martedì 9 settembre 2008

GUERRE FRATICIDE

Dovremmo abituarci a vedere in futuro, in seguito all’approvazione ed entrata in vigore del federalismo fiscale, battaglie politiche da parte delle amministrazioni o enti locali, per la difesa del potere economico dei privati che con il pagamento delle tasse contribuiscono alla crescita e sostentamento della comunità di appartenenza, ormai priva di risorse statali.

Quindi inizieranno lotte in stile “restrizioni europee sulle quote latte”, che distruggeranno realtà economiche come la mozzarella di bufala campana, piuttosto che l’olio pugliese o la cassata siciliana.

Basterà pregare che qualche coglione di tifoso distrugga un treno per deviare gli incassi da una società sportiva Napoletana ad una società televisiva milanese che godrà della decisione del tribunale di far disputare le partite a porte chiuse, costringendo i tifosi (quelli veri) ad acquistare la partita trasmessa a pagamento dal digitale terrestre.

Si minaccerà il fallimento di una società di bandiera, per farsi pagare i debiti dallo stato, debiti che rappresentano, una volta pagati, un guadagno per la società dei SALVATORI DELLA PATRIA, che a conti fatti compreranno una società con i soldi dei contribuenti.

Inizieranno guerre fratricide tra comuni confinanti, che si contenderanno il marchio DOC-DOP-IGP ecc., per batter cassa e creare potere economico.

Esempio lampante è il recente attacco del Sindaco di Gragnano ai produttori di pasta della vicina Castellammare di Stabia, colpevoli di produrre usando il nome di pastifici gragnanesi ormai chiusi da tempo.

Certo tutto questo è lecito.

Ma fino ad un certo punto.

Infatti, oltre al fatto che non vedo nessun tentativo di contraffazione o minaccia al prodotto gragnanese famoso in tutto il mondo, penso che prima di attaccare un paese amico confinante, si debba far attenzione a quello che accade internamente alle mura della città.

Sono altre, e ben più gravi, le minacce nei confronti dei prodotti gragnanesi, e purtroppo non provengono da altre città, ma agiscono in silenzio internamente al territorio comunale.

Senza considerare gli ultimi incendi di alcuni pastifici che ahimè sono vittime della sola sfortuna, ci sono altri che svendono il proprio nome, la propria arte, la propria storia ad industrie e società toscopadane, che forti economicamente stanno lentamente ed inesorabilmente colonizzando oltre alla nostra terra anche il nostro animo.

Vendere un pacco di pasta di Gragnano, e sapere che il ricavato andrà a rimpinguare le casse di una società milanese mi brucia, comprare un pacco di pasta di marca AUCHAN e leggere in un angolino: prodotto per la Rinascente Spa di Rozzano (MI) da Garofalo Spa Gragnano (NA), mi addolora, sapere che un mio parente di Bologna ha comprato in un supermercato una bottiglia di vino “GRAGNANO” e l’ha buttato perché non era buono neanche per fare da aceto mi delude.

Quindi i veri nemici, le vere minacce il sindaco di Gragnano dovrebbe individuarle all’interno del proprio feudo, che restando di natura gragnanese e di lingua napoletana, sta arricchendo grazie al proprio nome personaggi e società toscopadane.

Non penso sia utile alla comunità gragnanese, vedere fallire un antico pastificio o vederlo svenduto a persone non gragnanesi (e neanche napoletane), in un epoca in cui anche gli USA statalizzano due grandi banche, non vedo il perché il Sindaco non potrebbe municipalizzare i pastifici in difficoltà.

Nello Esposito

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