martedì 16 settembre 2008

ESPOSITO


Bisogna riconoscere il giusto merito al buon cuore di tante persone che negli anni d'oro del nostro Regno mettevano a disposizione dei bisognosi,le proprie opere, il proprio lavoro, e nel caso dei regnanti, addirittura l'amministrazione dei proventi dei tributi, ed e solo grazie a tutto ciò, che oggi milioni di persone possono raccontare al mondo di essere la prova vivente del gran cuore di Napoli: gli Esposito.

Si eravamo trovatelli, figli della Madonna, abbandonati da genitori a causa della loro povertà, o per la nostra illeggittimità, ma eravamo cresciuti con tanto amore nel convento dell'Annunziata, una chiesa nata per un voto di due nobili ed ampliata per volontà di Roberto d'Angiò, divenuta poi prima istituzione di rilievo economico del Regno delle Due Sicilie ricca di tributi e possedimenti, provvedevano al sostentamento ed all'istruzione, avviavano al lavoro i maschi e fornivano di una dote le ragazze in età di matrimonio, era la nostra famiglia.

Poi nel 1861, con l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, i savoia si impossessarono dei beni e delle rendite dell'istituzione, il tutto in linea con la politica sanguisuga del governo occupante, contribuendo, così nel 1883 alla chiusura dell'Annunziata.

Ma questa è la storia, e come tutti i racconti ha una morale.

Noi, gli Esposito, siamo i figli del Regno delle Due Sicilie, una testimonianza vivente di quanto i nostri regnanti amavano Napoli ed i napolitani, dobbiamo essere fieri di portare in giro per il mondo questo esempio di civiltà estinta per mano sabauda, e non vergognarci di chi con altrettanto amore affidò le nostre vite nelle mani della carità cristiana.

Almeno i napolitani avevano l' Annunziata, altrove...

Nessun commento: