venerdì 30 maggio 2008

COMITATO FENESTRELLE

Ricevo e pubblico dall'amico Mario Moccia

DOPO AUSCHWITZ DOPO DACHAU, MA PRIMA ANCORA FENESTRELLE - UNA MOSTRA-MUSEO PER NON DIMENTICARE

(è quello che chiede un Comitato di meridionalisti appositamente costituitosi per instaurare un Giorno della memoria, ricordo necessario e testimonianza consapevole della più triste pagina del risorgimento italiano visto dall'ottica di un popolo meraviglioso che noi italiani abbiamo avuto la pretesa di voler salvare, ma sul quale abbiamo gettato più fango che petali di rosa).

di Mario Moccia di Montemalo

Da qualche tempo, sulla "rete " Internet, capita di notare un rifiorire di siti e blog meridionalisti, taluni realizzati da esperti ed autorevoli storici come il professor Nicola Zitara, ma anche economisti e politici di questa stessa Repubblica di differenti estrazioni politiche, come il compianto onorevole Angelo Manna o il vivente ed attivissimo assessore gaetino Antonio Ciano e tutti i loro illustri predecessori che si sono occupati della "questione meridionale, come Salvemini, Gramsci e tutti i pensatori, i politici, e gli scienziati sociali che se ne sono occupati attivamente che non hanno mai trascurato la ricerca delle sue radici storiche. Non sono da dimenticare P. Villari, L. Franchetti, S. Sonnino, G. Fortunato, A. De Viti, De Marco, E. Ciccotti, N. Colajanni e F.S. Nitti. E molti professionisti diventati scrittori "per forza".Come quell'ingegner Iannantuoni che ha scritto

(e descritto) una bellissima opera del Regno delle Due Sicilie, come "il meraviglioso Ponte sul Garigliano" Attraverso il quale l'autore, un ingegnere, appunto, fa attraversare grazie a quella merovigliosa opera d'ingegneria, il fulgido passato di un Popolo, divenuto dramma, attraverso il presente coperto da un cielo plumbeo, per raccontare il futuro che si vuole riportare ai cieli tersi che furono del paradiso in terra chiamato meridione... il nostro futuro di italiani? Né molto dissimile è la prospettiva su cui si muovono le nuove generazioni di giovani e meno giovani, forse meno acculturati dei primi, ma sicuramente più determinati a dimostrare che lo sviluppo economico del sud è un passaggio obbligato, di la dei proclami liberisti dei finti sostenitori delle libertà. Libertà di continuare a fare i propri interessi? Ecco, loro ( i nostri giovani), potrebbero occuparsi di questo, pensando ai vivi, ma come giustamente hanno fatto gli ebrei e tutti quei popoli che non vogliono più che si consumino tragedie del genere neppure con la scusa di affratellare dei popoli, trovano giusto dare spazio alla costituzione di "luoghi della memoria" dove si sono consumate tragedie infami, ben prima che a Dachau offrendo la corona del per niente orgoglioso primato di inventori dei campi di concentramento e dei metodi di distruzione di intere etnie, un genocidio, come fu quello compiuto dai Savoia, ancor prima che Lemkin, definisse antropologicamente il primo concetto di genocidio; Quindi riportiamo correttezza nella storia: "fu Fenestrelle" il primo vero campo di concentramento e non Dachau come gli ebrei sono riusciti a far accreditare".Per cui, è giusto che anche i nostri politici, in capo a tutti il presidente della Repubblica italiana ( il presidente di tutti gli italiani), vadano a rendere omaggio ai quegli sventurati deponendo corone di fiori in quei luoghi della memoria. Ma a proposito di memoria, non dimentichiamoci dei nostri campi di concentramento. Quelli da cui è nata questa Repubblica e rendiamo onore ai meridionali; quelli di ieri in primis, ma anche a quelli di oggi! Senza tacciarli di essere i nuovi briganti: mafiosi e camorristi"!

E il Presidente del consiglio che tiene tanto a rendere la Sicilia non più un'isola costruendo un'inutile ponte miliardario, solo per continuare a sfruttare il Sud, preveda nella sua finanziaria lo stanziamento di una somma per la costruzione di un luogo della memoria a Fenestrelle per quel milione di meridionali trucidati, senza dimenticare quei 15 milioni dovuti emigrare per forza! E questo anche per evitare che altri giovani continuino ad emigrare!

Insieme con il campo di sterminio di Auschwitz, Dachau è nell'immaginario collettivo, il simbolo dei campi di concentramento nazisti.

