lunedì 28 aprile 2008

IDEE DI AUTODETERMINAZIONE

CAMPANIA LA TERRA DE I QUATTRO GOLFI:

"GAETA, NAPOLI, SALERNO E POLICASTRO.

Offriamo al mondo il nostro turismo la nostra cultura, le nostre bellezze e non l'italica immondizia!

Lasciamo agli altri le loro vecchie bandiere ormai consunte dal malaffare e dalla corruzione…

AUTODETERMINIAMOCI ! LUNEDI 8 SETTEMBRE A NAPOLI ( piazza del Plebiscito, ore 9.00), Andiamo a Firmare, TUTTI I CAMPANI!

BOSSI CHE HA PORTATO LA LEGA NORD A GOVERNARE IL PAESE ITALIA, TRA TANTE ALTRE COSE HA DETTO:

Un principio fondamentale che sta alla base di tutte le Costituzioni, è quello della resistenza che i cittadini e i popoli hanno il diritto di fare nei confronti di uno Stato quando commette ingiustizie, e nei confronti della Padania di ingiustizie, a mio parere, ne sono state fatte un’infinità.”... sì onorevole Bossi, e nei confronti del Sud in generale e della Campania in particolare?

Bene, fratelli campani, vi devo per caso ricordare che cosa ha fatto a noi l'italia? D'apprima con la scusa viscida dell'unità d'Italia, e poi dopo ( e durante), l'unificazione. Ma è proprio vero che siete dei Paglietta? Mi è venuto il dubbio che nonostante siate voi i paglietta, non sappiate che cosa significhi questo epiteto. Così sono andato a cercare su Wikipedia, una definizione appropriata; ma vi ho trovato, fortunatamente un post dell'ottimo professor Zitara che è indirettamente una risposta a me medesimo ( tale che me ne sono appropriato per meglio farvi capire dacchè volevo risvegliare le Duesicilie e voi tutti che... aspettate. Ma aspettate cosa?

In realtà, trovando che il professore ha ragione, ho deciso di occuparmi di Campania e non più di Duesicilie. Tentando di proporre l'autodeterminazione della Campania, fondando la

Repubblica Socialista Parthenopea.

Ma la lettera del Professore, no, ve la dovete leggere, per capire perchè la Sicilia è la Sicilia, e non c'entra niente con il napoletano. Noi siamo una realtà diversa e non vogliamo che venga fuori un nuovo "Lombardo" ad allearsi con la lega di Bossi. Noi infatti, non dobbiamo allearci con quest'Italia; da quest'Italia dobbiamo invece affrancarci, chiedendo la nostra autodeterminazione!

NO, NON C'E' PIÙ TEMPO

( di Nicola Zitara)


Caro "Moccia", personalmente respingo con fermezza la Tua proposta di un incontro tra pugliesi e calabresi a Catanzaro, che dovrebbe essere preparatoria di un successivo incontro a Catania. Questo incontro sarebbe un piacevole rendez-vous fra vecchi amici, ma non avrebbe un vero carattere politico.
Ora, il problema è: Quale politica?
Questo continuo incontrarsi tra neoborbonici è la brutta copia degli incontri che, sprecando soldi nostri, fanno i politici meridionali al servizio del sistema cavourrista e toscopadano. I su lodati, di tanto in tanto, sentono il bisogno d'incontrarsi in inutili e televisivi convegni, per affermare a sé stessi (e a chi non gli crede ma mangia con loro), che hanno la testa e delle idee politiche in testa, mentre in effetti in testa hanno soltanto la gestione del sottopotere che il Nord gli accorda e la voglia di far bottino.
Intanto, secondo me, la Sicilia e il Napoletano sono due formazioni sociali a sé stanti. Scrive l'illustre professor Zitara; il fatto che la disgrazia del colonialismo toscopadano oggi le accomuni non significa che le diversità siano scomparse. La Sicilia e il Napoletano (l'Ytalìa) possono e debbono allearsi nel moto d'indipendenza dalla Toscopadania, ma ciascun paese ha una sua persistente identità millenaria. (E sono d'accordo con lui)! Ma nessuno s'è accorto che il "sistema Italia" ha preso in giro Bossi ed i leghisti, tacitandoli, mandandali a governare quella stessa Italia che volevano combattere... e così hanno fatto con i siciliani dell'MPA. Perciò, non è questa la strada. La strada è una soltanto. quella che perseguiremo noi, i paglietta! la strada

