martedì 30 settembre 2008

I CONGRESSO NAZIONALE DEI COMITATI DELLE DUE SICILIE


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I Congresso dei Comitati delle Due Sicilie

Caserta 5 ottobre 2008.

I Congresso nazionale dei Comitati Due Sicilie presso Hotel Pisani Viale Carlo III città di S.Nicola La Strada (CE) Tel.: 0823/421204
FAX: 0823/422348 .

Ore 9.00: Apertura del Congresso

Ore 9.10: Insediamento dell’ufficio di Presidenza e della Commissione per lo scrutinio.

Ore 9.30: Saluto delle Autorità:

Avv. Angelo Antonio Pascariello Sindaco della città di S.Nicola La Strada (CE).

On. Antonio Milo Deputato Parlamentare dell’Mpa.

On. Salvatore Ronghi Vicepresidente Regione Campania dell’Mpa.

Dott.sa Lucia Esposito Assessore all’Ambiente della Provincia di Caserta del PD.

Giuseppe Russo Assessore Unione dei Comuni e Consigliere Comune di S.Nicola La Strada(CE).

Ore 10.30: Comunicazioni degli operatori culturali.

Ore 11.30: Relazioni dei Coordinatori Regionali, Provinciali e zonali dei Comitati Due Sicilie.

Ore 12.30: Relazione del Presidente nazionale, dei Vicepresidenti nazionali, del Segretario Nazionale e del Tesoriere nazionale uscenti.

Ore 13.30: Pausa lavori.

Ore 15.30:Continuazione Interventi.

Ore: 16.30 Spoglio.

Ore: 17.00 Proclamazione degli eletti.

I soci potranno ritirare la scheda elettorale al momento della presentazione della propria tessera CDS e farne richiesta e ritirarla anche domenica mattina 5 ottobre.

Il Direttivo nazionale CDS.

Per ulteriori informazioni telefonare 3314067037

NOI, PEGGIO DEGLI INDIANI

Non poteva essere più fortunata la tribù Crow, abitanti storici degli attuali USA che in passato si difesero con onore di fronte all’invasione inglese.

Fino a qualche tempo fa era uno dei popoli più poveri nel paese più ricco, e viveva in una riserva a loro destinata dal governo occupante nel Montata.

Infatti è recente la notizia di una sensazionale scoperta di un ricco e vasto giacimento di carbone, proprio all’interno di quei territori a loro assegnati, ed una joint venture australiano-statunitense si occuperà dell’estrazione del prezioso minerale.

Ben diverso è il destino dei duosiciliani, che vivono in una terra occupata dagli invasori, sfruttata nel sottosuolo ieri (questione zolfo in Sicilia) come oggi (vedi il petrolio in Basilicata), depredata dai nuovi mercanti di schiavi (leggi economia politica causa dell’emigrazione di massa di gente dai territori occupati al nord) ostacolata nello sviluppo per mano dei politici meridionali che si impegnano a far varare leggi che privano il SUD di fondi destinati alla ricerca.

Morale: i CORVI INDIANI vivono meglio di noi DUOSICILIANI.

Nello Esposito

lunedì 29 settembre 2008

TARGA FINCANTIERI

L'opera di divulgazione e martellamento continua...


domenica 28 settembre 2008

SOLE MARE BIGBURGHER E MANDOLINO

Sole, mare bigburgher e mandolino. Sarà questo il menù dei turisti che fra qualche anno mangeranno nei ristoranti di Margellina?

Quando una principessa polacca, qualche secolo fa, volle mangiare anche a Napoli il suo dolce preferito, i napoletani fecero di questo tradizionale dolce polacco il simbolo della pasticceria partenopea, napoletanizzando il suo nome e la sua forma fino a quello che oggi conosciamo tutti come babbà.

Questo è stato uno degli esempi di adozione di una tradizione culinaria nelle conservatrici cucine napoletane.

Infatti c'è differenza fra l'accogliere una cultura e subire una invasione culturale.

Negli ultimi tempi, la politica europea sta dedicando grande interesse allo sviluppo dell'economia ed al rilancio della cultura mediterranea, organizzando incontri nella (sottovoce celebrata) capitale del mediterraneo, Napoli.

L'iniziativa dovrebbe portare un flusso di finanziamenti per le aree disagiate dell'Europa (il mezzogiorno d'italia), per la realizzazione di infrastrutture finalizzate all'apertura dei canali commerciali internamente all'area mediterranea.

La prima opportunità spetta a Napoli, al quale è stata affidata l'organizzazione del Forum Mondiale delle Culture per l'anno 2013.

Ma chi deve gestire questi fondi, è preparato per la salvaguardia delle proprie culture?

La cattiva gestione di una improvvisa ricchezza è la vera minaccia delle culture locali, basta vedere per esempio Cancun in Messico, Male alle Maldive, Dubai negli Emirati Arabi, e molti altri paesi con panorami identici alle grandi metropoli americane, e cultura locale praticamente estinta.

Già oggi a Napoli, la struttura urbanistica è seriamente minacciata dagli interessi speculativi di imprenditori edili che modificando lo skyline della città, impiantano mostri i ferro e vetro scopiazzati da qualche altra città del mondo.

Modificare radicalmente la struttura urbanistica di una città, rendendola anonima, crea uno scompiglio nel tessuto sociale dei cittadini, i quali vengono privati di una strada, un quartiere o di un panorama, e loro sono comunque ignari di vivere nelle aree prestabilite a tavolino piene zeppe di insipidi ristoranti o fast food, che invadono lo stile culinario degli abitanti, i quali per le loro nuove abitudini dimenticheranno inevitabilmente l'arte di tramandare e cucinare le pietanze tipiche locali.

Bisogna che le istituzioni presenti nelle città impartiscano, per quanto spetta ad ognuno di loro, la base per la conservazione delle tradizioni e della cultura della propria terra, evitando programmi politici e didattici non attinenti alla città in cui vivono.

Ma purtroppo viviamo in italia, dove si cerca di diffondere una scialba cultura basata su una inesistente tradizione ed una oscura storia, dunque è compito nostro, sopravvissuti allo sterminio dell'invasione del 1861, quella di difendere le tradizioni e la cultura delle nostre terre, minacciata dalla incompetenza degli amministratori, sostituirci al ministero della cultura, creando un istituto per la vigilanza e la salvaguardia delle culture locali.