Il 27 gennaio del 1945 una delle pagine più sconvolgenti della storia moderna fu portata alla conoscenza del mondo con l’apertura dei cancelli del campodi sterminio di Auschiwitz. Ma quando si racconta di questa pagina triste della storia umana, si sostiene che Dachau fu il primo campo di concentramento costruito dai nazisti e divenne pertanto il prototipo e il modello per gli altri campi che vennero in seguito costruiti in tutta Europa. E' in parte vero se non fosse per il termine prototipo che non è affatto appropriato dacchè il primo vero campo di concentramento, fu creato dai piemontesi di Vittorio Emanuele di Savoia, e fu inaugurato dai meridionali di quest'Italia che, senza voler dare i numeri, giacchè è difficile e difficoltoso fare una casistica finchè il governo italiano tiene celati i documenti attraverso l'esercito che li custodisce gelosamente ricordare e trasmettere quella memoria alle generazioni che sono e “che saranno”, deve essere l’impegno di chi da quei campi non riuscì a tornare, ma che per fortuna riuscì a lasciare degli eredi, dei successori. Quei venti e più milioni di meridionali che senza nessun amore, ma solo per forza di cose divennero italiani "finalmente al riparo dalle angherie dei Re Borboni". Orbene, gli ebrei, ricchi e per questo, maestri nella comunicazione, sono riusciti a far ammettere la loro tragedia anche perchè più vicini a noi nel tempo, hanno avuto la possibilità di servirsi dei vari tribunali di guerra nel frattempo costituitisi grazie alle nazioni ed ai pochi testimoni rimasti in vita, ma risoluti a far mantenere vivo il ricordo di quella tragedia come l'Olocausto! Che nessuno che non sia in malafede, si può permettere di negare che ciò sia avvenuto. Da alcuni anni questo compito è affidato non solo più alla tenace volontà dei reduci ma all’insieme dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni della Repubblica. Un compito che ci richiama all’essenza stessa della Costituzione Repubblicana, a quei primi undici articoli che impongono in modo solenne e inderogabile, ad ogni cittadino che risiede su questo nostro territorio, di scongiurare il ripetersi di storie come quelle che furono drammaticamente vissute da milioni di persone, colpevoli di essere portatori di una “diversità”. Una superiorità sancita da presunte superiorità razziali (come nel caso di Ebrei, Rom o popolazioni Slave), e oggi si vuole ricominciare d'accapo... ma anche religiose (come nel caso dei Testimoni di Geova) ed anche fisiche, con l’eliminazione di chi era portatore di handicap. La memoria in questo caso è, quindi, non solo il necessario e dovuto ricordo di milioni di esseri umani, ma la consapevole testimonianza di come gli eventi più drammatici della storia del mondo siano sempre stati accompagnati dal disinteresse, dalla sottovalutazione o dagli egoismi delle singole persone. Onorare il giorno della memoria

non può che essere allora la riconferma di un impegno individuale e collettivo a denunciare e combattere ogni forma di esclusione, di razzismo, di marginalizzazione di un popolo o di una singola persona. Accennando alle questioni importanti di politica-economica, nel superamento del primo meridionalismo, quello dell'età liberale, questa alleanza venne postulata più tardi anche da A. Gramsci, nell'ambito di una nuova concezione della questione meridionale come questione nazionale, sulla scorta degli insegnamenti della rivoluzione d'ottobre e all'interno di un progetto rivoluzionario che assegnava un ruolo egemone al proletariato industriale e una funzione di tramite e di guida al partito comunista*. Ma anche al di fuori di quest'area ideologica l'evoluzione rispetto al primo meridionalismo è percepibile nelle lezioni di un cattolico (L. Sturzo) e di un laico (G. Dorso), tra loro profondamente diverse ma accomunate dalla polemica contro il trasformismo della classe dirigente tradizionale, che aveva vanificato ogni sforzo di cambiamento della realtà economico-sociale e politico-culturale del Mezzogiorno. Ricominciamo dai morti per salvaguardare i vivi!Anche questa l'importanza di realizzare il luogo della memoria di Fenestrelle. Altro che realizzare nel luogo le giuste spettanze del popolo autoctono di farvi una struttura adatta al turismo di massa... E' giusto, ma le due cose possono coesistere restituendo anche l'onore ad un popolo, quello piemontese, che non ha le colpe che furono interamente di Quattro predoni indebitati risalenti alla corte dei Savoia. Quella di un re galantuomo, che galantuomo non era! Altro che i Borbone ai quali il piccolo re con l'accento francese, non arrivava alla cintola, ne per statura, ne per intelletto.

* chi scrive, per la tranquillità di tutti, ha sempre aborrito il partitismo e tanto meno si è mai schierato, ne a sinistra, ne al centro e neppure a destra seppure in giovane età ha ammirato la grande dialettica di Almirante. Tutto qua!

Mario il Normanno*

al secolo Mario Moccia

A breve la fondazione del "Comitato per Fenestrelle luogo della memoria"

mercoledì 28 maggio 2008

...HO DETTO TUTTO!!!


Sfogliando il BUR della regione Campania, n° 16 del 21 aprile, 2008, si può leggere il Bando di attuazione delle misure in favore del settore artigianato di cui ai commi 82 e 83 dell’art.4 della legge 24 dicembre 2003, n.350 – finanziaria 2004 – espressione di parere – individuazione delle priorità regionali e delle modalità di attuazione. La finanziaria 2004 in particolare prevedeva l’incremento a 10 milioni di euro del fondo per agevolare i processi di internazionalizzazione ed i programmi di penetrazione commerciale promossi dalle imprese artigiane e dai consorzi all’esportazione a queste collegati.

A sensi dell’art.3, comma 2 del decreto interministeriale del 3 agosto 2007, la somma di 10 milioni (ma anche tutti i tipi di finanziamenti che lo stato elargisce agli artigiani) è stata depositata presso Artigiancassa Spa, Gruppo BNL, incrementando i privilegi statali del gruppo bancario.

Ma non è questo il punto.

Il fondo che verrà anticipato nella misura del 50% del totale del progetto che ogni artigiano o gruppo di artigiani presenteranno e solo dietro presentazione di polizza fidejussoria (quanta gente deve mangiare!!!), mentre il saldo verrà erogato a programma concluso, costringendo l’artigiano ad anticipare capitali, o peggio ancora assoggettarsi ulteriormente alle banche per ottenere un prestito a copertura dei debiti.

