lunedì 28 aprile 2008

100 ANNI PIU' IMPORTANTI DI 225!?!

Il 3 aprile la Fincantieri SpA ha festeggiato i cento anni di attività del suo più grande stabilimento, quello di Monfalcone.

La Fincantieri celebra la storia e i successi di questo stabilimento con una grande mostra: “Cantiere 100, cent’anni di navi a Monfalcone”.
L’esposizione, che è stata inaugurata lo scorso 27 marzo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

In una azienda, che punta sul consolidamento economico basato sulla tradizione cantieristica, pubblicizza i 100 anni di Monfalcone dimenticandosi i 225 anni del Cantiere di Castellammare di Stabia.

Infatti nel 1783 il ministro del Re Ferdinando IV, Giovanni Edoardo Acton (da non confondere con il vigliacco che permise lo sbarco a Marsala da parte di Garibaldi), individuò nell’area stabiese, già ricca di materia prima e maestri d’ascia, il sito ideale per la realizzazione del Regio Cantiere Navale in grado di dotare la Regia Flotta di nuove navi, e da allora a Castellammare di Stabia, operavano i cantieri navali più importanti e tecnologicamente avanzati d’Italia. In questo cantiere fu allestita la prima nave a vapore, il Real Ferdinando, 4 anni prima della prima nave a vapore inglese. Da Castellammare di Stabia uscirono la prima nave a elica d' Italia e la prima nave in ferro.

Tutto ciò fino al 1861, quando gli invasori toscopadani si impossessarono delle tecnologie e delle menti in esso presenti (considerate che il primo ingegnere si laureò a Milano solo nel 1870, mentre il Regno delle Due Sicilie era florido di menti eccelse) per allestire e dare vita ai cantieri navali al Nord.

Forse tutto questo è stato dimenticato dalla Fincantieri, e dalle istituzioni locali che nascondendosi dietro la partitocrazia toscopadana, non riescono a dare vita alla rinascita culturale che può risollevare le sorti della nostra terra, non riescono a dare vita ad una mostra o un museo sulle realtà che grazie ai loro avi hanno reso grande il Regno delle Due Sicilie, regalando ai propri votanti solo iniziative mediocri e anonime, che gli garantiscono la permanenza sulla poltrona al palazzo.

IDEE DI AUTODETERMINAZIONE

CAMPANIA LA TERRA DE I QUATTRO GOLFI:

"GAETA, NAPOLI, SALERNO E POLICASTRO.

Offriamo al mondo il nostro turismo la nostra cultura, le nostre bellezze e non l'italica immondizia!

Lasciamo agli altri le loro vecchie bandiere ormai consunte dal malaffare e dalla corruzione…

AUTODETERMINIAMOCI ! LUNEDI 8 SETTEMBRE A NAPOLI ( piazza del Plebiscito, ore 9.00), Andiamo a Firmare, TUTTI I CAMPANI!

BOSSI CHE HA PORTATO LA LEGA NORD A GOVERNARE IL PAESE ITALIA, TRA TANTE ALTRE COSE HA DETTO:

Un principio fondamentale che sta alla base di tutte le Costituzioni, è quello della resistenza che i cittadini e i popoli hanno il diritto di fare nei confronti di uno Stato quando commette ingiustizie, e nei confronti della Padania di ingiustizie, a mio parere, ne sono state fatte un’infinità.”... sì onorevole Bossi, e nei confronti del Sud in generale e della Campania in particolare?

Bene, fratelli campani, vi devo per caso ricordare che cosa ha fatto a noi l'italia? D'apprima con la scusa viscida dell'unità d'Italia, e poi dopo ( e durante), l'unificazione. Ma è proprio vero che siete dei Paglietta? Mi è venuto il dubbio che nonostante siate voi i paglietta, non sappiate che cosa significhi questo epiteto. Così sono andato a cercare su Wikipedia, una definizione appropriata; ma vi ho trovato, fortunatamente un post dell'ottimo professor Zitara che è indirettamente una risposta a me medesimo ( tale che me ne sono appropriato per meglio farvi capire dacchè volevo risvegliare le Duesicilie e voi tutti che... aspettate. Ma aspettate cosa?

In realtà, trovando che il professore ha ragione, ho deciso di occuparmi di Campania e non più di Duesicilie. Tentando di proporre l'autodeterminazione della Campania, fondando la

Repubblica Socialista Parthenopea.

Ma la lettera del Professore, no, ve la dovete leggere, per capire perchè la Sicilia è la Sicilia, e non c'entra niente con il napoletano. Noi siamo una realtà diversa e non vogliamo che venga fuori un nuovo "Lombardo" ad allearsi con la lega di Bossi. Noi infatti, non dobbiamo allearci con quest'Italia; da quest'Italia dobbiamo invece affrancarci, chiedendo la nostra autodeterminazione!

NO, NON C'E' PIÙ TEMPO

( di Nicola Zitara)


Caro "Moccia", personalmente respingo con fermezza la Tua proposta di un incontro tra pugliesi e calabresi a Catanzaro, che dovrebbe essere preparatoria di un successivo incontro a Catania. Questo incontro sarebbe un piacevole rendez-vous fra vecchi amici, ma non avrebbe un vero carattere politico.
Ora, il problema è: Quale politica?
Questo continuo incontrarsi tra neoborbonici è la brutta copia degli incontri che, sprecando soldi nostri, fanno i politici meridionali al servizio del sistema cavourrista e toscopadano. I su lodati, di tanto in tanto, sentono il bisogno d'incontrarsi in inutili e televisivi convegni, per affermare a sé stessi (e a chi non gli crede ma mangia con loro), che hanno la testa e delle idee politiche in testa, mentre in effetti in testa hanno soltanto la gestione del sottopotere che il Nord gli accorda e la voglia di far bottino.
Intanto, secondo me, la Sicilia e il Napoletano sono due formazioni sociali a sé stanti. Scrive l'illustre professor Zitara; il fatto che la disgrazia del colonialismo toscopadano oggi le accomuni non significa che le diversità siano scomparse. La Sicilia e il Napoletano (l'Ytalìa) possono e debbono allearsi nel moto d'indipendenza dalla Toscopadania, ma ciascun paese ha una sua persistente identità millenaria. (E sono d'accordo con lui)! Ma nessuno s'è accorto che il "sistema Italia" ha preso in giro Bossi ed i leghisti, tacitandoli, mandandali a governare quella stessa Italia che volevano combattere... e così hanno fatto con i siciliani dell'MPA. Perciò, non è questa la strada. La strada è una soltanto. quella che perseguiremo noi, i paglietta! la strada