FILASTROCK.IT

RICEVO E PUBBLICO DAL MIO AMICO, CARMINE SPERA

Carissimi amici è un mese che è nato il sito Filastrock
(www.filastrock.it)
il mio intendo è quello di creare un sito che possa far
conoscere di più tanti autori e compositori che dedicano
la loro passione al mondo dell' infanzia,informare sui vari
concorsi e festival e magari far nascere nuove
collaborazioni.
So che c'è ancora tanto da fare,ma penso che stiamo sulla
strada giusta,già posso vantare di ospitare autori di un
certo spessore e sopratutto che stimo da quando ho iniziato
a frequentare i vari festival,un dottore musicoterapeuta si
è reso disponibile a curare una rubrica ,ho avuto l'onore
di essere "linkato" sui siti di Elio e del libero
Ricercatore (Vi obbligo a visitarli),.
Son sicuro che tante nuove collaborazioni nasceranno ....
Vi invito a visitarlo spesso e magari lasciare un consiglio
un opinione delle informazioni o un semplice saluto sulla
rubrica guestbox che è attiva da oggi.
Carmine Spera

sabato 27 settembre 2008

DISCUSSIONI IDENTITARIE

RIPRENDO DAL BLOG DEL MIO AMICO ORAZIO VASTA, LA SEGUENTE DISCUSSIONE, INIZIATA DA UN POST DEL BLOG WALTERGIANNO

"La Sicilia è pur sempre Italia"
"Non sono esagerato se ritengo che a quasi ogni siciliano sia venuta in mente almeno una volta l’idea dell’indipendenza della Sicilia con Palermo ovviamente capitale. E sul web si possono individuare molte tracce di questo pensiero.


Cominciamo con www.siciliaindipendente.org, in cui capeggia l’esortazione a realizzare il desiderio dello Stato Siciliano, dove addirittura è stato realizzato un parallelismo con il Tibet, invitando la popolazione a boicottare i prodotti ed i negozi cinesi.


Tra i molti link, ce n’è anche uno che rimanda ad una petizione online (Free the Sicilian People), indirizzata al popolo americano, le cui firme sono 42. Ideata da Jeannette Bonanno, lo scopo è sensibilizzare gli statunitensi sulla situazione siciliana e sul rapporto negativo con il resto dell’Italia (“Il Nord non aiuta il sud affatto, i Siciliani vivono nella povertà, mentre il Nord è in salute”).


Non è possibile visionare la lista dei firmatari per decisione dell’autrice. Www.fns.it è, invece, il sito ufficiale del Fronte Nazionale Siciliano, il cui segretario è Giuseppe Scianò, palermitano, ex dirigente superiore dell’Amministrazione Regionale Siciliana, in pensione dal 1995. Il movimento è stato fondato nel 1964. Naturalmente lì domina di recente la condanna al Ponte di Messina, ma non per motivi ambientali o perché bisogna dare priorità ad altre infrastrutture, bensì perché “mortificherebbe” e “cancellerebbe l’identità anche geografica”. Insomma, legare la Sicilia alla Calabria renderebbe ancora più complicata la causa indipendentista.


Proseguendo il nostro viaggio sul web, si scova un’altra petizione online, registrata il 21 febbraio di quest’anno e realizzata da Domenico Letizia. Anche in questo caso le firme sono irrisorie, soltanto 9. Nello Statuto si legge una feroce critica alla politica ed al giornalismo nazionale, sentenziando che “la Sicilia per costoro (è) solo una terra da sfruttare, inquinare, violentare”. Ed il firmatario Paolo Lucio Calabrese dalla provincia di Ragusa commenta così: “la Sicilia non si difende con questi ingenui diversivi statistici; al contrario, scendendo in piazza, unendoci, coalizzandoci, organi... e proclamando l'Indipedenza dell'Isola: Tutto ciò, se necessario, con qualsiasi mezzo”.


Io non sono affatto per l’indipendenza della Sicilia: ci ho pensato talvolta, così come moltissimi, ma è un’idea che se fosse realizzata, causerebbe più danni che privilegi. Per di più, io sono fiero ed orgoglioso di essere italiano, consapevole tuttavia che non tutti gli italiani sono fieri ed orgogliosi di esserlo insieme ai siciliani. L’isola più grande del Mediterraneo, comunque, dovrebbe essere avvantaggiata dall’autonomia sancita dall’articolo 116 della Costituzione, essendo la Sicilia una Regione a Statuto Speciale, decisione che peraltro fu presa alla fine dell’epoca monarchica, cioè con l’emanazione dello Statuto da parte di Re Umberto II il 15 maggio 1946.


La Storia della seconda metà del 1900, però, ci insegna che con l’Autonomia la Sicilia non ha avuto alcuno sviluppo significativo, anzi. Ovviamente il regresso è stato anche (e soprattutto) generato dall’infiltrazione della mafia, che ha cercato sempre di dare di sé l’immagine dell’Anti-Stato che dà da mangiare, che sopperisce alle mancanze di Roma; ha pensato, tuttavia, sempre a mangiare.


Cosa Nostra è un’organizzazione criminale, che ha il fine della massimizzazione del proprio profitto. Ma l’altra faccia della medaglia della colpa è da assegnare alla politica della Prima Repubblica, esasperatamente centralizzatrice. E la politica attuale non è che stia facendo tanto per non commettere gli errori del passato, soprattutto a livello locale. E’ vero che il Presidente della Regione Siciliana è Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’Autonomia, però ancora siamo nella fase del tutto fumo e niente arrosto, tante parole e pochi fatti.


Il federalismo fiscale potrebbe essere una svolta economica per la Sicilia, a patto che non ci faccia diventare più poveri e che ci permetta di dare di meno e di conservare di più. Non deve essere un modo per dare al Nord ciò che è del Nord e togliere al Sud ciò che non è del Sud.


Fino a prova contraria, infatti, la Sicilia è pur sempre Italia".

Movimento per l'Indipendenza della Sicilia
Il personaggio in questione, come tutti i suoi predecessori cronicamente a corto di idee, fa "strategicamente" di tutta l'erba un fascio e mette in risalto solo le iniziative dai piccoli numeri. Le due petizioni citate non sono state promosse dal MIS (la prima, per gli statunitensi, è stata aperta da una persona peraltro ignota al MIS stesso.

La seconda da un simpatizzante napoletano del MIS), anche perché è provato come le petizioni telematiche, sopratutto con una simile rivendicazione, dimostrano presto tutti i loro limiti. Ma perché il Giannò non guarda le grosse cifre dei partecipanti ai due fora del MIS (quello ufficiale sul portale che lo stesso ha visitato, e l'altro su politicaonline.net)?