Le attività di progetto sono:

- campagne di promozione all’estero (fiere, seminari, azioni di comunicazione sul mercato);

- missioni commerciali settoriali;

- azioni pubblicitarie e di relazioni pubbliche intese a diffondere la conoscenza dei prodotti e/o dei marchi;

- studi e consulenze finalizzati alla messa in rete delle imprese proponenti;

- studi di fattibilità per investimenti commerciali o produttivi all’estero;

- analisi per l’innovazione dei processi produttivi, distributivi e logistici;

Naturalmente è rivolto a tutti gli artigiani che vogliono aprire un nuovo mercato in un altro paese, ma anche a chi in un nuovo paese già è presente, ed intende migliorare o rafforzare la sua presenza;

Quindi il bando è creato per incrementare il fatturato di tutte le agenzie promozionali private presenti in italia a cui gli artigiani si rivolgeranno.

Ma il punto ancora non è questo.

Dei 10 milioni previsti dalla finanziaria 2004, alla Campania sono stati assegnati € 782.895,00, mentre alla Sicilia € 470.060,00, al Molise € 50.920,00 (quasi quanto è stato assegnato alle sole province autonome di Trento e Bolzano), ma come sono stati stanziati questi fondi?

Sulla base delle percentuali stabilite dal DPCM del 23/12/2003.

Leggendo poi questo DPCM, si evince come le percentuali tendano a favorire le imprese toscopadane.

Infatti di seguito riporto uno stralcio della tabella di ripartizione delle risorse finanziarei in materia di agevolazione alle imprese

Piemonte 8.70%

Lombardia 18.489%

Prov. Bolzano 0.269%

Prov. Trento 0.239%

Veneto 11.277%

Friuli Venezia Giulia 1.365%

Liguria 2.357%

Emilia Romagna 10.026%

Toscana 7.449%

Umbria 1.612%

Marche 3.600%

TOTALE PERCENTUALE FONDI AL NORD 65.383%

Abruzzo 2.690%

Molise 0.536%

Campania 8.241%

Puglia 6.494%

Basilicata 1.400%

Calabria 2.133%

Sicilia 4.948%

TOTALE PERCENTUALE FONDI DUE SICILIE 26.442%

Tali percentuali sono definite(cita il DPCM) tenendo conto delle esigenze di riequilibrio generale tra le regioni (???!!!???) ed ancora:

- distribuzione per le regioni delle imprese industriali;

- distribuzione per le regioni del valore aggiunto e degli investimenti delle imprese industriali;

- distribuzione degli occupati nelle piccole e medie imprese industriali.

Tradotto in pratica:

Dove c’è l’industria si privilegiano i finanziamenti e fondi a loro ed agli artigiani della stessa regione, facendo crescere il bisogno di manovalanza, incrementando il movimento di massa dei lavoratori che dalle Due Sicilie emigrano al nord, e giustificando il continuo richiedere di nuovi fondi che andranno sempre in base alle percentuali che continueranno a favorire il nord.

Le ultime parole famose:

Presidente Confindustria: “…bisogna far rinascere il sud che è il volano dell’economia nazionale…”

Anonimo nordista: “…noi con i nostri soldi manteniamo voi del Sud…”

Peppino De Filippo: “…ho detto tutto…”

Nello Esposito

http/nazionedelleduesicilie.blogspot.com

sabato 24 maggio 2008

MIMETIZIAMOCI

Siamo ancora troppo legati al modo di fare politica italiano. Ancora oggi, c’è chi si schiera con i partiti toscopadani per dare voce al loro problema, per dichiarare la loro voglia di indipendenza.

Molte volte tali scelte sono dettate da esigenze di poltrone locali, altre invece sono scelte suggerite dai risultasti elettorali.

Fino a qualche mese fa ho letto di dichiarazioni di eterna neutralità negli schieramenti politici, o di avversione nei confronti di chi aveva tradito la propria terra.

Oggi, come da 147 anni a questa parte, abbiamo un governo colonizzatore, che detta legge, e che attira a se le simpatie di chi ostina a chiamarsi indipendentista (Siciliano o duosiciliano che sia).

Quindi non ostiniamoci a protestare contro un ponte che verrà comunque realizzato (portando altri soldi alle imprese del Nord che forse lo gestiranno anche), a discapito delle compagnie di traghetti ed aliscafi che ogni giorno collegano le due regioni, a discapito dei circa 3000 pendolari, che se da una parte saranno più autonomi negli spostamenti, dall’altra incrementeranno i loro dipendenza dai prodotti petroliferi, visto che saranno invogliati ad utilizzare l’automobile.

Non protestiamo se realizzeranno le centrali nucleari (mentre TUTTA L’EUROPA punta sulle fonti rinnovabili) nelle nostre terre, scaricando i rifiuti nucleari a Rotondella in Basilicata. Ricordo, qualche anno fa, quando un politico scherniva un suo collega dell’opposizione per gli scarsi risultati ottenuti con le fonti rinnovabili, e l’altro rispondeva che era difficile ottenere risultati da qualcosa su cui non si investe. D’altronde le migliori menti che studiano e progettano impianti di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, sono italiane ma prestano i loro servigi ad aziende estere, che credono ed investono su tali fonti.

Non piangiamo se il governo ha militarizzato i nostri parchi per trasformarli in discarica, minacciando di arrestare chi ha da sempre abitato in quelle splendide terre di Chiaiano e proverà ad opporsi a tale decisione, minacciando inoltre di commissariare i comuni che si opporranno a tali decisioni.

Non ci amareggiamo nel vedere i nostri figli partire per il nord dove arrivano soldi, Expò, droga, violenza, bullismo e razzismo.

Non reclamiamo se le fabbriche al sud chiudono per improduttività, e siamo costretti a vivere, dipendendo dallo stato, giornate all’insegna dell’assistenzialismo, senza prospettare un domani da poter investire nelle proprie qualità.