dell' AUTO DETERMINAZIONE (N.d. A.).
E continua il professore... La storia di lungo periodo non si cancella davanti a una pizza e a un bicchiere di vino. La Sicilia ha consapevolezza della propria identità, i suoi intellettuali hanno, forse, anche una strategia e un obiettivo, mentre l'Ytalìa ha consapevolezza di sé soltanto nella coscienza profonda, come attesta il brigantaggio antiunitario, ma non immagina ancora come costituirsi a Stato. Il fatto che i re Borbone, specialmente Francesco II, avessero l'idea d'essere Stato non significa che l'avessero anche gli altri italioti, specialmente l'aristocrazia e la borghesia.
Se l'avessero avuta, non avrebbero tradito Napoli per Torino; avrebbero condotto la propria battaglia politica all'interno del paese e con le proprie mani, e non con le mani dei francesi e dei piemontesi. Tuttora Napolitano si sente napolitaliano e non interamente napoletano, e c'è chi, come Bassolino o la camorra o la 'ndrangheta, si appoggia a Roma per scroccare sugli italioti. Un uomo d'ingegno, un superbo scrittore, qual è Roberto Saviano, tuttora si rivolge idealmente alla Repubblica (torinese), ai suoi giudici, alle sue forze di polizia e ai toscopadani nell'illusione di salvare Napoli con le altrui mani. Eh no, caro professore, la mia aristocratica famiglia, di origine napoletana, ai piemontesi e accoliti, ha fatto ballare il canto della sconfitta, mettendosi proprio a capo dei briganti, pagando - infine - con la vita!
Il dramma degli italioti s'incorpora nell'ambiguità tra l'inconsapevole sentimento di appartenenza e la razionalità presa a prestito dalla Francia, dall'Inghilterra e da Milano. Tuttavia non c'è tempo per una 'rivoluzione culturale', per portare a livello di coscienza la nostra identità e per costruirci sopra una nostra politica. No, non c'è tempo!
Dobbiamo far presto, perché ogni giorno è un nuovo disastro, una nuova servitù economica e culturale, un nuovo Saviano che capisce tutto e non sa cosa fare. Bisogna necessariamente rifarci alla categoria politica d'indipendenza, nel caso allo Stato borbonico. Rimetterlo in piedi contro i paglietta. Ma c'è un altro scrittore, caro professore, un altro Moccia, un Moccia Moderno che invece sa che cosa fare e vi invita a farlo.Vedasi titolo di titolo di questo post.
Ma i paglietta siamo noi, incapaci di pensare e progettare in proprio. Potremmo soltanto 'agire' in proprio, secondo la regola monastica dell'obbedienza a un fine. Nei passaggi intermedi i monaci non cercano sé stessi ma si sentono obbligati al fine religiosamente adottato. Farci monaci e obbedire alla regola dell'indipendenza, non possiamo fare altro. Sono d'accordo, ma noi non ci faremo monaci, perchè non ne abbiamo la spiritualità, nè la pazienza monacale. Noi Campani siamo guerrieri nati e 2700 anni sono lì a testimoniarlo. Ed anche oggi, seppure solo con l'arma del voto e della cultura e dell'intelligenza, faremo ciò che non è stato capace di fare Bossi: "ci Autodetermineremo"! Non ci interessa andare al Governo insieme agli italioti per farci continuare a spremerci. Qui c'è da cambiare un sistema! Qui c'è da eliminare le logge massoniche e mafiose o parlando di casa nostra, quella sottologgia che viene chiamata camorra! Il voto democratico, non risolve alcun problema, caro professore. I Campani si devono riprendere la loro Terra e mandare a governare una nuova generazione di amministratori non ideologicizzati: Giovani e Donne! naturalmente letterati ed acculturati. a scuola e non attraverso gli strumenti della liberalmassoneria: la televisione che mentre da due soldi e un presunto successo, in cambio ti prende l'anima!
E continua l'esimio professore (che io stimo e rispetto)... Prima la liberazione e poi la costituzione. In questo senso, il partito a cui penso è una Regola monastica in vista della liberazione. Tutto ciò che non è Regola mi sembra una qualunque etichetta fra le tante così care ai profittatori del regime cavourrista. No, caro professore, i paglietta, non vogliono più sentir parlare di Partiti. i "paglietta", chiederanno la loro Aurodeterminazione, e andranno fino in fondo!

Orbene, Bossi osa sempre di più ed ottiene sempre di più. Noi napoletani - invece - che facciamo...

Vulimme perdere ancora tiempo? Io no. Me so' scucciat! Ed eccomi quindi a proporvi di diventare uno Stato diverso dall'Italia. Autrodeterminandoci! Incontriamoci a Napoli, il 6/7/8 settembre.

Il 6 ed il sette si incontrerà lo "Stato maggiore" responsabile di fronte agli Organismi internazionali della richiesta di autodeterminazione. L'8 settembre ci incontreremo con Beppe Grillo in Piazza del Plebiscito con il Popolo che ci permetterà la richiesta di autodeterminazione, con la propria - preziosissima - firma.

E fu cosi che rinacque la gloriosa Repubblica Napoletana. La Repubblica Socialista Parthenopea!

programma di una giornata particolare

8 SETTEMBRE (una data storica a ricordarci il tradimento del "re galantuomo" Vittorio Emanuele degli stessi savoia che avevano rapinato Napoli ed il Sud D'Italia). Una data in cui Napoli si riprenderà la sua dignità con le vostre firme...