dell' AUTO DETERMINAZIONE (N.d. A.).
E continua il professore... La storia di lungo periodo non si cancella davanti a una pizza e a un bicchiere di vino. La Sicilia ha consapevolezza della propria identità, i suoi intellettuali hanno, forse, anche una strategia e un obiettivo, mentre l'Ytalìa ha consapevolezza di sé soltanto nella coscienza profonda, come attesta il brigantaggio antiunitario, ma non immagina ancora come costituirsi a Stato. Il fatto che i re Borbone, specialmente Francesco II, avessero l'idea d'essere Stato non significa che l'avessero anche gli altri italioti, specialmente l'aristocrazia e la borghesia.
Se l'avessero avuta, non avrebbero tradito Napoli per Torino; avrebbero condotto la propria battaglia politica all'interno del paese e con le proprie mani, e non con le mani dei francesi e dei piemontesi. Tuttora Napolitano si sente napolitaliano e non interamente napoletano, e c'è chi, come Bassolino o la camorra o la 'ndrangheta, si appoggia a Roma per scroccare sugli italioti. Un uomo d'ingegno, un superbo scrittore, qual è Roberto Saviano, tuttora si rivolge idealmente alla Repubblica (torinese), ai suoi giudici, alle sue forze di polizia e ai toscopadani nell'illusione di salvare Napoli con le altrui mani. Eh no, caro professore, la mia aristocratica famiglia, di origine napoletana, ai piemontesi e accoliti, ha fatto ballare il canto della sconfitta, mettendosi proprio a capo dei briganti, pagando - infine - con la vita!
Il dramma degli italioti s'incorpora nell'ambiguità tra l'inconsapevole sentimento di appartenenza e la razionalità presa a prestito dalla Francia, dall'Inghilterra e da Milano. Tuttavia non c'è tempo per una 'rivoluzione culturale', per portare a livello di coscienza la nostra identità e per costruirci sopra una nostra politica. No, non c'è tempo!
Dobbiamo far presto, perché ogni giorno è un nuovo disastro, una nuova servitù economica e culturale, un nuovo Saviano che capisce tutto e non sa cosa fare. Bisogna necessariamente rifarci alla categoria politica d'indipendenza, nel caso allo Stato borbonico. Rimetterlo in piedi contro i paglietta. Ma c'è un altro scrittore, caro professore, un altro Moccia, un Moccia Moderno che invece sa che cosa fare e vi invita a farlo.Vedasi titolo di titolo di questo post.
Ma i paglietta siamo noi, incapaci di pensare e progettare in proprio. Potremmo soltanto 'agire' in proprio, secondo la regola monastica dell'obbedienza a un fine. Nei passaggi intermedi i monaci non cercano sé stessi ma si sentono obbligati al fine religiosamente adottato. Farci monaci e obbedire alla regola dell'indipendenza, non possiamo fare altro. Sono d'accordo, ma noi non ci faremo monaci, perchè non ne abbiamo la spiritualità, nè la pazienza monacale. Noi Campani siamo guerrieri nati e 2700 anni sono lì a testimoniarlo. Ed anche oggi, seppure solo con l'arma del voto e della cultura e dell'intelligenza, faremo ciò che non è stato capace di fare Bossi: "ci Autodetermineremo"! Non ci interessa andare al Governo insieme agli italioti per farci continuare a spremerci. Qui c'è da cambiare un sistema! Qui c'è da eliminare le logge massoniche e mafiose o parlando di casa nostra, quella sottologgia che viene chiamata camorra! Il voto democratico, non risolve alcun problema, caro professore. I Campani si devono riprendere la loro Terra e mandare a governare una nuova generazione di amministratori non ideologicizzati: Giovani e Donne! naturalmente letterati ed acculturati. a scuola e non attraverso gli strumenti della liberalmassoneria: la televisione che mentre da due soldi e un presunto successo, in cambio ti prende l'anima!
E continua l'esimio professore (che io stimo e rispetto)... Prima la liberazione e poi la costituzione. In questo senso, il partito a cui penso è una Regola monastica in vista della liberazione. Tutto ciò che non è Regola mi sembra una qualunque etichetta fra le tante così care ai profittatori del regime cavourrista. No, caro professore, i paglietta, non vogliono più sentir parlare di Partiti. i "paglietta", chiederanno la loro Aurodeterminazione, e andranno fino in fondo!

Orbene, Bossi osa sempre di più ed ottiene sempre di più. Noi napoletani - invece - che facciamo...

Vulimme perdere ancora tiempo? Io no. Me so' scucciat! Ed eccomi quindi a proporvi di diventare uno Stato diverso dall'Italia. Autrodeterminandoci! Incontriamoci a Napoli, il 6/7/8 settembre.

Il 6 ed il sette si incontrerà lo "Stato maggiore" responsabile di fronte agli Organismi internazionali della richiesta di autodeterminazione. L'8 settembre ci incontreremo con Beppe Grillo in Piazza del Plebiscito con il Popolo che ci permetterà la richiesta di autodeterminazione, con la propria - preziosissima - firma.

E fu cosi che rinacque la gloriosa Repubblica Napoletana. La Repubblica Socialista Parthenopea!

programma di una giornata particolare

8 SETTEMBRE (una data storica a ricordarci il tradimento del "re galantuomo" Vittorio Emanuele degli stessi savoia che avevano rapinato Napoli ed il Sud D'Italia). Una data in cui Napoli si riprenderà la sua dignità con le vostre firme...