Non rimpiangiamo una storia bellissima che è finita 147 anni fa.

Al governo c’è un partito che è nato dall’unione di persone che credono nella potenza di una terra che non ha una vera storia, segno che il nostro passato è irrilevante in una lotta all’indipendenza se a combatterla ci sono poche persone che non vogliono essere in prima linea, ma pretendono poi la fama e la gloria dei vincitori.

E cosa ancora peggiore è la necessità insita di dipendere dai partiti nazionali, che si distinguono in Destra e Sinistra, allontanando chi pur lottando per lo stesso fine, si schiera con maggioranza o opposizione, o non si schiera proprio.

Finché esisteranno, comitati, associazioni, partiti, leghe, che prima del fine saranno più attenti agli schieramenti, non penso si possa riuscire a sensibilizzare i duosiciliani ad una rinascita cultural-economica, visto che il confondersi tra la gente non da risalto a nessun tipo di cultura, ideologia o storia.

Bisogna armarsi di fede nei confronti di chi lotta per il solo fine della rinascita cultural-econimoca prima e dell’indipendenza delle Due Sicilie poi, dimenticandosi di pendere verso destra o sinistra, ideologie nate per malgovernare un paese, genitrici di tradimenti, lotte e antipatie.

Nello Esposito

mercoledì 21 maggio 2008

CONTROSTORIA DELL'UNITA' D'ITALIA


In data 17 u.s. in Siderno si è tenuta la presentazione di un libro che ho personalmente letto, e consiglio a tutti quanti vogliano leggere in chiave giornalistica ed oggettiva, gli eventi accaduti in Europa durante l'invasione del Regno delle Due Sicilie.
Ricevo a pubblico il discorso di apertura del presidente dell'Associazione culturale "Due Sicilie".

Associazione culturale 'Due Sicilie'

Saluto del presidente dell'Associazione in occasione della presentazione al Teatro Nuovo di Siderno, il 17 maggio 2008, del libro di Gigi di Fiore "Controstoria dell'unità d'Italia"

Concittadini della Locride,

con il valido aiuto delle amministrazioni locali, nel giro di quattro anni l'Associazione Culturale Due Sicilie ha promosso nella zona una decina di manifestazioni simili a questa. Potremmo dire che l'Associazione si sostituisce alla scuola nel far conoscere ai giovani e agli adulti una verità oscurata dalla retorica unitaria. La falsificazione storica mortifica l'identità dei meridionali e ciò deprime il peso specifico di questa popolazione negli equilibri nazionali,

Intanto è meglio dire Ytaloi, invece che meridionali, se vogliamo ribadire che non siamo una fetta, per giunta perdente, di un'identità italiana formatasi altrove. L'ancestrale cultura mediterranea ha resistito a una mascheratura toscopadana di carta pesta. E' stata una resistenza sanguinosa dapprincipio, in appresso dolorosa e amara. Ma le due Italia esistenti nel febbraio 1861, allorché Francesco II, sopraffatto dall'affarismo centro-europeo, capitolò, non si sono fuse, e oggi sappiamo non si potevano fondere.

Dietro l'istanza culturale preme evidentemente un'istanza politica, quella stessa che le recenti elezioni hanno messo in evidenza. Tuttavia essa ha assunto la forma di una classe che intende premere a livello statuale ed europeo, affinché i suoi interessi vengano remunerati. Ma una classe non è la Nazione. La Nazione comprende tutte le classi, dai primari ospedalieri alle ragazzine che vengono massacrate e ai coetanei inselvatichiti. La nazione è un'identità storica e un aggregato economico. Per noi italioti, l'identità nazionale si dirà realizzata solo quando i nostri eroi avranno un monumento e i nostri lavoratori avranno un lavoro dignitoso. Entrambe le cose hanno come presupposto uno Stato diverso da questo, che va conquistato.

Ringrazio Gigi di Fiore, Pietro Melia, il Sindaco di Siderno, l'assessore Mollica, così aperti e generosi nel darci una mano, i fratelli Bava che ci stanno ospitando nella sala del Cinema Nuovo. Ringrazio Mariolina Spadaro su cui ricade immancabilmente il peso di presentarci al pubblico e soprattutto Pasquale Zavaglia che, come un nume tutelare, ci suggerisce i passi da compiere e si accolla le fatiche più pesanti. Ma prima di chiudere voglio rivolgermi ai giovani, ai vecchi, agli uomini e alle donne della Locride. L'impegno è grande e noi siamo in pochi. Venite in nostro soccorso.

Il presidente

martedì 20 maggio 2008

L'OPERATO DI MIO FRATELLO

Mi riallaccio al mio post "l'intenzione c'era...", mio fratello Vincenzo si è attivato comunicando con il primo cittadino di Castellammare di Stabia, che è sempre disponibile.