Ore 9.00 - Piazza del Plebiscito ricca di 7 gazebo per la raccolta firme; alla presenza di altrettanti funzionari comunali-vidimatori cortesemente (e patriotticamente) disponibili, coadiuvati da 7 raccoglitori, documento valido ( non scaduto), alla mano, si raccoglieranno le firme che consentiranno ai responsabili di presentare la nostra richiesta di autodeterminazione al governo italiano ed agli Organismi internazionali: Comunità europea: "Consiglio, Commissione"; Segretariato generale delle Nazioni Unite nonché ai governi degli Stati membri. Conferenza di Helsinky... Ed agli stessi Stati Uniti d'America.

suggestioni di una giornata particolare

Fin dalla mattina, grazie agli sponsor, panini, bibite e pizze scontati accompagnati dalle splendide note della cover band di Rino Gaetano (che anche non napoletano è presente nei nostri cuori e non può mancare a questo storico appuntamento), Eugenio Bennato ed altri artisti Partenopei tutti presenti gratuitamente, ringraziando e dichiarandosi onorati per la chiamata.

Gli amici incaricati di montare il palco per la festa-concerto della sera ci dicono che fin dalle 9 del mattino sta passando gente che chiede di firmare.

Stanno andano a ruba e sono già tutte indossate le magliette con su scritto sul retro "Addio Italia..." e sul davanti "è stat bell finchè è durat, ma nui simme 'nnata cosa! Arrivederci! Oppure un'altra con su scritto: "autodeterninazione parthenopea"! E naturalmente il nostro simbolo: "il Giglio"! E la piazza è un tripudio di bandiere, la bandiera azzurra con al centro il nostro simbolo: "il Giglio borbonico"!

Alle 17 dopo il discorso dell'ospite d'onore Beppe Grillo, inizia la festa musicale, abbiamo già venduto tutte le magliette. Comincio a rendermi conto che quella cosa lì, che doveva essere un evento propriamente inteso cui non credevamo nella risposta dei napoletani, sta diventando un fiume di persone provenienti da tutte le città e Paesi della Campania. in una processione infinita, laica, civilissima. Che ci vede costretti ad aprire altri tre gazebo e chiamare altri tre funzionari che rispondono immediatamente, con grande spirito napoletano.

Ore 17.15 i tecnici fanno le prove del suono e i nostri antennisti riescono a stabilire la diretta con Piazza Maggiore a Bologna, con Piazza Duomo a Milano e Piazza San Marco a Venezia in un estremo arrivederci agli italiani del Nord, per far loro capire che cosa stanno perdendo! solo l’audio, perché il sole picchia ancora e sul maxi schermo non si vedrebbe niente. La gente che ha già firmato si raccoglie in cerchio, ascolta, ride, saranno un centinaio: “l’ascolto collettivo della radio”, mi dico, non avevo mai visto niente del genere.

Comincia il concerto all’ora dell’aperitivo, c’è tanta gente in fila, non una protesta per l’attesa, guardo i tavoli delle firme, conto 10 raccoglitori insieme ai vidimatori, tutti a testa bassa. C’è qualcosa che mi commuove in quello spettacolo, ma non me lo posso ancora permettere, ho del lavoro da fare, la serata da portare a termine come promesso nel programma. Per fortuna tutto fila liscio grazie al sacrificio di tanti.
Avevamo previsto una soglia di felicità a quota 500 firme. Stiamo superando le mille firme e c'è ancora gente a fare la fila.Tranquilla, disciplinata, tanto che non sembra neppure che la cosa stia accadendo a Napoli!

COSA STA SUCCEDENDO?
Sono le 23. Che ci fanno centinaia di ventenni in coda per un quarto d’ora con la patente in mano solo per fare una firma? Sono questi gli sballati del sabato sera? Quelli senza valori, che pensano solo a drogarsi e ubriacarsi? I napoletani fannulloni e nullafacenti? Rivediamoli - questi giovani - quando avranno la loro vera Patria: la Repubblica Socialista Parthenopea! Ecco, rivediamoli allora. E finalmente capirete di chi era la colpa!

Ore 00.15, L. G., 27 anni di Benevento, mette felicemente la firma numero 2500.
I moduli sono finiti, i raccoglitori di firme e i vidimatori sono sfiniti. Molti, ancora in fila, tutti ragazzi, rimangono delusi, noi ci scusiamo dichiarando chiusa la raccolta.Tanto sono più che sufficienti. Ma che cosa succede, cos'è quel baccano quell'improvvisa cagnara, tutti i restanti, non vogliono saperne di andare via. vogliono firmare al grido di: "Anch'io c'ero"! Anch'io c'ero!Fortuna che credendo nell'iniziativa, avevo fatto stampare 10.000 schede. Si riprendono le firme, in silenzio!

Ore 01.00. E’ la degna e toccante conclusione di un rito collettivo e liberatorio. La nostra richiesta di autodeterminazione ha avuto il successo insperato... e più in là, ci sono ancora i cumuli di immondizia! Che tempo un mese, non ci saranno più.

Chi ha vissuto quel momento un 8 settembre di vera festa, non credo se lo dimenticherà.

E no, anche perchè sta iniziando a cantare un'altra voce 'e Napule per accompagnare il sorgere di una nuova alba... un'alba interamente ( e interiormente), napoletana. Anzi, Parthenopea!

m.se Mario Moccia di Montemalo

sabato 26 aprile 2008

Quale liberazione?

ricevo dall'amico Orazio e pubblico...


Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il rito
della ricorrenza del 25 Aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della Resistenza partigiana.
Anche in Sicilia, manifestazioni,convegni e volantini all'insegna della ritrovata libertà dopo il ventennio nero, la fame e la guerra.
Ma, quale 25 Aprile si ricorda e si festeggia in Sicilia?
Quando nel Nord Italia era attiva la "Resistenza", in Sicilia, il Popolo di Sicilia,almeno da un anno, era impegnato in ben altra tipologia di Resistenza:la Resistenza Siciliana-cancellata dalla memoria storica dei Siciliani e dai libri di storia dell'italica scuolaimposti ai nostri figli- fu combattuta contro l'Italia badogliana e togliattiana, che chiedeva ai giovani dell'Isola di versare altro sangue per "la Patria", ma questa volta contro i "nuovi nemici",i nazifascisti.
I giovani Siciliani contro questa prospettiva insorsero, insorsero con le armi, occupando i municipi, proclamando intere zone della Sicilia- vedi Comiso- territori liberi, autogestiti,"Repubbliche".
Non solo, tutta l'Isola fu scossa dalla rivolta popolare contro la fame e, in alcuni episodi, come a Palermo(nella foto sopra) il regio esercito della ritrovata Italia"democratica" ha represso con vere e proprie stragi queste rivolte siciliane, altro che "Bella ciao"!
In questo contesto si sviluppò- anche se fra mille contraddizioni- un forte movimento di massa indipententista, il MIS (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia) e un piccolo esercito gerrigliero, l'"Esercito Volontario indipendentista Siciliano"-EVIS- artefici di una decisa lotta contro lo Stato colonialista italiano, lotta culminata con la concessione dello Statuto speciale di Autonomia.
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Quale "Resistenza"?
Quella dei giovani Siciliani contro la guerra e la fame o quella delle "Brigate Garibaldi" del Nord Italia?
Quale "Liberazione" devono ricordare e festeggiare i Siciliani, che, dal 1943 al 25 Aprile '45 e oltre, sono stati riempiti di piombo dalla "nuova"
Italia antifascista?
Insomma:come, quando e perchè, in Sicilia, è avvenuta la "Liberazione" tanto celebrata in questigiorni?
In verità, anche se è una verità che non fa tantopiacere, e a tanti, è che il 25 Aprile, anche il 25Aprile, è stato imposto alla Sicilia e ai Siciliani.
Ed è una verità oggettiva... mentre le brigate partigiane sfilavano festose e vittoriose a Milano e a Torino, in Sicilia la mafia, sulla pelle dei siciliani,
collaborava con il "nuovo" apparato politico,
lo stesso apparato politico che gestirà l'affaire bandito Giuliano,la strage di Portella delle Ginestre,l'uccisione di tanti sindacalisti, l'assassinio
della stessa Autonomia Siciliana...
Quale 25 Aprile...in Sicilia?
Orazio Vasta -a rarika

http://rarika-radice.blogspot.com

martedì 22 aprile 2008

EVANGELIZZAZIONE E RISVEGLIO CULTURALE


Da sempre la Chiesa è stata vicina alle Due Sicilie, ed oggi a Napoli possiamo vantare la presenza di un vero Napolitano, il Cardinale Crescenzio Sepe.

Il popolo Napolitano, vuole certezze, anche se a volte crede troppo alle promesse elettorali lanciate dal grande palco da chi si proclama come nuovo inquilino di palazzo reale; Lui invece, il Cardinale è l’unico che fa propaganda solo delle opere già realizzate.

Già il 21 marzo invitava “tutte le eccellenze professionali ad avviare una ricostruzione morale economica e sociale” ed in tale occasione fu Lui in prima linea a donare l’anello cardinalizio regalatogli dal Papa Giovanni Paolo II, per assicurare medicina e cibo ai bisognosi, Lui che già nella sua esperienza Brasiliana insieme all’evangelizzazione portò carchi di medicina e latte alle popolazioni di Brasilea.

Ed oggi, in occasione della costituzione di un ufficio per la pastorale dello spettacolo, ha lanciato un invito agli artisti di Napoli, affinché si difenda la specificità della cultura napoletana; invito raccolto da circa 150 tra attori, registi e musicisti tra cui Pappino di Capri, Gigi Finizio, Giacomo Rizzo, Tato Russo, Patrizio Rispo, Benedetto Casillo, James Senese, a cui il Cardinale si raccomanda di essere “testimoni della bellezza. Siete troppo bravi e troppo importanti perché non ci sia collaborazione con voi”.

“Qualche anno fa”, in giro per le strade di Napoli, giravano gli organetti, che insieme alle copielle distribuite alla popolazione rallegrava gli animi con canti popolari che non mancavano di fare satira nei confronti dei personaggi politici di allora.

Oggi come allora, ci sono artisti che riempiono gli stadi e le piazze, così come ci sono Chiese che accolgono chi ha bisogno di un tetto, queste le uniche realtà che sono vicine al popolo e che ascoltano le grida di dolore.

Il popolo Napolitano da sempre fedele e cantatore, può ritrovare la propria identità nel Cardinale Sepe, che nella sua opera di evangelizzazione è sempre stato al fianco del popolo.

venerdì 18 aprile 2008

La nuova Gabella

“Sarà un federalismo solidale e nessuna Regione sarà penalizzata” ha annunciato Berlusconi. Come primo punto nel programma del Pdl è prevista l’approvazione del disegno di legge della Lega. Se da una parte il federalismo della Lega è un invito a razionalizzare i fondi a disposizione delle Regioni senza sprechi, ed a incentivare la produzione locale, dall’altra è l’ennesimo furto che le Nazioni delle Due Sicilie subiscono dal colonizzatore.

Punto principale della riforma è il cambiamento delle spettanze degli introiti derivanti dall’Imposta sul Valore Aggiunto, infatti è previsto che l’80% di tali incassi sarà destinato alle regioni.

Qundi l’IVA, che le regioni del Sud pagheranno alle imprese del Nord per i lavori realizzati nelle Due Sicilie, riempirà le casse delle Regioni del Nord.

Se consideriamo che il secondo punto del programma politico del Pdl è quello della realizzazione di numerose infrastrutture nel Sud Italia, ponte compreso, ne possiamo trarre le giuste considerazioni.

Gaeta e Taranto non battono più moneta da secoli, il resto delle Due Sicilie, ha pagato, e pagherà ancora di più una pesante gabella ai colonizzatori toscopadani.