Perché non ci ha chiesto le statistiche di accesso al sito (mai meno di un migliaio di visitatori al giorno, almeno una decina di migliaia di pagine visitate al dì)?

Perché dovrebbe ammettere che questo indipendentismo (almeno, "sponda MIS", ma dell'FNS non parliamo) non è più una questione per pochi affezionati.

Presto faremo un sostanziale aggiornamento del sito per evitare altre "furbate".

Nel frattempo consiglio al Giannò che se è tanto innamorato dell'Italia, ci si trasferisca e non metta più piede sul sacro suolo siciliano.

Roman Clarke

*******************
nazionedelleduesicilie
Le cose più logiche e giuste, attraggono sempre le ironie dei vuoti d'animo. è impossibile che un siciliano possa ritenersi fiero di essere italiano, bisognerebbe come prima cosa buttare i sussudiari scolastici, che hanno impresso la cultura politica dell'italietta cavuriana, spegnere la diffidenza verso chi richiama valori storici incontestabili (perchè reali e scritti) ma soprattutto accendere il cervello e quel fioco orgoglio di appartenere ad una terra bellissima, che solo un ascaro può puntualmente accostarla alla parola mafia, partecipando anch'egli allo suqallido progetto di denigrazione geografica perpretato ai danni delle Due Sicilie da più di un secolo.

L'italia è solo un progetto politico di pochi divenuto realtà per volontà economica di altri non italiani, madre di progetti economici osmotici, emblema della distribuzione ingiusta del potere economico e politico, figlia di progetti politici disattesi, primo fra tutti quello di Massimo d'Azeglio "abbiamo fatto l'italia ora bisogna fare gli italiani" ad oggi, io sto ancora aspettando (e penso che aspetterò in eterno) qualcuno che mi faccia sentire italiano.

Concordo su quanto scritto dal MIS ma io non caccerei mai mio figlio da casa anche se parla italiano.

Nello Esposito


venerdì 19 settembre 2008

La guida turistica dell'Azienda Soggiorno e Turismo

Ieri ho avuto la fortuna di leggere la guida alla storia ed ai servizi di Castellammare di Stabia, scritta e distribuita dall’Azienda di Cura Soggiorno e Turismo.

Trentanove pagine piene zeppe di storia tradizioni e cultura che confermano l’amore che provo nei confronti della mia città.

Quello che si può capire,dallo scritto dall’Ente Stabiese, è che la nostra città deve tanto alla dinastia dei Borbone, basti pensare che ben 18 pagine dell’opuscolo si riferiscono a fatti o persone dell’epoca preunitaria, o guardare la mappa della città allegata alla guida dove l’80% dei siti turistici sono stati realizzati o scoperti dai Borbone. Il tutto viene confermato da una frase all’interno della guida che riporto “Con l’unità d’Italia, termina il miglior periodo di Castellammare di Stabia”.

La reggia di Quisisana, i Cantieri Navali, le antiche terme, gli scavi romani, e le numerose ville che ospitavano le ambasciate straniere in Castellammare sono alcuni esempi di quanto era amata la città in cui vivo dai Reali delle Due Sicilie.

Eppure guardando bene la mappa, vedo le strade di Castellammare intitolate a persone che non compaiono nella guida da poco distribuita, Garibaldi, Crispi, Vittorio Emanuele, Alcide de Gasperi, Umberto I, non hanno fatto niente per meritarsi tanta attenzione, negata invece a tutti quelli che hanno contribuito a rendere Castellammare di Stabia bella ancora oggi.

Nello Esposito

giovedì 18 settembre 2008

CASERTA ED IL SUD NEL PERIODO PRERISORGIMENTALE

RICEVO DA RETE DUE SICILIE E PUBBLICO



Vi segnalo l’interessantissima manifestazione culturale che il Circolo Nazionale di Caserta ha programmato, in collaborazione con l’Associazione Culturale Borbonico “Terra di Lavoro”, per celebrare i 150 anni della sua costituzione da parte di Ferdinando II° di Borbone nel 1858, il 4 ed il 9 ottobre p.v. corredata da una impressionante mostra sul BRIGANTAGGIO del cap. Alessandro Romano ed un suggestivo CORTOMETRAGGIO del regista Mauro Caiano con sceneggiatura della studiosa meridionalista Marina Salvadore.

Nato come foresteria dei Militari Borbonici, con il tempo è diventato il Circolo più prestigioso della città. In allegato il Programma/locandina completo. L’eccezionalità dell’evento risiede nella presenza di un folto numero di soldati in uniformi storiche borboniche che sfileranno per la prima volta per il Centro di Caserta con varie tappe per i saluti alla Bandiera con spari a salve.

Con soddisfazione possiamo affermare che il lavoro dell’Associazione Culturale Borbonica, iniziato dal lontano 1995, sta portando i frutti sperati per una rivalutazione del Sud Italia, passando necessariamente per quello della Real Casa Borbone Due Sicilie che tante testimonianze di Cultura e di Civiltà ci ha lasciato. Non siamo né nostalgici né filomonarchici ma siamo giunti all’inevitabile conclusione che la Storia la scrivono i vincitori e che per mera strategia politica hanno dovuto cancellare dalla memoria del Popolo Meridionale tutti gli aspetti positivi del periodo borbonico arrivando a denigrare inverosimilmente i nostri antichi Sovrani. Caserta, in particolar modo, avrebbe dovuto essere la nuova Capitale politico-amministrativa dell’intiero Regno, con Napoli che, fino ad allora, era la terza Capitale d’Europa dopo Londra e Parigi ed oggi diventata la terzultima. Caserta che dovrebbe tributare ai Borbone l’esistenza di una propria identità e soprattutto dignità di capoluogo, senza i quali destinata a rimanere, probabilmente, villaggio o paesetto come tanti altri limitrofi. Caserta anch’essa vittima della strategia post unitaria di oblìo della Memoria, teatro degli scontri militari, veri ed unici in tutto il periodo risorgimentale, che dilaniarono i “Fratelli d’Italia” per unirla……Ma a che prezzo pagammo l’indiscussa ed indiscutibile Unità italiana? Ed ancora: A spingere i Savoia ad invadere, senza alcuna dichiarazione di Guerra, il Sud Italia, furono solo motivi ideologici? Il Sud Italia era veramente in condizioni di povertà assoluta e di sottomissione alla tirannide dei Borbone Due Sicilie? Cosa successe dopo il 1860 nel Sud Italia quando i nuovi poteri massonico-finanziari del Nord Italia ne decretarono la fine politica? Perché per sedare “alcuni Briganti” il nuovo Monarca sabaudo impiegò circa 120.000 bersaglieri per circa dieci lunghi anni? Garibaldi fù davvero l’Eroe dei due Mondi? Quali sono state le ombre del Risorgimento italiano?

