martedì 23 luglio 2019

IL NORD CI IMPOVERISCE


Da un po’ di tempo tutti parlano di autonomie regionali, io stesso stavo per rielaborare lo specchietto di tutte i soldi che, mediante beni o servizi, il popolo del sud versa nelle casse del nord; sono stato tentato perché ancora oggi a distanza di anni c’è sempre qualcuno che lo riposta come scoperta!
Nel ricercare tutte le voci che coinvolgono aziende del nord operanti nel campo bancario, assicurativo, energetico, servizi, ecc. a cui siamo costretti a versare il nostro contributo come normali coloni, mi sono soffermato su un pensiero che martellava per venire fuori, noi paghiamo per servizi e beni a società del nord, ma cosa realmente abbiamo regalato e continuiamo a farlo da anni (158 per la precisione)?
È storicamente provato che la politica savoiarda subito dopo l’unità d’italia ha impoverito il sud; impoverimento strutturale eseguito smantellando le realtà industriali famose a livello europeo (fonderie, setifici, cantieri navali, ferroviari) spostandole di peso al nord italia, impoverimento ideologico mediante i sanguinosi anni di repressione del brigantaggio, impoverimento economico razziando tutto quello che trovava nelle casse pubbliche.
Questa sua politica, pardon, questa sua azione mafiosa, ha portato negli anni ad un ulteriore impoverimento, quello umano, con l’emigrazione. Iniziata negli anni immediatamente successivi alla mala unità d’italia, prosegue ancor’oggi vista la pochezza della classe politica del meridione, meglio non entrare nell’argomento politico.
Ma qualcuno si è mai chiesto a quanto equivale l’impoverimento economico derivante dall’emigrazione?
Bhe, io ci provo, molto grossolanamente, ma ci provo.
Sono partito da un dato ufficiale, i dati tristemente famosi della vendita di schiavi italiani nelle miniere del belgio: il famoso protocollo italo-belga.
Molto sinteticamente, nel 1946 l’italia sottoscrisse con il Belgio un patto, dove ognuno forniva all’altro quello di cui aveva bisogno. Il Belgio richiedeva manovalanza per le miniere di carbone, e l’italia, necessitava di dare lavoro ai disoccupati del dopoguerra e carbone per le industrie. Il risultato fu che per ogni operaio italiano occupato nelle miniere del Belgio, la Compagnia carbonifera belga riconosceva al governo italiano 5000tonnellate di carbone al mese.
Quanto valeva una tonnellata di carbone? Nel 1946 il prezzo medio era di $15,00/ton. E la paga di un operaio medio? £ 69.836/mese. Contro i  $ 7.500/mese (£ 347.513 – cambio lira/dollaro nel 1946) di carbone esportato. Se rapportiamo la differenza del valore dello scambio ad uno stipendio medio mensile di un operaio di oggi si ottiene il valore medio mensile di un operaio oggi.
L’ISTAT dice che negli ultimi 16 anni il meridione ha perso per emigrazione circa un milione e ottocentomila persone, (e prenderò in esame questo dato, anche se in difetto, visto che l’azione mafiosa sopra citata ha impoverito costantemente negli anni) se queste persone stessero lavorando tutte come operaio medio (e non è così viste le eccellenze meridionali sparse per il mondo) è facile calcolare che IL NORD HA IMPOVERITO IL MERIDIONE DI CIRCA € 128.782.815.000 (centoventottomiliardi di euro per chi ha poca dimestichezza con i grandi numeri), ma se ragioniamo in termini postunitari i numeri cambiano, sono da rivoluzione.
Nello Esposito
CDS Castellammare di Stabia

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