1° mail :

Egregio sig. Sindaco della mia città,
Le scrivo per farLe vedere (evidentemente gira poco in città) una cosa che mi ha lasciato ESTEREFATTO!!!
Ho quindi pensato di fotografarla ed inviarle la foto in allegato, la foto in questione è stata da me scattata nei pressi della banca stabiese (direzione p.zza matteotti) e riguarda un'accesso per i disabili al suddetto marciapiede.
Evidentemente a qualcuno è sfuggito il fatto che non è possibile dare in concessione lo spazio antistante le rampe(che tra l'altro dovrebbero esser state fatte con i fondi per l'abbattimento per le barriere architettoniche, o sbaglio?)pensando bene di recuperare anche quel metro di parcheggio, da notare anche che le strisce pedonali sono in un'altra zona, ma la segnaltica orizzontale non andrebbe fatta con una certa regola?o meglio da persone un pò più competenti?
Fiducioso nel suo operato, attribuendo quindi l'errore agli operai che per menefreghismo non si sono fermati neanche di fronte ad una rampa, le allego la foto in questione sperando che ripristini lo stato dei luoghi nel più breve tempo possibile (evitando quindi eventuali sanzioni) e permettendo soprattutto ai disabili ed alle signore col passeggino un tranquillo "giretto in villa".
Ancora GRAZIE!
Vincenzo Esposito




2° mail

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From:
Sent: Monday, May 19, 2008 7:23 PM
To: "Geom.esposito"
Subject: Re: Barriere architettoniche???

Egr. Sig. Esposito,
in riferimento alla Sua mail, Le comunico che in data odierna ho dato
disposizioni alla SINTESI,Ditta incaricata per la segnaletica stradale, di
cancellare lo stallo di sosta a pagamento da Lei segnalato.
Cordiali saluti
f.to Il Sindaco
Salvatore Vozza

Egregio Signor Sindaco non aspetto in nessun modo un a Vostra risposta in
merito all a mia mail...ma almeno faccia qualcosa per eliminare quel
parcheggio a pagamento vicino alla rampa!



__________ Informazione NOD32 3108 (20080519) __________

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http://www.nod32.it

UNA GOCCIA NEL MARE DI MONNEZZA

Lettera inviata al Sindaco di Castellammare di Stabia


Chiarissimo Signor Sindaco,

in questa fase nervosa della gestione dei rifiuti, tutti cercano il colpevole guardando dal lato destro o sinistro degli schieramenti politici, ma penso che tutti ad iniziare da noi cittadini dobbiamo collaborare con le istituzioni per gestire questa fase nera della nostra storia.

Le istituzioni da parte loro devono educarci, perché in un paese dove la sensazione di abbandono è tangibile il cittadino si sente autorizzato, mostrando la propria inciviltà, ad infierire sulla riduzione in discarica degli spazi pubblici.

E’ necessario che si attui un programma di educazione civile rivolto ai cittadini, ed effettuato mediante privazione e soppressione dei servizi abusivi e superflui che difficilmente sono gestiti dalla maggioranza dei cittadini e dei commercianti, nonché dalla repressione verso tutti quegli atti incivili che sporcano i pubblici spazi;

Le soluzioni e le parole usate sono pesanti, ma l’impiego di tali misure sarebbe emblematico e rilevante, mostrando il chiaro impegno da parte dell’Amministrazione di risolvere il problema partendo dalla radice.

Ma ecco alcuni punti che sarebbero, a mio modesto avviso, d’aiuto all’educazione civile dei cittadini stabiesi:

  1. Sospensione a tempo indeterminato di tutte le attività di volantinaggio e distribuzione di opuscoli gratuiti in TUTTO il territorio cittadino. Sono superflue e controproducenti la distribuzione di migliaia di volantini e opuscoli dei centri commerciali (es. Auchan) o negozi (es. Expert, Euronics ecc.) che ogni giorno invadono le strade. D'altronde le tasse dei fruitori di tali servizi non ripagano certamente il lavoro di pulizia fatto dagli operatori ecologici.
  2. Repressione, mediante incremento dei controlli e sanzioni, di tutti gli atti di imbrattamento dei pubblici spazi. Il gesto recidivo di gettare la carta a terra, piuttosto che la mancata raccolta degli escrementi lasciati dagli animali domestici, o chi butta la cicca di sigaretta dall’auto, devono essere punite con sanzioni amministrative, così come è previsto dalla legge;
  3. Vietare la vendita dei piatti di plastica, dal momento che non sono riciclabili;
  4. Incrementare il controllo su tutte quelle attività abusive che producono rifiuti in grandi quantità. Le porto l’esempio di una parte del territorio stabiese dimenticato da tutti (ad eccezione della multiservizi che utilizza tale spazio per il trasbordo della spazzatura dai furgoncini ai camion compattatori) l’uscita di Gragnano dal raccordo autostradale. Tutti i fine settimana un venditore abusivo esercita la vendita di prodotti ortofrutticoli e alimenti cucinati per strada (carciofi). Non solo a dispetto di tutte le norme igieniche, dal momento che la merce viene appoggiata sulla sede stradale, ma anche a dispetto del senso civico, visto che il vicino sottoponte è stato trasformato in una discarica di tutti i rifiuti da lui prodotti (Vedi Foto);

Signor Sindaco, anche se sono una goccia nel mare, penso che tali provvedimenti possano infondere un senso di educazione ai cittadini e di presenza delle istituzioni su tutto il territorio cittadino.

Nello Esposito

sabato 17 maggio 2008

...CI AUNIMM'...

Solo oggi leggo da altri siti che il 9 maggio in Roma si è tenuto il primo incontro tra Partito del Sud, Per il Sud, L'Altra Sicilia, Lega Sud, Sud Libero.

Ognuno con la propria storia, ognuno con le proprie esperienze, lotteranno, si spera, nel portare avanti il programma di indipendenza del sud italia. Che mettano da parte i pregiudizi che li legano a pensieri ed ideologie regalati da 147 anni di partitocrazia toscopadana, per perseguire il primo obiettivo del loro programma: l’indipendenza.