Nello Esposito

http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com


mercoledì 16 aprile 2008

ADDIO STRETTO



Il neogovernatore della Sicilia, Lambardo afferma: “il ponte sullo stretto va fatto, A chi dice che rischia di essere un grande regalo alla mafia replico che e' un luogo comune di chi non vuol far fare nulla in Sicilia. C'e' il racket? Lo si prende a calci nel sedere e punto'.”

Il problema è che il governatore con queste parole, e le sue prossime scelte apre le porte e stende il tappeto alla vera mafia, quella molto meglio organizzata, i colonizzatori toscopadani ai quali pagheremo una pesante gabella.

Oggi il Partito del Sud è chiamato ad un importante compito, che spero non sia preso come opposizione politica nei confronti di Lombardo, ma come battaglia che da buon brigante deve portare avanti contro gli invasori; bisogna stroncare sul nascere questa assurda iniziativa del leader dell’MPA.

Raffaele Lombardo, come 147 anni fa Francesco Crispi, sta vendendo la Sicilia alle multinazionali toscopadane, si sta piegando al volere del suo Comandante, dimenticando che il suo Movimento è per l’AUTONOMIA.

Dunque cittadini di Messina e di Reggio Calabria, che avete scelto di farvi rappresentare dall’MPA, avete votato per la distruzione del più bel panorama delle Due Sicilie.

ADDIO STRETTO!!!

martedì 15 aprile 2008

HA PERSO L'ITALIA

Stamattina l’italia si è svegliata con un nuovo governo. I vinti ed i vincitori rilasciano dichiarazioni ed auguri. Ma prima di emettere un giudizio rileggiamo i risultati con i numeri effettivi e non con quelli che i media dichiarano.

CAMERA DEI DEPUTATI

Partiamo dal fatto che il corpo elettorale (gli aventi diritto) è formato da 47.295.978 di votanti, di questi solo 38.078.938 si sono recati alle urne.

Le percentuali che sono state vomitate agli italiani dal ministero degli interni, sono riferite al numero di schede elettorali valide, cioè non considerando le schede nulle o bianche che sono state 1.626.633. Quindi rileggendo le percentuali dei voti ricevuti dai partiti riferendosi agli aventi diritto si ottiene:

Il popolo della libertà 28.82% contro i 37.388% dichiarati dal ministero

Il partito democratico 25.57% contro i 33.174% dichiarati dal ministero.

Sul totale delle schede elettorali valide, partiti o movimenti che hanno come fine l’indipendenza di alcune parti dell’italia, hanno ricevuto 3.697.986 consensi

SENATO DELLA REPUBBLICA

il corpo elettorale è formato da 43.257.208 votanti, di questi solo 34.780.525 si sono recati alle urne, schede nulle o bianche 2.009.298

Le percentuali dei voti ricevuti dai partiti riferendosi agli aventi diritto si ottiene:

Il popolo della libertà 28.92% contro i 38.174% dichiarati dal ministero

Il partito democratico 25.52% contro i 33.695% dichiarati dal ministero.

Sul totale delle schede elettorali valide, partiti o movimenti che hanno come fine l’indipendenza di alcune parti dell’italia, hanno ricevuto 3.134.955 consensi.

Questa rilettura dei dati non cambia la posizione tra maggioranza ed opposizione, ma continuando a riflettere sui numeri, si può scoprire come l’unica sconfitta in questa tornata elettorale l’ha subita il sistema ITALIA.

Mi spiego, consideriamo i risultati della Camera dei deputati:

ASTENUTI+SCHEDE BIANCHE+SCHEDE NULLE 10.815.226

PARTITI O MOVIMENTI PER L’INDIPENDENZE 3.697.986

Totale delle persone che hanno sono contrarie alla nazione italiana 14.513.212 cioè il 30,69% degli aventi diritto al voto, ben al disopra di tutti i partiti il lista. Lo stesso discorso fatto al Senato dell Repubblica ci porta ad una percentuale del 31,49%.

Vinti e vincitori riflettano su questi risultati, destra o sinistra che sia, non prevalgono sulla percentuale degli italiani sfiduciati.

L’ITALIA HA PERSO

lunedì 14 aprile 2008

PRODOTTI A KM ZERO

La trasmissione di ieri di Report è iniziata con la Dott.ssa Milena Gabanelli che in studio dice: “Buonasera. Giornata del silenzio e della riflessione, allora proviamo a farla sul serio, per capire cosa possiamo fare per ribaltare un sistema che alla lunga si ritorce contro di noi.”

L’intero programma era dedicato all’uso e consumo di prodotti agricoli sulle nostre tavole. I tanti interventi e servizi ci riportavano a riflettere sulle nostre abitudini alimentari, che in questi anni sono cambiati per colpa dei centri commerciali. Infatti i banchi degli ortaggi e della frutta che i centri commerciali ci offrono sono sempre pieni e forniti di tutti i tipi di prodotti a prescindere dalla stagione.

Se da una parte possiamo permetterci di mangiare una bella coppa di fragole in qualsiasi mese dell’anno, dall’altra contribuiamo ad inquinare costantemente, l’atmosfera per le emissioni dei mezzi di trasporto occorrenti per portare il prodotto dai vari posti del mondo alla nostra tavole.

La considerazione non cambia anche per i prodotti italiani, dal momento che un pomodoro, coltivato in Sicilia, arriva al distributore che lo confeziona a Ravenna per poi passare alla catena dell’Auchan che ha come base logistica Milano, per poi raggiungere un banco di ortaggi nel supermercato di Roma. Totale 2125 Km.

Certo se consideriamo che quel povero coltivatore di Vittoria (Ragusa) DEVE vendere il pomodoro al prezzo IMPOSTO dal distributore, ne deriva che ancora una volta possiamo considerarci COLONIZZATI.