A tutte queste domande cercheranno di dare risposte il giornalista Gigi Di Fiore, il dr. Pompeo De Chiara (Presidente dell’Associazione Culturale Borbonica di Caserta) ed il prof. Vincenzo Gulì (Vice-presidente Movimento Neoborbonico) come da programma allegato, nell’intento di dare un umile scientifico contributo ad una verità storica malcelata per “ragion di Stato” per circa 150 anni. Vogliate considerarlo come l’ansioso ed inquieto tentativo, finalmente, di riconsegnare un granello di DIGNITA’ alla Storia del Sud Italia in un momento in cui, per ironia della sorte (mica tanto) subisce volontà decisionali divisorie dell’Italica Unità dai soggetti di quella stessa area geo-politica che la realizzarono a suon di baionette.

§ P.S. Questo messaggio vale anche come comunicato stampa pregandovi, pertanto, di darne massima diffusione.

§ La presente è inviata a circa 600-700 destinatari che per indotto raggiungono 2000-2500 soggetti

§ Chi non desiderasse avere più tali comunicazioni è pregato di inviare al mittente la sua manifestazione di volontà

dr. Pompeo De Chiara

Presidente Ass. Culturale Borbonica

"Terra di Lavoro"

Caserta

pompeodechiara@virgilio.it

339-4230486


mercoledì 17 settembre 2008

19 e 20


Qualcuno mi ha parlato di una nave che raggiunge una meta, su cui è più costruttivo remare tutti insieme e nella stessa direzione; qualche altro di una finestra aperta su una grande piazza, offerta dai politici per farci gridare alla popolazione le nostre ragioni, la nostra storia e I nostri progetti;

Il punto non è identificare l'oggetto di cui ci serviamo, ma individuare la politica dell'unità fra noi duosiciliani che, precludendo la strada ad inutili discussioni nate da invidie, gelosie o ostracismi, ci può rendere partecipi di un progetto duosiciliano, volto alla rinascita storico-culturale-economica-politica.

Anche il sottoscritto è caduto nell'atteggiamento banale di protagonismo, e, anche se non individuale, esso tagliava i miei personali collegamenti ideologici fra due correnti con le stesse basi culturali (ma finalità diverse), e non è giustificabile nei miei confronti se la controparte ha scopi politici autoesaltanti o una prolissità sintomatica.

La nota positiva, è quella di incontrare, con molta sorpresa, una persona che, senza rinnegare il suo nome, condivide e partecipa, sfruttando i Crispi del XXI secolo, al cammino intrapreso tempo fa dai CDS (fra mille critiche) per ridare dignità alle Due Sicilie.

Qualcuno si autoproclama unico referente del meridionalismo, sancendo la sua dipendenza assoluta dall’ideologia politichese creata dall’invasione sabauda 148 anni fa quando hanno trasformato un Regno a se stante in un territorio meridionale.

Nello Esposito.

martedì 16 settembre 2008

ESPOSITO


Bisogna riconoscere il giusto merito al buon cuore di tante persone che negli anni d'oro del nostro Regno mettevano a disposizione dei bisognosi,le proprie opere, il proprio lavoro, e nel caso dei regnanti, addirittura l'amministrazione dei proventi dei tributi, ed e solo grazie a tutto ciò, che oggi milioni di persone possono raccontare al mondo di essere la prova vivente del gran cuore di Napoli: gli Esposito.

Si eravamo trovatelli, figli della Madonna, abbandonati da genitori a causa della loro povertà, o per la nostra illeggittimità, ma eravamo cresciuti con tanto amore nel convento dell'Annunziata, una chiesa nata per un voto di due nobili ed ampliata per volontà di Roberto d'Angiò, divenuta poi prima istituzione di rilievo economico del Regno delle Due Sicilie ricca di tributi e possedimenti, provvedevano al sostentamento ed all'istruzione, avviavano al lavoro i maschi e fornivano di una dote le ragazze in età di matrimonio, era la nostra famiglia.

Poi nel 1861, con l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, i savoia si impossessarono dei beni e delle rendite dell'istituzione, il tutto in linea con la politica sanguisuga del governo occupante, contribuendo, così nel 1883 alla chiusura dell'Annunziata.

Ma questa è la storia, e come tutti i racconti ha una morale.

Noi, gli Esposito, siamo i figli del Regno delle Due Sicilie, una testimonianza vivente di quanto i nostri regnanti amavano Napoli ed i napolitani, dobbiamo essere fieri di portare in giro per il mondo questo esempio di civiltà estinta per mano sabauda, e non vergognarci di chi con altrettanto amore affidò le nostre vite nelle mani della carità cristiana.

Almeno i napolitani avevano l' Annunziata, altrove...

lunedì 15 settembre 2008

ANCORA CANTIERI NAVALI

IL MIO ARTICOLO E' APPARSO ANCHE SU INIZIATIVA MERIDIONALE

http://www.iniziativameridionale.it/agenzia.asp?Id=7417

CONFERENZA STAMPA

Ricevo e pubblico



I CDS sono stati invitati ufficialmente alla conferenza stampa dell'Mpa Campania ad opera dell'onorevole Antonio Milo per la presentazione della festa del 19,20 e 21 allestita dal Movimento per l'Autonomia Campania per la vittoria dell'ultima tornata elettorale nazionale.
Dopo la presentazione che si terrà lunedì 15 settembre dalle ore 11.00 nel palazzo della Regione Campania inoltreremo un nostro comunicato stampa.
Il direttivo nazionale

4 OTTOBRE A CAPUA

IMPORTIAMO SOLO IGNORANZA

Piccolo ma sconvolgente intervento di Orazio Vasta

Apprendo che la signora Angela Mareventano-che è libera di credere e pensare quello che vuole-ha trasformato la festa della Santa Patrona dell'isola in una sorta di festa leghista,con le luminarie all'insegna del simbolo della Lega Nord Padania,di cui è degna senatrice. Considero tutto ciò OFFENSIVO al sentimento religioso dei Siciliani di Lampedusa e non solo di essi.
"Il sole delle Alpi" o qualunque altro simbolo politico e partitico non può e non dev'essere confuso con il credo religioso.
L'ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO DEVE INTERVENIRE PER IMPEDIRE UNA SIMILE OFFESA ALLA SANTA VERGINE MARIA!
VIA LE LUMINARIE LEGHISTE DA LAMPEDUSA!
Orazio Vasta

giovedì 11 settembre 2008

PARTITO DEL SUD SI PRONUNCIA SUL FEDERALISMO

RICEVO E PUBBLICO DA RETESUD LA SEGUENTE COMUNICAZIONE, ED INVITO TUTTI VOI AD INVIARMI I VS. PARERI, SUL CONTENUTO DELLA PRESENTE E SULLA TEMPISTICA SCELTA PER PRONUNCIARSI SU UN ARGOMENTO RISAPUTO DA TEMPO.