Che restino indipendenti dalle assistenze date dai partiti italioti, la nostra storia, non ha bisogno di essere barattata con i voti, non abbiamo bisogno di portare 8 deputati e 2 senatori al parlamento per far vedere che esistiamo, non abbiamo bisogno dell’appoggio di quelle associazioni culturali che nascono e muoiono nella destra italiota, abbiamo bisogno di gente che si impegni nel RISVEGLIO CULTURALE del popolo delle Due Sicilie, un risveglio che apra la strada per l’INDIPENDENZA, gente che parli il napoletano, che stia vicino alle necessità del popolo, che seppellisca la mentalità popolare dei “meridionali” per far nascer quella dei DUOSICILIANI.

Si stabilisca fin d’ora l’istituzione della “giornata per la rinascita culturale delle Due Sicilie”, si lotti per l’evangelizzazione nelle scuole schiave dei sussidiari toscopadani, propagandino la cultura dell’acquisto dei prodotti del SUD.

VIVA LE DUE SICILIE!

Nello Esposito

Nazionedelleduesicilie.blogspot.com

venerdì 16 maggio 2008

MUNNEZZ!!!


Nella Capitale non sono solo i politici che godono del dramma munnezza

EPILOGO GORI


Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? (Cicerone)

Fino a quando i cittadini duosiciliani sono disposti a vedere i loro beni svenduti per legge in mano alle imprese toscopadane?

Fino a quanto sono disposti a subire il senso di colonialismo?

Il giorno 14 maggio, come annunciato, si è consumato l'ennesima sconfitta dei politicanti locali (vecchi e nuovi), si sono visti sottrarre un bene da loro gestito, per volere dello stato. Come il capocamorrista manda i suoi delinquenti a farsi versare il pizzo dalla brava gente, così lo stato italiano, per mano del luogotenente (Galli) ha mandato le sue imprese a fare razzia dei nostri beni.

E inutile piangere, sulle schede votate, sono i cosiddetti nostri rappresentanti che in parlamento studiano come guadagnare più soldi e potere a discapito dei cittadini.

E pensate che nel 2007 è stato approvato alla camere dei deputati un subemendamento alla legge bersani a firma dei verdi bonelli e trepiccione il cui corpo principale narrava: La titolazione delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata a enti pubblici.

Nello Esposito





mercoledì 14 maggio 2008

AMARO LUCANO


Ultimamente la questione nucleare è ritornata in prima pagina sui quotidiani nazionali, si parla di una rivalutazione dell’esito del referendum che nel 1987 decretò la messa al bando delle centrali nucleari presenti in Italia.

Infatti, molti STUDIOSI ritengono che sia l’unica e valida soluzione per combattere la crisi petrolifera mondiale, e che garantirà l’indispensabile autosufficienza in campo energetico della nazione italiana.

Certo se questo è avallato anche dagli ambientalisti che sono scesi in campo in una assurda battaglia contro la produzione di energia elettrica proveniente dagli impianti eolici (ENERGIA PULITA!!!), è la conferma che le ideologie politiche se ne vanno a farsi fottere dagli interessi economici, ed ogni battaglia è vana fino a quando un governo toscopadano lotterà per gli interessi economici delle società del nord.

ENEA la cui mission è ambiente, energia ed innovazione, presente con un suo centro in Basilicata a Rotondella, nel dimesso impianto ITREC, custodisce da circa 40 ANNI 64 barre di uranio provenienti da Elk River (USA)… ambiente?!?…Innovazione?!?

ITREC (Impianto TRattamento Elementi Combustibile), realizzato nel periodo 1965-1975, aveva come obiettivo la dimostrazione della fattibilità della chiusura del ciclo uranio-torio, con il riprocessamento del combustibile irraggiato e la rifabbricazione remotizzata del nuovo combustibile, utilizzando l’uranio (235+233) recuperato. La sezione di rifabbricazione remotizzata non è mai entrata in funzione, mentre l’impianto di riprocessamento ha svolto una sola campagna di prove, conclusasi nel 1978, su 20 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore di Elk River (USA). Da allora, l’impianto non ha più svolto attività di riprocessamento.

Al momento le barre (giustamente) nessuno le vuole e rimangono a Rotondella.

Ad oggi Rotondella si candida al primo posto per accogliere le scorie della stagione nucleare italiana interrotta nel 1987, ed ha ottime probabilità di diventare la pattumiera di italia in una eventuale ripresa delle attività nucleari.

Oggi si parla tanto di federalismo come soluzione finale di ogni italico affanno, ma giustamente sottolineano che sarà federalismo FISCALE, che tradotto significa che la gestione federale non riguarderà anche le assunzioni di responsabilità.

Nello Esposito

http/nazionedelleduesicilie.blogspot.com

L'IDENTITA' TRADITA

martedì 13 maggio 2008

PANTAREI

L’epilogo di una storia scritta dai colonizzatori che legiferano. La Gori Spa, la società di gestione delle risorse idriche dell’ATO3 (agro-nocerino.sarnese) con un documento a firma del legale Avv. Mario Percuoco, diffida il comune di Castellammare di Stabia. Nel documento si impone agli amministratori della città delle acque, il trasferimento del servizio idrico integrato, così come stabilito nell’ambito di una conferenza di servizi tra il Comune ed Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano. Oggi 13 maggio, mentre scrivo, il personale incaricato della Gorì Spa, si sta recando presso il comune e la direzione dell’ASAM, per la presa in consegna degli impianti attualmente a gestione comunale.

Ma come si è arrivati a questo?