Ore 9.00 - Piazza del Plebiscito ricca di 7 gazebo per la raccolta firme; alla presenza di altrettanti funzionari comunali-vidimatori cortesemente (e patriotticamente) disponibili, coadiuvati da 7 raccoglitori, documento valido ( non scaduto), alla mano, si raccoglieranno le firme che consentiranno ai responsabili di presentare la nostra richiesta di autodeterminazione al governo italiano ed agli Organismi internazionali: Comunità europea: "Consiglio, Commissione"; Segretariato generale delle Nazioni Unite nonché ai governi degli Stati membri. Conferenza di Helsinky... Ed agli stessi Stati Uniti d'America.

suggestioni di una giornata particolare

Fin dalla mattina, grazie agli sponsor, panini, bibite e pizze scontati accompagnati dalle splendide note della cover band di Rino Gaetano (che anche non napoletano è presente nei nostri cuori e non può mancare a questo storico appuntamento), Eugenio Bennato ed altri artisti Partenopei tutti presenti gratuitamente, ringraziando e dichiarandosi onorati per la chiamata.

Gli amici incaricati di montare il palco per la festa-concerto della sera ci dicono che fin dalle 9 del mattino sta passando gente che chiede di firmare.

Stanno andano a ruba e sono già tutte indossate le magliette con su scritto sul retro "Addio Italia..." e sul davanti "è stat bell finchè è durat, ma nui simme 'nnata cosa! Arrivederci! Oppure un'altra con su scritto: "autodeterninazione parthenopea"! E naturalmente il nostro simbolo: "il Giglio"! E la piazza è un tripudio di bandiere, la bandiera azzurra con al centro il nostro simbolo: "il Giglio borbonico"!

Alle 17 dopo il discorso dell'ospite d'onore Beppe Grillo, inizia la festa musicale, abbiamo già venduto tutte le magliette. Comincio a rendermi conto che quella cosa lì, che doveva essere un evento propriamente inteso cui non credevamo nella risposta dei napoletani, sta diventando un fiume di persone provenienti da tutte le città e Paesi della Campania. in una processione infinita, laica, civilissima. Che ci vede costretti ad aprire altri tre gazebo e chiamare altri tre funzionari che rispondono immediatamente, con grande spirito napoletano.

Ore 17.15 i tecnici fanno le prove del suono e i nostri antennisti riescono a stabilire la diretta con Piazza Maggiore a Bologna, con Piazza Duomo a Milano e Piazza San Marco a Venezia in un estremo arrivederci agli italiani del Nord, per far loro capire che cosa stanno perdendo! solo l’audio, perché il sole picchia ancora e sul maxi schermo non si vedrebbe niente. La gente che ha già firmato si raccoglie in cerchio, ascolta, ride, saranno un centinaio: “l’ascolto collettivo della radio”, mi dico, non avevo mai visto niente del genere.

Comincia il concerto all’ora dell’aperitivo, c’è tanta gente in fila, non una protesta per l’attesa, guardo i tavoli delle firme, conto 10 raccoglitori insieme ai vidimatori, tutti a testa bassa. C’è qualcosa che mi commuove in quello spettacolo, ma non me lo posso ancora permettere, ho del lavoro da fare, la serata da portare a termine come promesso nel programma. Per fortuna tutto fila liscio grazie al sacrificio di tanti.
Avevamo previsto una soglia di felicità a quota 500 firme. Stiamo superando le mille firme e c'è ancora gente a fare la fila.Tranquilla, disciplinata, tanto che non sembra neppure che la cosa stia accadendo a Napoli!

COSA STA SUCCEDENDO?
Sono le 23. Che ci fanno centinaia di ventenni in coda per un quarto d’ora con la patente in mano solo per fare una firma? Sono questi gli sballati del sabato sera? Quelli senza valori, che pensano solo a drogarsi e ubriacarsi? I napoletani fannulloni e nullafacenti? Rivediamoli - questi giovani - quando avranno la loro vera Patria: la Repubblica Socialista Parthenopea! Ecco, rivediamoli allora. E finalmente capirete di chi era la colpa!

Ore 00.15, L. G., 27 anni di Benevento, mette felicemente la firma numero 2500.
I moduli sono finiti, i raccoglitori di firme e i vidimatori sono sfiniti. Molti, ancora in fila, tutti ragazzi, rimangono delusi, noi ci scusiamo dichiarando chiusa la raccolta.Tanto sono più che sufficienti. Ma che cosa succede, cos'è quel baccano quell'improvvisa cagnara, tutti i restanti, non vogliono saperne di andare via. vogliono firmare al grido di: "Anch'io c'ero"! Anch'io c'ero!Fortuna che credendo nell'iniziativa, avevo fatto stampare 10.000 schede. Si riprendono le firme, in silenzio!

Ore 01.00. E’ la degna e toccante conclusione di un rito collettivo e liberatorio. La nostra richiesta di autodeterminazione ha avuto il successo insperato... e più in là, ci sono ancora i cumuli di immondizia! Che tempo un mese, non ci saranno più.

Chi ha vissuto quel momento un 8 settembre di vera festa, non credo se lo dimenticherà.

E no, anche perchè sta iniziando a cantare un'altra voce 'e Napule per accompagnare il sorgere di una nuova alba... un'alba interamente ( e interiormente), napoletana. Anzi, Parthenopea!

m.se Mario Moccia di Montemalo

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