Giriamo nella Rete Sud - Rete di Informazione Libera delle Due Sicilie il messaggio inviatoci da Erasmo Vecchio che ci fornisce una prima indicazione relativa all'approvando federalismo fiscale sul quale sarà il caso di approfondire per bene ogni aspetto prima di rischiare di ritrovarlo "appeso al collo" dei popoli duosiciliani. Tenendo presente che il nostro tacere potrebbe essere interpretato come silenzioso assenso magari con il timbro falso e interessato di qualche "illustre" compatriota senza macchia.

Capaci senza disonore

Francesco Laricchia

blog correlati

http://partitodelsud.blogspot.com

http://rarika-radice.blogspot.com



---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: erasmovecchio@virgilio.it <erasmovecchio@virgilio.it>
Date: 11 settembre 2008 9.49
Oggetto: appello


Il Partito del Sud in una nota ufficiale conferma la sua posizione
contraria sulla prevista legge che riguarda il federalismo fiscale. Si
rileva,infatti, che Lo Statuto della Regione siciliana, approvato col
decreto legislativo 15 maggio 1946, n.455, fa parte delle leggi
costituzionali della Repubblica ai sensi e per gli effetti dell' art.
116 della Costituzione. Pertanto lo Statuto non può essere modificato,
anche in parte, da una legge ordinaria. Oltretutto la bozza Calderoli
contiene numerosi profili d contrasto con lo Statuto siciliano. E' da
rilevare, inoltre, che lo Statuto siciliano ha origine pattizia e la
sua modifica non ouò prescindere da un dibattito al Parlamento
regionale, unico organismo istituzionale di rappresentanza del Popolo
siciliano. Oggi si profila uno scenario aberrante in cui il Governo
recepisce la bozza del Ministro Calderoli inoltra alle Camere per la
conseguente approvazione. Questa procedura, anticostituzionale,
prevarica il Parlamento regionale ed il Popolo siciliano. A tal fine il
PdSUD lancia un accorato appello alle realtà autentiamente sicilianiste
affinchè vengano assunte, iniziative comuni per arrestare questa
clamorosa prevaricazione delal nostra autonomia.
Erasmo Vecchio,
coordinatore regionale PdSUD.


800 camorristi sul treno e 1 fuori

pubblicità apparsa su un quotidiano napoletano.

Benvenuto Filastrock




La parola Filastrocca riporta la mente ad un qualcosa della nostra fanciullezza; Rock, invece, è il ritmo di chi è giovane, di chi sobbalza al Ritmo di una batteria o al fraseggio di una chitarra. Filastrocca fa pensare qualcosa di soave, lento, dolce; Rock no! E’ notevolmente qualcosa di forte, duro… Questa è la rete dove possono incontrarsi tutti quelli che come io hanno la passione per le canzoni per bambini (ed in generale tutto ciò che è cultura per i ragazzi), e amano l’intreccio e l’amalgamarsi dei ricordi che provengono dal passato con I ritmi e i gusti che sono di oggi. Gli obiettivi principali sono quelli di far tessere rapporti tra chi ha messo la propria arte musicale a disposizione dei bambini, per scambiarsi pareri, consigli e notizie; e poter fare in modo che ci siano sempre più artisti che dedicano la loro arte al mondo dell’infanzia. Per questo motivo non ho voluto dare a questo sito il mio nome, ma un nome di fantasia, questo è il sito di chi vuole condividere le esperienze di autore, compositore, genitore o insegnante di musica per bambini.

mercoledì 10 settembre 2008

GLI OCCUPANTI BANCHETTANO


Ieri ho ricevuto un invito per la rassegna "QUISISANA FESTIVAL" in occasione dell'esibizione di Amanda Sandrelli in "Storie di tango e di passioni".
Festival che si tiene all'interno del Palazzo Reale di Quisisana, oggetto di recente restauro.
L'occasione, non me ne voglia la Signora Sandrelli, era da me attesa solo per vedere il Palazzo che tanto caro fu alla famiglia Borbone, e per constatare se il Sindaco di Castellammare aveva mantenuto fede alla sua promessa, (scritta su una lettera a me indirizzata) di ricordare i Borbone una volta ultimati i lavori di restauro.
Mio malgrado non è stato possibile andare alla manifestazione ma, anche se per assurdo, mi avrebbe fatto piacere ricevere un invito del genere

martedì 9 settembre 2008

GUERRE FRATICIDE

Dovremmo abituarci a vedere in futuro, in seguito all’approvazione ed entrata in vigore del federalismo fiscale, battaglie politiche da parte delle amministrazioni o enti locali, per la difesa del potere economico dei privati che con il pagamento delle tasse contribuiscono alla crescita e sostentamento della comunità di appartenenza, ormai priva di risorse statali.

Quindi inizieranno lotte in stile “restrizioni europee sulle quote latte”, che distruggeranno realtà economiche come la mozzarella di bufala campana, piuttosto che l’olio pugliese o la cassata siciliana.

Basterà pregare che qualche coglione di tifoso distrugga un treno per deviare gli incassi da una società sportiva Napoletana ad una società televisiva milanese che godrà della decisione del tribunale di far disputare le partite a porte chiuse, costringendo i tifosi (quelli veri) ad acquistare la partita trasmessa a pagamento dal digitale terrestre.

Si minaccerà il fallimento di una società di bandiera, per farsi pagare i debiti dallo stato, debiti che rappresentano, una volta pagati, un guadagno per la società dei SALVATORI DELLA PATRIA, che a conti fatti compreranno una società con i soldi dei contribuenti.