Nel 1994, fu varata dal governo la cosiddetta Legge Galli (L. n° 36 dal 05/01/1994) che tra i principi generali chiarisce che “Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà.”, e stabilì che per la gestione del servizio idrico, le regioni furono divise in vari enti, gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali). L’ATO 3 raggruppa 76 comuni, che partecipano votano e decidono con i loro rappresentanti nell’assemblea ATO. Nel 2000, l’assemblea ATO3 affidò la gestione del servizio idrico alla GORI Spa a capitale pubblico. La gori era costituita inizialmente dai comuni dell’ATO 3 (70% delle quote) e dalle piccole aziende municipalizzate operanti sul territorio. Premesso che la legge galli non impone la privatizzazione dei gestori idrici, il consiglio di amministrazione dell’ATO nel 2001, con 4 presenti su 5 e senza interpellare l’assemblea ATO (i comuni) decide di dare in affidamento diretto alla cordata di varie società con capofila ACEA Spa.

La cordata, crea una società che acquisisce il 26.91% della Gori, la società è la SARNESE-VESUVIANO srl , che viene scelta dalla GORI come socio privato TECNICO (nel senso che è quella che realizza i lavori e la manutenzione su tutti gli impianti della ATO3, ed oltre alla ACEA (90%) vede come partecipanti anche le seguenti società:

CITIDA srl del gruppo SOECO di Milano;

DIPIUDIAMBIENTE (Roma), che vanta crediti con il comune di Napoli per un importo di €12.591.830,00, relativi alla gestione degli impianti di depurazione ex CASMEZ Napoli Nord negli anni 1993-1995);

SIBA SPA (Milano) società formata dalla EMIT Spa già presente nel territorio campano con la realizzazione degli impianti di trattamento acqua di falda ad Acerra, ed una Multinazionela FRANCESE La Veolia Water Solutions;

IL CONSORZIO FERONIA noto alle cronache per alcuni casi di assunzioni clientelari;

ICARAcquistata dalla compagna dell’ex presidente di CONFINDUSTRIA Antonio Amato (carica dal 2000 al 2004), impresa che satva fallendo e con 57 operai senza stipendio da circa una anno; acquistata nel 2001 tramite finanziarie e società lussemburghesi; con una ricapitalizzazione di 6 miliardi di lire, dava l’opportunità di acquisire una partecipazione alla Società Sarnese Vesuviano ed in base ad un accordo gli vengono affidati dalla ATO3 lavori di ingegneria civile idraulica.

DM Spa costituita il 29/01/1999 quasi contestualmente all’approvazione della Legge Galli.

C.LOTTI&ASSOCIATI Spa (Roma) – Studio di ingegneria

SGI Spa – Studio Galli Ingegneria – Padova Sermeola.

Senza entrare in merito al problema della privatizzazione delle acque, argomento già trattato da mille altri siti, blog, e personaggi pubblici, è giusto considerare come 4 MEMBRI del consiglio di amministrazione dell’ATO3 abbiano aperto le porte a società private del nord, per gestire un bene pubblico.

Ancora una volta, come è già accaduto in 147 anni di governo piemontese, società padane si nascondono dietro le leggi emanate per il loro interesse nell’avanzare legali pretese che rafforzano il senso di colonia che gli amministratori locali devono purtroppo subire.

Ed ancora oggi, gli amministratori sono succubi delle decisioni e della storia propagandistica che da decenni i governi gli propinano, anche se io confido nello spirito duosiciliano che è insito nei loro animi.

Nello Esposito

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martedì 6 maggio 2008

ESERCITO NEL NORD ITALIA


Anche se i media nazionali con zelo non creano un caso come è stato fatto per la mozzarella alla diossina, nella Padania la situazione sicurezza è gravissima, tanto da sfuggire di mano agli amministratori.

Un crescente senso di violenza sta attanagliando ogni fascia sociale ed anagrafica del settentrione. Atti di bullismo che a partire dalle scuole elementari mostrano alla nazione il disagio educativo che professori incapaci subiscono passivamente.

Razzismo, che scaturisce in sfottò allo stadio e violenza nelle strade.

La distorsione della parola divertimento che porta all’assunzione di droghe presenti in grandi quantità e varietà in tutte le province del nord, con conseguenti bollettini di guerra che ogni fine settimana elencano i morti sulle strade, ragazze violentate fuori la discoteca.

Non ultimo, la ribellione della movida torinese, in piazza vittorio emanuele, contro il tentativo da parte di un gruppetto di sette vigili urbani di ristabilire l’ordine in una anarchica occupazione della piazza.

Duecento persone hanno dato una idea della traduzione culturale della parola Divertimento, si sono divertiti a prendere a sassate chi stava svolgendo il proprio compito.

Le amministrazioni locali delle città colpite da tali violenze, hanno l’obbligo, nei confronti dei cittadini educati e rispettosi della legge, di richiedere allo stato l’invio dell’ESERCITO ITALIANO, per riportare la situazione alla normalità, e monitorare le strade cittadine, compito che come si evince dai numeri dei morti e feriti che ogni fine settimana siamo costretti a piangere, non può essere espletato dalle forze dell’ordine già presenti al nord.

Se in italia esiste un corpo specializzato, non possiamo permetterci di utilizzarlo per raccogliere la Munnezza dalla strada, o vedere che i migliori vengono utilizzati per fare da bersaglio nei paesi esteri, al nord italia hanno bisogno di un controllo attivo, costante ed efficace per riportare un senso civico e legale che al momento sembra non esistere.

Nello Esposito

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lunedì 5 maggio 2008

MARE LORUM


Ultimamente il Sindaco di Castellammare di Stabia ha affermato che il futuro dell’economia stabiese sta nel mare, in seguito ha stabilito che il 40% delle spiagge balenabili deve essere liberamente accessibile ai cittadini.

Ma facciamo una rapida analisi della destinazione d’uso dei circa 7,6 km di litoraneo stabiese.