Il messaggio che i servizi realizzati dalla redazione di Report possono sintetizzarsi nei seguenti punti:

  1. i consumatori non sono più abituati a mangiare con i prodotti di stagione;
  2. i prodotti venduti nei supermercati non sono prodotti locali e pertanto il loro trasporto inquina;
  3. il 70% del prezzo dei prodotti in vendita nei supermercati è il costo della filiera;
  4. i prodotti ottenuti con il sistema produttivo industriale, inquinano per il largo utilizzo di fertilizzanti e pesticidi (“… in sostanza ogni volta che viene arato un campo imperconcimato, contribuisci all’emissione di gas serra tanto quanto una colonna di tir);
  5. i prodotti ottenuti dall’agricoltura industriale non hanno le stesse qualità nutritive di quelli ottenuti dall’agricoltura biologica;
  6. l’agricoltura biologica è più economica e meno inquinante di quella industriale;
  7. la grande distribuzione prevede per normativa imballaggi. Tali imballaggi contribuiscono all’inquinamento, all’incremento del costo del prodotto, ed al problema dello smaltimento dei rifiuti.

Sul giornale distribuito ai soci COOP, ad una signora che interrogava l’URP della COOP in merito all’attenzione che i supermercati dedicano al problema dei rifiuti legato alle confezioni dei loro prodotti, la COOP rispondeva che la risoluzione del problema è lunga e laboriosa, anche in considerazione del fatto che gli imballaggi rispecchiano la normativa in vigore per il confezionamento degli alimenti. Alla fine dava la colpa ai consumatori, che artefici della domanda sempre crescente di prodotti già pronti (tipo insalate tagliate e imbustate, o 4salti in padella) devono essere consapevoli che tali prodotti sono per forza confezionati per il processo industriale a cui sono sottoposti.

Bisogna che ci riabituiamo al consumo dei prodotti della nostra terra e di stagione, non subire passivamente le abitudini che le grandi catene di distribuzione vogliono farci assumere, leggere attentamente la provenienza dei prodotti, preferire quando è possibile la vendita diretta dal produttore.

COMPRIAMO I PRODOTTI A CHILOMETRI ZERO

COMPRIAMO I PRODOTTI DEL SUD

GRAGNANO-CASTELLAMMARE


Nella mia città, Castellammare di Stabia,, sono iniziati le grandi opere per i lavori stradali che interessano gran parte del centro cittadino, e per la preoccupazione di perdere i fondi a disposizione, gli amministratori locali hanno concentrato tutti i lavori in un breve lasso di tempo, ottenendo così un ingorgo stabile del traffico già paralizzato.

Il loro invito a limitare l’uso delle auto e privilegiare quello dei mezzi pubblici sembra essere caduto nel vuoto.

Certo la loro politica filo-bassoliniana di privilegiare e concentrarsi solo sul centro cittadino dimenticandosi della periferia, non concilia con i loro inviti. Infatti per quanto riguarda i mezzi pubblici, la mania di grandezza ha da sempre portato ad acquistare mezzi di dimensioni non adeguate alle strette vie di Castellammare, incrementando ingorghi e ostruendo il regolare percorso degli stessi autobus; chi raggiunge la città in auto (incosciente) trova il primo grande parcheggio utile nel centro della città; chi come me decide di raggiungere il centro a piedi (pazzo e incosciente) deve vedersela con la mancanza di percorsi pedonali.

Guardate questa foto, una frana vecchia di decenni, tanto che la vegetazione ha invaso quasi la carreggiata stradale, blocchi di contenimento e segnaletica orizzontale che indica pericolo; il pedone che percorre l’unica strada che collega Gragnano a Castellammare di Stabia è obbligato ad un passaggio quasi al centro di questa strada.

Se devo andare a Castellammare, quindi, o mi servo di un mastodontico autobus impiegando circa un ora per percorrere pochi chilometri, o prendo l’auto e lotto nella giungla del traffico cittadino, o scendo a piedi rischiando la vita, però se riesco a raggiungere il centro troverò un cantiere aperto e mi chiederò “che c…o ci sono sceso a fare a Castellammare di Stabia”.


PASTO DELLA MIA TERRA


Pasta di Gragnano, Mozzarella campana, pomodoro locale, il tutto al forno e racchiuso in uno strato di melanzane, accompagnato da vino rosso di Gragnano, e per gli astemi acqua Acetosella di Castellammare di Stabia.
Grazie mammà me fatt arricrià!

venerdì 11 aprile 2008

Piccoli cambiamenti

Ho deciso di modificare la testata, in modo da rialzare e rendere subito visibili i post.
Il titolo è uguale, ed il simbolo anche, ho solo aggiunto sulla destra il simbolo della mia città, Castellammare di Stabia.
ciao ed a presto
Nello

martedì 8 aprile 2008

ESISTIAMO! DIAMO FORZA AL NOSTRO VOTO

RICEVO DA ORAZIO VASTA:


SENZA COMPROMESSI

Recevo, pubblico e condivido l'intervento inviatomi dal fratello duosiciliano Orazio Vasta
dal GIORNALE DI SICILIA di lunedì 7 aprile 2008

Vecchio (PdSud): "Non vogliamo nessun assessorato,Pippo Barbagallo resta candidato sindaco"

TRECASTAGNI(*ova*) L'inno dei "Puritani" di Vincenzo Bellini, coloratissimi camper al seguito,bandiere e coloratissimi manifesti sono stati la coreografia di un seguitissimo comizio tenuto in piazza Marconi dal Partito del Sud-Alleanza Meridionale in sostegno alla candidatura a sindaco dell'ex assessore comunale Pippo Barbagallo:"La candidatura di Pippo Barbagallo-ha detto Erasmo Vecchio- vicecoordinatore nazionale del PdSud-non è un bluff,come qualcuno,forse, pensa. Non solo,lo sappiamo tutti,il nostro candidato non accetta nessun assessorato per ritirare la propria candidatura. Inizieremo dalle comunità locali la nostra battaglia contro la partitocrazia".
"Sia l'onorevole Giovanni Barbagallo del Pd che il dottore Pippo Messina del centrodestra-aggiunge Pippo Barbagallo-sono sostenuti dagli stessi esponenti politici ed ed economici che da venta'anni occupano il Municipio. La mia candidatura a sindaco è una candidatura per servire Trecastagni e non per servisene!"(.....)
Orazio Vasta



lunedì 7 aprile 2008

MERCATI ORTOFRUTTICOLI

Da sempre, l’anima delle città, l’essenza della popolazione, la salute dell’economia cittadina, è stato rappresentato dal mercato ortofrutticolo, cittadino o rionale che sia.