Inizieranno guerre fratricide tra comuni confinanti, che si contenderanno il marchio DOC-DOP-IGP ecc., per batter cassa e creare potere economico.

Esempio lampante è il recente attacco del Sindaco di Gragnano ai produttori di pasta della vicina Castellammare di Stabia, colpevoli di produrre usando il nome di pastifici gragnanesi ormai chiusi da tempo.

Certo tutto questo è lecito.

Ma fino ad un certo punto.

Infatti, oltre al fatto che non vedo nessun tentativo di contraffazione o minaccia al prodotto gragnanese famoso in tutto il mondo, penso che prima di attaccare un paese amico confinante, si debba far attenzione a quello che accade internamente alle mura della città.

Sono altre, e ben più gravi, le minacce nei confronti dei prodotti gragnanesi, e purtroppo non provengono da altre città, ma agiscono in silenzio internamente al territorio comunale.

Senza considerare gli ultimi incendi di alcuni pastifici che ahimè sono vittime della sola sfortuna, ci sono altri che svendono il proprio nome, la propria arte, la propria storia ad industrie e società toscopadane, che forti economicamente stanno lentamente ed inesorabilmente colonizzando oltre alla nostra terra anche il nostro animo.

Vendere un pacco di pasta di Gragnano, e sapere che il ricavato andrà a rimpinguare le casse di una società milanese mi brucia, comprare un pacco di pasta di marca AUCHAN e leggere in un angolino: prodotto per la Rinascente Spa di Rozzano (MI) da Garofalo Spa Gragnano (NA), mi addolora, sapere che un mio parente di Bologna ha comprato in un supermercato una bottiglia di vino “GRAGNANO” e l’ha buttato perché non era buono neanche per fare da aceto mi delude.

Quindi i veri nemici, le vere minacce il sindaco di Gragnano dovrebbe individuarle all’interno del proprio feudo, che restando di natura gragnanese e di lingua napoletana, sta arricchendo grazie al proprio nome personaggi e società toscopadane.

Non penso sia utile alla comunità gragnanese, vedere fallire un antico pastificio o vederlo svenduto a persone non gragnanesi (e neanche napoletane), in un epoca in cui anche gli USA statalizzano due grandi banche, non vedo il perché il Sindaco non potrebbe municipalizzare i pastifici in difficoltà.

Nello Esposito

c.a. Ill.mo Signor Ministro Sandro Bondi - reggia di Caserta - denuncia

Ricevo e pubblico da Mario Moccia

Ill.mo signor Ministro, Conoscendo il suo percorso di studi, non credo mi necessiti tediarla spiegandole che cos'é la Reggia di Caserta, non solo per noi italiani, ma - come sostiene l'U.N.E.S.C.O., per tutta l'umanità. La presente é solo per renderla edotta di una situazione assurda, quanto disdicevole. Ma più che altro, assurda - quasi kafkiana. Io vivo a Portogruaro/VE, e recentemente sono venuti a farmi visita dei parenti dal Venezuela; e con loro - famiglia ormai allargata - alle nuove generazioni, siamo andati nel nostro Sud, a Benevento, a trovare una nostra parente. Là vicino, c'é Caserta, e uno di questi parenti venezuelani che sosteneva con le nuove generazioni che la nostra reggia era più bella di quella di Versailles; la piccola dissertazione, mi induceva a rompere gli indugi accompagnando tutti loro a visitare la Reggia. Non l'avessi mai fatto, o forse é meglio che io lo abbia fatto. Dacché uno spettacolo a dir poco indecente si presentava ai nostri occhi. Le stradine laterali al grande viale che porta alla Reggia, erano cosparse di immondizia, e le erbacce avevano preso il sopravvento sulle splendide piante, soffocandole. Ma quest'incuria era niente in confronto a quanto avvenuto dopo, quando giunti nei pressi del Palazzo vero e proprio, davanti a questo c'erano una miriade di posteggiatori di varie nazionalità, che vendevano le loro povere merci. Qualcuno più audace, si era portato ad occupare gli spazi più in prossimità dell'ingresso principale, scuscitando a questo punto il mio disappunto di italiano da un lato, ma di duosiciliano più fortemente, dall'altro. Essendo io anche emiplegico a seguito di un ictus, mi rivolgevo ( come giusto), ai guardiani, ai quali con cortese, ma fermo disappunto, facevo notare lo sconcio chiedendo perché non li cacciassero via. E perché la soprintendenza non si occupasse di far curare meglio giardini e pulizia. Questi come se io fossi un marziano, mi rispondevano anche con arroganza e cattiva educazione che non era compito loro pensare ai venditori ambulanti, e che mi rivolgessi ai vigili urnani. Cosa che facevo, tralasciando la visita alla Reggia. Ma qui subentra Kafka. Questi, allargando le braccia, mi rispondevano che non era compito loro, mentre mi sarei dovuto rivolgere ai guardiani che pure erano pagati per questo. Dimenticandosi che loro appartenevano alla stessa municipalità della città che ha l'alto onore di ospitare il gioiello vanvitelliano. Se non fossi sotto controllo farmacologico ( pastiglie per la pressione alta), mi avrebbero causato un altro ictus; E se fossi stato sano come alcuni anni fa, avremmo avuto un sacco di problemi tutti quanti.: "alcuni di loro in ospedale ( sono ancora fortissimo), ed io in galera! Perché neppure Giobbe si sarebbe potuto trattenere con tutta la sua mitica pazienza; e sfido chiunque a non pensare di aver dovuto agire picchiando selvaggiamente quello stuolo di nullafacenti imbecilli, mangiapane a tradimento! Insomma, Egregio signor ministro, ringrazio il mio ictus per come si é conclusa la cosa. E per la mia educazione e cultura che mi ha fatto tenere a freno la lingua. Ricordo solo di aver sussurrato tra i denti a mo' di commiato un "mangiapane a tradimento"! Ma non ho ottenuto nulla. Ora, illustre signor ministro rientrando la Reggia di Caserta nelle sue competenze, potrebbe far valere la sua autorità inviando un'ispezione alla stessa reggia, segnatamente all'effettivo interresse e lavoro svolto dalla soprintendenza rimuovendo quegli altri nullafacenti? E giacché c'é, perché non informa il suo primo ministro per far rimuovere il signor Sindaco che forse non sa neppure chi era il Vanvitelli? Perché secondo me non si può fare sindaco gentaglia che non é affatto vero avere i numeri per fare il "primo cittadino" primo tra chi, tra gli asini? Insomma, Illustre signore che invece ha perfettamente inteso lo spirito di questa mia denuncia, Via la soprintendenza, via il Sindaco e che si faccia vivere la Reggia di Caserta perché l'Umanità ne possa godere nei secoli a venire! Con tutta la stima unitamente ai miei migliori auguri per il Governo di cui fa parte, Contando sul suo autorevole intervento, porgo i miei più distinti saluti.
MarioMoccia di Montemalo
responsabile Comitati Duesicilie Triveneto e Trentino A.A.