Lidi privati (compresi alberghi) circa 1310mt pari al 17,31%

Non balenabili (come da divieti per inquinamento) mt. 3768 pari al 49.76%

Zone portuali o militari mt. 1760 pari al 23,23%

Ex colonia dei ferrovieri (non balenabile) mt. 230 pari al 3.06%

Spiagge libere mt. 502 pari al 6.64%

La situazione numeri alla mano è quella elencata, ma come si è arrivati a tanto?

All’inizio del secolo i lidi a pagamento si sviluppavano lungo la villa comunale che si trova al centro della città, lasciando le spiagge libere nella zona di Pozzano, così ripartite:

Spiagge libere ml. 4750

Cantiere e zona militare ml. 1750

Lidi privati ml. 470

Cementificio ml. 380

Il 63% del litoraneo era liberamente accessibile.

Il continuo aumentare dei mezzi di trasporto privati, lo spostamento delle concessioni dei lidi balenabili in zone più pulite (Pozzano) il rilascio di nuove concessioni per lidi privati, l’apertura dell’albergo CrownePlaza, l’apertura di un nuovo ristorante e lido privato lungo la litoranea, e l’aumento dell’inquinamento prodotto dal fiume Sarno (il più inquinato d’Europa) ha causato la diminuzione delle spiagge libere.

L’italia è una delle poche nazioni che rilascia concessioni per l’accesso a pagamento delle spiagge, ed i titolari di tali concessioni applicano prezzi sempre più alti per il solo accesso ad un bene che da sempre è stato pubblico.

Per chi come me ha fatto qualche viaggio fuori dalla penisola italica, tutto questo è assurdo se si paragona il sistema italiano con quello presente ad esempio in Spagna, in Francia o in Croazia dove la spiaggia è un luogo di aggregazione e svago di libero accesso e normalmente integrato nell’urbanistica e nella vita delle città costiere.

Se è vero che il Sindaco ha intuito la potenzialità delle risorse che in futuro proverranno dal mare, è altresì vero che lo sviluppo di tali risorse non deve precludere o negare diritti al cittadino.

Il mare ha sempre influito sulla vita dei cittadini, negare il libero accesso alle spiagge, ha reso Castellammare di Stabia un paese costiero, senza mare.

In un paese costiero non può e non deve esserci, per volontà e necessità politiche, una barriera fra il popolo e la propria identità.

Nello Esposito

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sabato 3 maggio 2008

La buona intenzione c'era, però...

Ci sono persone che amano la propria città, come FATO che mi ha inviato questa foto che invece è il simbolo di chi se ne FOTTE di quello che succede a Castellammare di Stabia.
L'amministrazione comunale ha concesso ad un consorzio privato la gestione delle aree di sosta a pagamento del centro cittadino. Concessione che è andata a far benedire le percentuali di zona destinata a parcheggio libero che per legge devono essere garantite, ma che addirittura sta privando il diritto di farsi una passeggiata anche al disabile o alla mamma che con il suo bel passeggino vuole raggiungere il lungomare stabiese.
Forse qualcuno non ha notato, ma una macchina è regolarmente parcheggiata in modo da ostruire il normale utilizzo di una discesa dal marciapiede che il comune qualche tempo fa ha realizzato, intascando fra l'altro anche i fondi stanziati per l'abbattimento delle barriere arichitettoniche.
Ci troviamo in Corso Vittorio Emanuele, strada intitolata dal Comune ad un personaggio che non ha mai fatto niente per Castellammare di Stabia, ed ancora oggi sembra che questo nome ispiri l'amministrazione a fregarsene dei diritti dei cittadini, mettendo in primo piano le risorse economiche e la comodità delle poltrone che gli amministratori devono occupare.
Finquando nelle DUE SICILIE, ci saranno amministratori che tradiscono il proprio popolo e restano attaccati alla partitocrazia creata per illudere le persone, difficilmente ci sarà quella rinascita che loro stessi vanno propagandando su tutti i giornali.
Un grazie a FATO, ed un invito a collaborare ancora con il blog.
Nello Esposito

venerdì 2 maggio 2008

IDEE PADANE AL SUD


Radio Padania Libera trasmetterà anche in Campania. Infatti sembra che l’emittente radiofonica, voce della Lega Lombarda, abbia comprato le frequenze di Radio Avella che trasmette nell’Irpinia. Dopo che la filocavouriana vicesindaco di Lampedusa ha permesso e sponsorizzato la diffusione, nella sua bellissima Isola, delle trasmissioni di una radio, voce di chi ci definisce TOPI DI FOGNA (cfr Processo a Calderoni), anche noi in Campania avremo i mezzi di propaganda leghista che lotteranno contro i partiti, i movimenti, le persone e tutte quelle ideologie che non portano benefici alle terre padane.

Loro, quelli di Radio Padania Libera, hanno dichiarato che trasmetteranno programmi a carattere nazionale; LORO?!?!?!

Molte persone, me compreso, scrivono e lottano per una RINASCITA CULTURALE, della popolazione delle DUE SICILIE, si trovano oggi di fronte ad una invasione capillare di chi, continuando ad offenderci e schiavizzarci, diffonde una cultura colonialista impostando come modello di nazione, da cui trarre esempio, le perfette regioni della padania, facendo sentire la popolazione di meridionali inferiori per potenza economica, intelligenza ed organizzazione, e bisognosi di assistenza da parte dei settentrionali.

Fra qualche giorno i pellegrini che si remeranno al Santuario di Montevergine canteranno …o mia bella madunina…

Nello Esposito

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