo di Napoli no!

I pendolari del mare napoletano, sono costretti, a navigare in jet costruiti per la navigazione nei laghi, e che comunque non sono adeguati alla navigazione già in condizioni di mare forza 4, e di inverno sono molte le giornate in cui i lavoratori non possono raggiungere il posto di lavoro.

Molti lavoratori nelle pubbliche amministrazioni, delle scuole o delle imprese private, devono vedersi scalare i giorni di ferie per l’inadeguatezza dei mezzi di trasporto, altri invece, che non sono protetti come categoria, come gli operai edili, vengono licenziati per inefficienza!

Ed il governo blocca le tariffe ferroviarie!

Capita, per fortuna, che internamente a queste compagnie, lavorino capitani coscienziosi che lottano contro il mare in ogni condizione, affinché ognuno torni a casa. Ma se questo gli fa onore da un lato, mette in risalto l’incoscienza della società nel mettere a rischio la vita di molte persone, con le loro bagnarole vecchie di venti anni.

Non sono rari i casi di svenimenti durante la navigazione di persone che sono sensibilmente paurose, qualche anno fa ci fu addirittura un morto per infarto. Navigare in queste condizioni fa veramente paura, e leggere di notizie che parlano di collisioni, o come qualche anno fa dell’incendio e affondamento dell’aliscafo che collegava Capri con Sorrento, alimentano queste tensioni.

I pendolari sperano che passi presto questo inverno, così torneranno le belle giornate e non dovranno più rischiare per andare al lavoro, anche se le società private continueranno ad alzare i prezzi degli abbonamenti.

lunedì 1 dicembre 2008

CARMINE SPERA AL DUCATO D'ORO

Con la canzone "Che vento" Carmine Spera in veste di autore, parteciperà al festival di canzoni Italo/dialettali "Il ducato d’oro 2008" che si terrà dal 6 al 8 di Dicembre 2008 a Gravina in Puglia (con finale al Teatro Piccinni di Bari ) .
Il brano è stato composto insieme a Maria Rosaria Marylon Longobardi, una maestra di Melito di Napoli ed è il frutto della collaborazione nata tra i due autori promotori tra l’altro del progetto Filastrock, ha come scopo proprio quello di favorire la conoscenza e gli scambi di esperienze tra chi dedica il proprio tempo per la cultura rivolta al mondo dei ragazzi.
La canzone, che rappresenterà la regione Basilicata, sarà interpretata da Claudia Borracci di sette anni che proviene da Lavello (Potenza) coadiuvata dal Coro "Mariele Ventre" di Gravina diretto
dalla Maestra Vincenza Pappalardi.
Il coro fondato nel 1996 proprio dalla maestra Pappalardi è riconosciuto dalla Fondazione Mariele Ventre di Bologna.
A condurre la rassegna sarà Cino Tortorella.
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http://www.filastrock.it/

PS UN IN BOCCA AL LUPO DAL TUO AMIC NELLO ESPOSITO

UN PO' DI NAPOLI IN BRASILE

Riuscire a diffondere la cultura napoletana che non parli di camorra o spazzatura, è un qualcosa che a Napoli riesce difficile fare, ed allora ben vengano persone come Paolo Fiore che nel Mondo diffondono quanto di più bello Napoli possa offrire, con le sue canzoni la sua poesia.