sabato 6 settembre 2008

INFORMATIA

Qualche tempo fa, esisteva la stampa serva del potere, (qualche tempo fa???), che diffondeva notizie atte ad esaltare le disastrose imprese statali, in modo da far sembrare la TRABANT, l'unica auto funzionante del mondo, oppure che la minestra di cavolo e gallina fosse l'alimento preferito dallo ZAR.
Quello che ieri, 5 settembre, ho visto al TG2 della sera, ha superato di gran lunga tutta l'informatia comunista di una volta.
Ho visto un servizio relativo alla frode alimentare che molti caseifici, anche di marche importanti (che non possono essere elencate per ovvi motivi di mercato), hanno per lungo tempo perpretato ai danni di consumatori, che ignari compravano lavorati di provenienza casearea il cui elemento base risultava essere nella migliore delle ipotesi formaggio scaduto, e che veniva lavorato in fabbriche insieme a scarafaggi, escrementi ed in ambienti carenti di tutte le più elementari norme igieniche.
Stiamo parlando delle fabbriche del perfetto nord.
A controllare questa fabbriche, puntualmente andavano i funzianari delle ASL locali, che probabilmente non sono mai entrati in quelle fabbriche, passando solo per i loro uffici, dove venivano elargite per loro laute mance, per chiudere un occhio sui controlli igienici, anzi viste le immagini al TG, avrebbero dovuto chiuderene due di occhi.
Stiamo parlando del perfetto lavoratore del nord.
Le grandi catene alimentari, non penso siano al corrente delle procedure di lavorazione dei prodotti esposti sui loro scaffali, che nascosti dietro ai loro bei marchi colorati, ci vendono formaggio già grattuggiato. Questo è solo quello che è venuto fuori dalle indagini, ma ci sarebbe da controllare tutti i prodotti esposti sugli scaffali, come e dove vengono prodotti e come possono avere prezzi molto bassi.
Stiamo parlando della grandi catene di distribuzione del nord.
Il fatto che i prodotti dei supermercati siano tutti dello stesso sapore, che puzzano di plastica e provengono da chissà dove, lo immaginavo, ma non potevo immaginare che il perfetto prodotto ed la perfetta organizzazione del nord, nasca dalla propaganda statale e dalla informatia toscopadana.
Bene a confermare il mio pensiero ci pensa lo stesso TG2, che subito dopo le sconvolgenti immagini lancia una propaganda all'impresa statale del famoso formaggio di parma (l'autoproclamata capitale del gusto), che nasconde un chiaro messaggio ed una gratuita pubblicità alla stessa azienda, dichiarandola estranea a quanto accaduto. Certo la paura di un crollo delle vendite ha colpito un po' tutto ilpolo alimentare toscopadano, e la televisione di stato deve correre ai ripari.
Perchè non è stato fatta la stessa cosa anche per il Consorzio Mozzarella di Bufala Campana?
Nello Esposito

GRAZIE CAVALIERE!

(Cavaliere Dott. Salemi Giovanni)
Dott.Salemi Giovanni
ast-cst@fincantieri.it
ccgeom.esposito@gmail.com,
comitato@legittimisti.it
data5 settembre 2008 18.14
oggettoReali Cantieri Navali di C/mare di Stabia






Ho letto la lettera da Voi scritta al geom.Esposito in risposta alla sua proposta-richiesta di affiggere all'esterno del Vostro Stabilimento,già Reali Cantieri Navali,una targa di ricordo della fondazione dello stesso.
Tale operazione non porterebbe certo a sminuire il valore dello Stabilimento allo stato attuale,nè metterebbe in discussione tutte le opere in esso realizzate,e sono molte ed importanti per la storia navale dell'Italia .
La targa,ripeto,avrebbe la sola funzione di ricordare la fondazione e la paternità dello stabilimento ,dando a tutti la possibilità di conoscere quello che fu in altro dei tanti primati di quel Sud libero ed indipendente,precedente all'occupazione savoiarda-liberale,dal prestigioso nome di Regno delle Due Sicilie .
In ultimo : la firma della lettera è inintelligibile e resta la
curiosità di sapere se trattasi di cognome meridionale ,cosa che spero ardentemente non sia.
Distinti saluti Giovanni Salemi

venerdì 5 settembre 2008

Comunicazione politica

Ricevo e pubblico da Nicola Zitara

Un gruppo di compatrioti, che patiscono l'emigrazione in Toscopadana, ha raccolto l'idea da me ventilata di creare un comitato di liberazione nazionale nella parte coloniale d'Italia. La presa di posizione mi spinge a un più attento esame della situazione.

La prospettiva dell'indipendenza credo sia reale, e anche vicina, ma non sarà il frutto di un'operazione patriottica. Immagino (immagino soltanto) che sia già pronto o comunque in preparazione un governo dello Stato separato (una specie di velata dittatura neocavourrista), ad opera delle forze storiche che egemonizzano la Penisola: la Chiesa, la Massoneria, la speculazione bancaria, e, perché no, la mafia siciliana, che fa politica sin dal tempo di Garibaldi a livello romano e oggi milanese. Nell'ambito dell'ipotesi, non so intuire se i sindacati, i partiti della cosiddetta sinistra, la magistratura siano dentro o fuori. A stare alle alleanze in atto, si può dire che se c'è la banca, c'è anche la sinistra; se c'è la sinistra, c'è anche la magistraura.

Questo (ipotetico) governo fantoccio servirebbe a mascherare la continuazione del colonialismo toscopadano, che non si esprime più con le baionette, ma con l'usura. La colonia di consumo paga le merci che importa al loro giusto prezzo, ma, ove le producesse da sé, non solo trasformerebbe i disoccupati in occupati, ma le pagherebbe anche di meno. Comunque il Sud continua a essere uno sbocco commerciale, oggi anche di Francia, Germania e Regno Unito. Il cedimento dei governi regionali e della partitocrazia al federalismo fiscale è un'anticipazione della futura trufffa nazionalfederale.