Il mercatino rappresenta una realtà sociale dove si concretizzano i sacrifici del contadino, che ha sempre lottato contro le prepotenze che nei secoli si sono succedute, latifondisti, invasori, abusivismo edilizio, inquinamento, centri commerciali, munnezza, mezzi di informazione e amministratori locali.

Nei secoli, lo status del contadino è stato modificato dalle prepotenze di turno, passando da colonna portante della società cittadina, a schiavo del potere, a brigante, fino ad oggi che alcuni amministratori considerano un peso ed una indecorosa immagine per le loro SPLENDENTI città.

L’arcivescovo di Pompei nell’omelia di Sabato 5 aprile, ha definito la politica di oggi una IMMORALITA’ ORGANIZZATA, niente di più giusto. Infatti è questa immoralità che sta portando all’allontanamento dei mercatini dalle nostre città, scelta che contrasta il pensiero dei grandi studiosi quali economisti, ecologisti, che hanno recentemente affermato che una valida lotta al carovita è la riduzione della filiera, lanciando messaggi del tipo “il 70% del costo della frutta che compriamo al supermercato, è il compenso per i passaggi di mano e per i costi di imballaggio e trasporto”.

IL MERCATO DI MALAGA

In molte città europee il mercato ortofrutticolo, fortemente radicato nelle abitudini dei cittadini, è rappresentato da una struttura (nel senso di edificio) e da una organizzazione dei servizi pubblici che servono tale area rendendola accessibile e fruibile alla pari dei centri commerciali comunque presenti. Realtà come questa sono presenti a Malaga, Madrid, ma pure nella nebbiosa Londra, piuttosto che nella Afosa Casablanca. Strutture coperte, che sono un riparo dal caldo o dalla pioggia, dove i cittadini possono commentare i prezzi dei prodotti di stagione in vendita , possono socializzare, e comunque vivere in piena libertà di scelta.


Nelle Due Sicilie, la politica degli ascari dei nord ha privilegiato la creazione di strutture ed infrastrutture a servizio dei centri commerciali e dei supermercati che sono spuntati come funghi nelle nostre fertili terre, danneggiando la realtà dei mercatini rionali. Se avessero messo metà dell’impegno da loro dedicato allo smercio dei prodotti toscopadani, per la realizzazione di strutture adeguate ad ospitare la vendita diretta delle eccellenze agroalimentari tipiche del territorio circostante, o magari a ristrutturare quelle esistenti attrezzandole e servendole con trasporti e quanto necessario per agevolare i cittadini ad usufruire del mercatino comunale, avrebbero diritto ad avere voce in capitolo nel giudicare i briganti di oggi, cioè quei poveri venditori di frutta e verdura che loro stanno cacciando via dai quartieri giudicandoli “indecorosi”.

Siamo alle solite. La municipalità di Chiaia a Napoli, ha dichiarato indecoroso il mercatino rionale, mentre a Capri è stato chiusa l’unica struttura del centro cittadino per ristrutturazione senza che nessuna amministrazione si sia preoccupata di dare una alternativa valida alla continuazione dell’attività dei venditori.

Di contro ci sono amministrazioni come quella di San Giorgio a Cremano o Matera che hanno dato importanza alla vendita dei prodotti tipici delle loro province, istituendo, anche se solo un giorno a settimana, il mercatino cittadino.

Bisogna, per il bene delle comunità locali, che gli amministratori si prodighino alla realizzazione di strutture facilmente accessibili e servite da infrastrutture, adatte ad accogliere mercati per la vendita di prodotti locali.

Fate del bene alle economie locali.

Fate del bene all’ambiente.

COMPRATE I PRODOTTI DELLE VOSTRE TERRE.

Nello Esposito

http://nazionedelleduesicilie.blogspot.com

giovedì 3 aprile 2008

E TI PAREVA

Ricevo da RETESUD, un'articolo pubblicato su "l'informazione dei Reggio Emilia" di oggi:

«Mozzarelle di bufala? Boom di richieste»

«Adesso vengono da noi anche clienti che prima si servivano da rifornitori campani



GATTATICO (RE)
Per due volte alla settimana,il mercoledì
ed il venerdì,nel caseificio dell'azienda
di Maurizio Minola,ad Olmo
di Gattatico,si "tira"la pasta di mozzarella
di bufala per preparare le mozzarelle,
le ricotte e per avviare il ciclo di
produzione del formaggio tipico.Già,
perché le mozzarelle di bufala non sono
solo quelle campane,ora al bando di
vari mercati stranieri per il sospetto della
diossina.
Esistono anche realtà che in
Emilia producono ottime mozzarelle,
con la garanzia dei continui controlli sanitari,
che nel Nord Italia non sono
certo carenti.
E'per questo che mentre
la mozzarella di bufala campana sta
conoscendo una sensibile crisi,la moz-
zarella Minola di bufala,prodotta nell'azienda
di Olmo,la crisi non sembra
neppure comparsa all'orizzonte.
«In effetti – dice il titolare – in questo
periodo non solo non abbiamo perso
nemmeno uno dei nostri clienti
abituali,ma abbiamo ricevuto richieste
pure da clienti che in passato si erano
serviti da fornitori campani.All'inizio
della nostra attività,proprio il fatto di
non essere di quella zona del Sud portava
quasi sospetto,come se solo le
mozzarelle campane potessero essere
buone.Invece,con gli anni,abbiamo dimostrato
che anche al Nord,con i nostri
200 capi,possiamo arrivare ad un risultato
ottimo,che ci premia con il
giudizio della clientela».
«Condurre questo tipo di allevamento
non è poi così difficile.Dopotutto –
aggiunge Minola – si tratta di animali abbastanza
tranquilli,molto curiosi ed anche
intelligenti,che se lasciati tranquilli
e trattati bene sanno dare tante
soddisfazioni in termini di produzione.
Da noi il sospetto diossina non ci ha
neppure sfiorato.E i controlli sono molto
severi».

http://partitodelsud.blogspot.com

martedì 1 aprile 2008

CHE MANGI?

