sabato 24 maggio 2008

MIMETIZIAMOCI

Siamo ancora troppo legati al modo di fare politica italiano. Ancora oggi, c’è chi si schiera con i partiti toscopadani per dare voce al loro problema, per dichiarare la loro voglia di indipendenza.

Molte volte tali scelte sono dettate da esigenze di poltrone locali, altre invece sono scelte suggerite dai risultasti elettorali.

Fino a qualche mese fa ho letto di dichiarazioni di eterna neutralità negli schieramenti politici, o di avversione nei confronti di chi aveva tradito la propria terra.

Oggi, come da 147 anni a questa parte, abbiamo un governo colonizzatore, che detta legge, e che attira a se le simpatie di chi ostina a chiamarsi indipendentista (Siciliano o duosiciliano che sia).

Quindi non ostiniamoci a protestare contro un ponte che verrà comunque realizzato (portando altri soldi alle imprese del Nord che forse lo gestiranno anche), a discapito delle compagnie di traghetti ed aliscafi che ogni giorno collegano le due regioni, a discapito dei circa 3000 pendolari, che se da una parte saranno più autonomi negli spostamenti, dall’altra incrementeranno i loro dipendenza dai prodotti petroliferi, visto che saranno invogliati ad utilizzare l’automobile.

Non protestiamo se realizzeranno le centrali nucleari (mentre TUTTA L’EUROPA punta sulle fonti rinnovabili) nelle nostre terre, scaricando i rifiuti nucleari a Rotondella in Basilicata. Ricordo, qualche anno fa, quando un politico scherniva un suo collega dell’opposizione per gli scarsi risultati ottenuti con le fonti rinnovabili, e l’altro rispondeva che era difficile ottenere risultati da qualcosa su cui non si investe. D’altronde le migliori menti che studiano e progettano impianti di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, sono italiane ma prestano i loro servigi ad aziende estere, che credono ed investono su tali fonti.

Non piangiamo se il governo ha militarizzato i nostri parchi per trasformarli in discarica, minacciando di arrestare chi ha da sempre abitato in quelle splendide terre di Chiaiano e proverà ad opporsi a tale decisione, minacciando inoltre di commissariare i comuni che si opporranno a tali decisioni.

Non ci amareggiamo nel vedere i nostri figli partire per il nord dove arrivano soldi, Expò, droga, violenza, bullismo e razzismo.

Non reclamiamo se le fabbriche al sud chiudono per improduttività, e siamo costretti a vivere, dipendendo dallo stato, giornate all’insegna dell’assistenzialismo, senza prospettare un domani da poter investire nelle proprie qualità.

Non rimpiangiamo una storia bellissima che è finita 147 anni fa.

Al governo c’è un partito che è nato dall’unione di persone che credono nella potenza di una terra che non ha una vera storia, segno che il nostro passato è irrilevante in una lotta all’indipendenza se a combatterla ci sono poche persone che non vogliono essere in prima linea, ma pretendono poi la fama e la gloria dei vincitori.

E cosa ancora peggiore è la necessità insita di dipendere dai partiti nazionali, che si distinguono in Destra e Sinistra, allontanando chi pur lottando per lo stesso fine, si schiera con maggioranza o opposizione, o non si schiera proprio.

Finché esisteranno, comitati, associazioni, partiti, leghe, che prima del fine saranno più attenti agli schieramenti, non penso si possa riuscire a sensibilizzare i duosiciliani ad una rinascita cultural-economica, visto che il confondersi tra la gente non da risalto a nessun tipo di cultura, ideologia o storia.

Bisogna armarsi di fede nei confronti di chi lotta per il solo fine della rinascita cultural-econimoca prima e dell’indipendenza delle Due Sicilie poi, dimenticandosi di pendere verso destra o sinistra, ideologie nate per malgovernare un paese, genitrici di tradimenti, lotte e antipatie.

Nello Esposito

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