Il concetto su cui il federalismo stronzobossista si fonda è un imbroglio (vedere nota in Fora... su internet "La Beffa del federalismo fiscale).

Volendo parlare d'indipendenza (vera) bisogna chiarire che Sardegna, Sicilia e Napolitano, avendo una storia diversa, non presenterebbero istanze finali convergenti. E' un'esigenza di chiarezza immaginare da subito tre Stati nazionali e sovrani, che al massimo potrebbero avere in comune la moneta, la banca centrale e il confine daziario. In pratica potrebbero decidere una zona di libero scambio. Tutto il resto - esercito, polizia, pubblica amministrazione, etc. - sarebbe esclusivo.

L'ipotesi di tre Stati non sarebbe contraddetta dalle dimensioni delle tre realtà nazionali, in quanto la piccolezza dei numeri demografici e territoriali viene colmata da tre storie antichissime, le più antiche in Occidente, precedenti la nascita dell'Ellade.

Al tempo del governo borbonico - allorché si manifestò con violenza più volte, fino a preparare il successo garibaldino e toscopadano - l'indipendentismo siciliano era già antico di secoli, ed era inteso come un lotta di liberazione nei confronti di Napoli. Ebbe poi un episodio militare antiunitario nel 1944-45 che portò allo Statuto speciale siciliano. Una conquista buttata al vento, o forse è meglio dire nell'immondizia.

Anche il Sardismo ha una storia lunga di resistenza anticoloniale verso i Savoia e il Piemonte sabaudo e in seguito verso la Repubblica costituzionale e resistenziale (nordista). Nel 1948, la regione Sardegna ha avuto anch'essa uno statuto speciale, ma il passo avanti si è tradotto in due passi indietro.

Il Napolitano è allo stesso tempo unitario e antiunitario. L'identità italiana è forte fra i piccoli borghesi dell'ex capitale. La città di Napoli è unitaria per consuetudine secolare. L'unitarismo affonda le radici nella cordata culturale che lega sin dal Rinascimento le borghesie urbane di Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano e Padova. Nel decennio 1860-1870 essa voltò la faccia all'insurrezione antiunitaria delle province e preferì la subordinazione all'indipendenza. Ancora oggi Napoli è la città più garibaldinesca della Penisola.

Il neoborbonismo dei meridionali si è sviluppato negli ultimi quindici anni in seguito all'intimeridionalismo di Stronzobossi. Da quel che si vede, è più un'etichetta per inserirsi nella partitocrazia regnante che un movimento. Più un vestito della domenica che una tuta da lavoro. Esiste sulla base di comitati locali dispersi a pelle di leopardo sul territorio della Penisola. I suoi progetti politici sono minimalisti.

Ben diversa, in tutte le tre aree, è la situazione nel campo degli studi sul passato, che sono alquanto avanzati sia per merito di studiosi isolati sia per merito di ricercatori universitari. Manca però una riproposizione delle malefatte perpetrate dal Regno d'Italia e dalla Repubblica Italiana nei 150 anni di unità. Nonostante che il meridionalismo, politicamente, sia stato un'illusione - o forse peggio un alibi - esso tuttavia, tra il 1870 e il 1970, ha prodotto analisi di alto livello.

Il fallimento del meridionalismo, nelle sue versioni di liberale, cattolico e socialcomunista, dovrebbe suggerire che esso non ha mai aggredito il nodo che tiene tutto il resto: l'unità nazionale. Se ciò è esatto, la funzione di un comitato di liberazione nazionale consisterebbe nel far convergere le aspirazioni politiche di classe - liberismo, cattolicesimo, socialismo, nazionalismo, ambientalismo, volontarismo - nella struttura di uno Stato indipendente. Per cui la decisione sui rapporti sociali e lo scontro di classe sarebbero rimandati.

La mia opinione è che la nascita di questi nuclei politici caratterizzati debbano precedere la nascita del comitato nazionale di liberazione. Essi potrebbero mettersi alla prova già nell'attuale sistema. Per dirne solo qualcuna, gli emigrati potrebbero partecipare alle elezioni locali dei luoghi d'immigrazione per assicurarsi una migliore accoglienza e più rispetto; gli ambientalisti dovrebbero occuparsi del mare e dello scempio che stanno facendo i sindaci e gli operatori turistici; i socialisti hanno davanti a loro il problema del lavoro poco remunerato; gli agricoltori dovrebbero incalzare la comunità europea, che in materia di agricoltura fa chi figlio e chi figliastro. Etc. etc. senza però mai cadere nella rete del sindacato italiano, del partito italiano, del governo italiano, della massoneria italiana, della chiesa italiana, della nazionale di calcio italiana, della scuola italiana, e consimili gas soporiferi, che ci hanno costantemente allontanato da un risultato.

mercoledì 3 settembre 2008

lunedì 1 settembre 2008

BENTROVATI

Tre settimane sono passate dall’ultima volta che ho acceso un computer, letto un quotidiano, parlato di Due Sicilie, ed oggi ritorno, e leggo le novità.

Nel mondo continua il servilismo verso i paesi che consumano o producono petrolio, verso i banchieri mediorientali, verso le potenze militari, creando sempre le fazioni del pro o contro qualcosa a prescindere dall’argomento trattato, facendo passare per salvaguardia dei diritti umani le azioni politiche dettate dalla sete di potere.

L’italia dal canto suo fa la figura della battona d’alto borgo, viene derisa dal mondo occidentale ed ignorata da quello orientale, mentre in lingua italiana vengono diffusi improbabili proclami marcati dall’egocentrismo spettacolare.

Sfogliando a ritroso i giornali, cercando di capire cosa ci riserva il prossimo futuro, scopro che i media, per circa un mese hanno dedicato costantemente fra la prima e la seconda pagina, lezioni di apprendimento del federalismo, riempiendo di cifre, percentuali. importi, debiti, ricavi, pro e contro annunciando che o ci sarà federalismo o ci saranno i fucili, o cadrà il governo, proclamando un confronto con tutte le regioni del Sud, insomma i media ci inculcano ed i politici ci inculano.

Riassumendo: il solleone ha provocato molte lesioni celebrali ai tanti governanti e uomini di potere.

Dopo la ristoratrice pausa estiva, continuerò a scrivere su questo blog per il recupero dell’identità culturale del popolo Duosiciliano soppressa 148 anni fa.

Nello Esposito