L'interesse mostrato da tutti i duo siciliani sparsi per la penisola italica per il post ATTACCO ALL'ORO BIANCO, sprona il blog NAZIONEDELLEDUESICILIE ad approfondire il discorso.

Inizio con l'esprimere piena condivisione per quanti mi hanno scritto in merito alla gelosia da parte dei produttori toscopadani per il prodotto bufalino, simbolo della fragranza e genuinità dei prodotti delle Due Sicilie, anche se non possiamo affermare (per mancanza di documenti) l'interessamento economico o logistico per un eventuale spostamento della produzione nella (politicamente nominata) capitale del buon gusto Parmense della mozzarella di bufala.

Mi preme precisare che, come ho letto e tradotto dall'organo di stampa governativo della Corea del Sud, il blocco delle importazioni nei paesi orientali della mozzarella di bufala campana, è stato effettuato per il procurato allarme da parte degli organi di stampa internazionali.

Gli organi di stampa internazionali, sono quelli politicizzati italiani sulla quale si legge quello che il governo ed opposizione vuole, e quelli internazionali che ricopiano pari pari gli articoli in lingua toscana delle testate italiane, o si avvalgono di corrispondenti in italia che, italiani o stranieri, vengono sponsorizzati ed indirizzati dalle correnti politiche italiane.

Nell'effettuare le ricerche per quanto ho scritto sopra, mi sono imbattuto in altre notizie che hanno turbato la mia tranquillità in merito alla qualità dei cibi che giornalmente ingurgitiamo.

Dalla camera di commercio italo-cinese ho estratto l'elenco delle aziende italiane che lavorano nel settore alimentare ed hanno sedi produttive nel territorio cinese. Tali aziende, che in italia vendono prodotti di qualità, si avvalgono del vantaggio economico ricavato dal basso costo della manodopera locale producendo con macchinari italiani e materia prima ricavata dalle coltivazioni cinesi.

Successivamente volendo riscontrare tracce di importazione dei loro prodotti nella nostra nazione, ho scoperto una nota del Inforamtore agrario che nell'anno 2004 scriveva ... Tuttavia, nei primi mesi del 2003, l'importazione ad un prezzo competitivo, ma di qualità inferiore di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina verso l'Italia è aumentato del 75% e del 20% di tutti i prodotti trasformati a base di pomodoro... Mentre nell'anno 2007 uno studio della Coldiretti faceva emergere che ... Nel 2007, il valore totale delle importazioni di prodotti alimentari provenienti dalla Cina è quasi raddoppiato (+78%)...

Si consideri, nel contesto, che la Cina non ha sottoscritto il trattato di Kyoto, si consideri che in Cina la richiesta di petrolio sta subendo una crescita esponenziale, si consideri che le norme igieniche in Cina non sono certo paragonabili a quelle delle aziende italiane, si consideri che già l'anno scorso in italia ci fu un caso di sequestro di aglio contaminato proveniente dalla Cina, si consideri che, almeno il sottoscritto, in tutta la mia vita non ha mai comprato un tubetto di pomodoro concentrato.

Dunque, o le abitudini culinarie degli italiani sono cambiate tanto da giustificare gli incrementi riscontrati nell'importazione del concentrato di pomodoro ed aglio dalla Cina, o negli ultimi anni i supermercati toscopadani ci stanno abbuffando di sughi pronti, primi piatti pronti, e tutto quanto è pronto, che se da un lato abbreviano la fatica di cucinare, dall'altro sono tutte preparate (leggete gli ingredienti) con concentrato di pomodoro ed aromi naturali. Certo il commento delle massaie (mammà compresa) è si ma io in 5 minuti ho accontentato tuo padre, ma cosa si mangia mio padre...ehm...booooo!

Come ultima tegola che cade sulle vostre certezze in merito alla qualità dei cibi che i supermercati toscopadani ci vendono, è giusto segnalare che la Sanità Marittima di Venezia (e spero esista anche negli altri porti) già da tanti anni è attiva nel valutare e segnalare i sequestri di alimenti provenienti dalle nazioni estere. Tali segnalazioni fanno capire che nessun impresa, grande o piccola che sia, è stata immune da sequestri per merce non idonea al mercato italiano. Infatti si può leggere tra le tante segnalazioni pubblicate dall'ente, anche di una notissima marca di dolciumi italiana che in data 06/06/2000 era destinataria di un carico di zucchero proveniente dalla Polonia, che non è stato ammesso all'importazione per presenza di anidride solforosa. Un altro esempio? Una nota marca di caffè di Torino, che vanta conoscenze in paradiso, in data 14/04/1998 era destinatario di un carico di caffè crudo, non ammesso all'importazione per Ocratossina. Continuo? Una nota ditta di produzione di conservati sottolio con sede in Pistoia, in data 08/03/2002 gli veniva bloccato un carico di funghi in salamoia proveniente dalla CHINA KINGDOM IMP.EXP Co Ltd per la presenza di spore di clostridi, solfiti riduttori (400UFC/GR)... Non voglio continuare ad elencarvi tutte le tipologie di alimenti sequestrati e le rispettive motivazioni, anche perché sono nomi scientifici a me sconosciuti che ho semplicemente trascritto dalle segnalazioni che ho letto.

Questo vi faccia però comprendere l'atteggiamento delle TV e dei giornali italiani, che in occasione dell'allarme diossina nelle mozzarelle di bufala campana, hanno pubblicizzato e consigliato l'acquisto dei prodotti che vengono venduti dalle grandi catene di distribuzione (i supermercati toscopadani), i quali, per legge, sono esenti dallo specificare sulla confezione la tracciabilità delle materie prime utilizzate nella loro lavorazione, riuscendo a venderci anche tartufi sottolio toscani realmente prodotti in Cina.

Nello Esposito

Nazione delle Due Sicilie