martedì 23 dicembre 2008

Una bella catastrofe per riscoprire la "Napoletanità"

di Luciano De Crescenzo


Spesso si parla di Napoli in modo negativo perché la cattiveria è in aumento e non solo quella dei criminali della cronaca nera ma anche quella della cosiddette persone perbene, per non parlare della spazzatura che, di tanto in tanto, si ripropone, come i peperoni.

Ùa proposito di rifiuti ricordo, con un pizzico di nostalgia, che noi De Crescenzo di rifiuti, praticamente, non ne avevamo. Alla fine della giornata il tutto si riassumeva in un pacchettino che non andava oltre i duecento grammi, costituito prevalentemente da bucce di ortaggi e frutta, che un addetto ai lavori, detto “o munnezzaro” veniva fin sopra il terzo piano a ritirare di persona. Dalla quantità di immondizia si capiva se una famiglia era ricca o povera. Oggi i napoletani sono ricchi perché la munnezza è tanta. Pensiamo ad esempio a questo Natale. Se consideriamo che in una casa a festeggiare siano una quindicina di persone e ognuno porti quattordici regali, sotto l’albero ci saranno almeno duecentodieci pacchi. Un paio di minuti dopo l’apertura dei doni, il pavimento sarà un tappeto di scatole, scatoline, scatoloni, carte e nastri colorati…

E allora cosa mi auguro per la mia città nel nuovo anno? Una bella catastrofe!

Quando l’astuzia e la malignità umana, diceva Machiavelli, raggiungono un punto oltre il quale non si può andare, conviene di necessità che il mondo si purghi acciocché tutti gli uomini diventino migliori.

Chissà quanti di voi oggi hanno i nervi a pezzi per aver trascorso una giornata piena di problemi. Chissà quanti coniugi hanno appena deciso di lasciarsi dopo una furiosa lite. Ebbene, immaginate per un attimo che un terremoto faccia finire tutte queste persone , senza ucciderle, sotto le macerie delle proprie case. – Aiutoooooo! – griderebbero con quanta più voce possibile nella speranza di farsi sentire. – Aiutooo! – con la voce sempre più fioca col passare del tempo. Poi, finalmente, dopo 48 ore, qualcuno riuscirebbe a liberarle. I coniugi si abbraccerebbero di nuovo dimenticando i motivi per i quali due giorni prima si volevano lasciare per sempre.

Dunque, cos’è “una bella catastrofe”? è un terremoto che non ammazza nessuno, ma che fa riscoprire il senso delle cose. E volete sapere cos’è la “napoletanità”? è la capacità di riuscire a scoprire il senso delle cose senza bisogno di terremoto.

Ecco, su questo voglio contare per l’anno prossimo: sulla napoletanità e tanta munnezza che fa rima con ricchezza.

Dal mensile “MONDOAUTO” di dicembre.

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