martedì 22 aprile 2008

EVANGELIZZAZIONE E RISVEGLIO CULTURALE


Da sempre la Chiesa è stata vicina alle Due Sicilie, ed oggi a Napoli possiamo vantare la presenza di un vero Napolitano, il Cardinale Crescenzio Sepe.

Il popolo Napolitano, vuole certezze, anche se a volte crede troppo alle promesse elettorali lanciate dal grande palco da chi si proclama come nuovo inquilino di palazzo reale; Lui invece, il Cardinale è l’unico che fa propaganda solo delle opere già realizzate.

Già il 21 marzo invitava “tutte le eccellenze professionali ad avviare una ricostruzione morale economica e sociale” ed in tale occasione fu Lui in prima linea a donare l’anello cardinalizio regalatogli dal Papa Giovanni Paolo II, per assicurare medicina e cibo ai bisognosi, Lui che già nella sua esperienza Brasiliana insieme all’evangelizzazione portò carchi di medicina e latte alle popolazioni di Brasilea.

Ed oggi, in occasione della costituzione di un ufficio per la pastorale dello spettacolo, ha lanciato un invito agli artisti di Napoli, affinché si difenda la specificità della cultura napoletana; invito raccolto da circa 150 tra attori, registi e musicisti tra cui Pappino di Capri, Gigi Finizio, Giacomo Rizzo, Tato Russo, Patrizio Rispo, Benedetto Casillo, James Senese, a cui il Cardinale si raccomanda di essere “testimoni della bellezza. Siete troppo bravi e troppo importanti perché non ci sia collaborazione con voi”.

“Qualche anno fa”, in giro per le strade di Napoli, giravano gli organetti, che insieme alle copielle distribuite alla popolazione rallegrava gli animi con canti popolari che non mancavano di fare satira nei confronti dei personaggi politici di allora.

Oggi come allora, ci sono artisti che riempiono gli stadi e le piazze, così come ci sono Chiese che accolgono chi ha bisogno di un tetto, queste le uniche realtà che sono vicine al popolo e che ascoltano le grida di dolore.

Il popolo Napolitano da sempre fedele e cantatore, può ritrovare la propria identità nel Cardinale Sepe, che nella sua opera di evangelizzazione è sempre stato al fianco del popolo.

1 commento:

Orazio Vasta ha detto...

Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il rito
della ricorrenza del 25 Aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della Resistenza partigiana.
Anche in Sicilia, manifestazioni,convegni e volantini all'insegna della ritrovata libertà dopo il ventennio nero, la fame e la guerra.
Ma, quale 25 Aprile si ricorda e si festeggia in Sicilia?
Quando nel Nord Italia era attiva la "Resistenza", in Sicilia, il Popolo di Sicilia,almeno da un anno, era impegnato in ben altra tipologia di Resistenza:la Resistenza Siciliana-cancellata dalla memoria storica dei Siciliani e dai libri di storia dell'italica scuola imposti ai nostri figli- fu combattuta contro l'Italia badogliana e togliattiana, che chiedeva ai giovani dell'Isola di versare altro sangue per "la Patria", ma questa volta contro i "nuovi nemici",i nazifascisti.
I giovani Siciliani contro questa prospettiva insorsero, insorsero con le armi, occupando i municipi, proclamando intere zone della Sicilia- vedi Comiso- territori liberi, autogestiti,"Repubbliche".
Non solo, tutta l'Isola fu scossa dalla rivolta popolare contro la fame e, in alcuni episodi, come a Palermo, il regio esercito della ritrovata Italia"democratica" ha represso con vere e proprie stragi queste rivolte siciliane, altro che "Bella ciao"!
In questo contesto si sviluppò- anche se fra mille contraddizioni- un forte movimento di massa indipententista, il MIS (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia) e un piccolo esercito gerrigliero, l'"Esercito Volontario indipendentista Siciliano"-EVIS- artefici di una decisa lotta contro lo Stato colonialista italiano, lotta culminata con la concessione dello Statuto speciale di Autonomia.
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Quale "Resistenza"?
Quella dei giovani Siciliani contro la guerra e la fame o quella delle "Brigate Garibaldi" del Nord Italia?
Quale "Liberazione" devono ricordare e festeggiare i Siciliani, che, dal 1943 al 25 Aprile '45 e oltre, sono stati riempiti di piombo dalla "nuova"
Italia antifascista?
Insomma:come, quando e perchè, in Sicilia, è avvenuta la "Liberazione" tanto celebrata in questi giorni?
In verità, anche se è una verità che non fa tanto piacere, e a tanti, è che il 25 Aprile, anche il 25Aprile, è stato imposto alla Sicilia e ai Siciliani.
Ed è una verità oggettiva... mentre le brigate partigiane sfilavano festose e vittoriose a Milano e a Torino, in Sicilia la mafia, sulla pelle dei siciliani, collaborava con il "nuovo" apparato politico, lo stesso apparato politico che gestirà l'affaire bandito Giuliano,la strage di Portella delle Ginestre,l'uccisione di tanti sindacalisti, l'assassinio
della stessa Autonomia Siciliana...
Quale 25 Aprile...in Sicilia?
Orazio Vasta




Pubblicato da Orazio Vasta a venerdì, aprile 25, 2008