Da un po’ di tempo tutti parlano di autonomie regionali, io
stesso stavo per rielaborare lo specchietto di tutte i soldi che, mediante beni
o servizi, il popolo del sud versa nelle casse del nord; sono stato tentato perché
ancora oggi a distanza di anni c’è sempre qualcuno che lo riposta come
scoperta!
Nel ricercare tutte le voci che coinvolgono aziende del nord
operanti nel campo bancario, assicurativo, energetico, servizi, ecc. a cui
siamo costretti a versare il nostro contributo come normali coloni, mi sono
soffermato su un pensiero che martellava per venire fuori, noi paghiamo per
servizi e beni a società del nord, ma cosa realmente abbiamo regalato e
continuiamo a farlo da anni (158 per la precisione)?
È storicamente provato che la politica savoiarda subito dopo
l’unità d’italia ha impoverito il sud; impoverimento strutturale eseguito smantellando
le realtà industriali famose a livello europeo (fonderie, setifici, cantieri
navali, ferroviari) spostandole di peso al nord italia, impoverimento
ideologico mediante i sanguinosi anni di repressione del brigantaggio, impoverimento
economico razziando tutto quello che trovava nelle casse pubbliche.
Questa sua politica, pardon,
questa sua azione mafiosa, ha portato negli anni ad un ulteriore impoverimento,
quello umano, con l’emigrazione. Iniziata negli anni immediatamente successivi
alla mala unità d’italia, prosegue ancor’oggi vista la pochezza della classe
politica del meridione, meglio non entrare nell’argomento politico.
Ma qualcuno si è mai chiesto a quanto equivale l’impoverimento
economico derivante dall’emigrazione?
Bhe, io ci provo, molto grossolanamente, ma ci provo.
Sono partito da un dato ufficiale, i dati tristemente famosi
della vendita di schiavi italiani nelle miniere del belgio: il famoso protocollo italo-belga.
Molto sinteticamente, nel 1946 l’italia sottoscrisse con il
Belgio un patto, dove ognuno forniva all’altro quello di cui aveva bisogno. Il Belgio
richiedeva manovalanza per le miniere di carbone, e l’italia, necessitava di
dare lavoro ai disoccupati del dopoguerra e carbone per le industrie. Il risultato
fu che per ogni operaio italiano occupato nelle miniere del Belgio, la
Compagnia carbonifera belga riconosceva al governo italiano 5000tonnellate di
carbone al mese.
Quanto valeva una tonnellata di carbone? Nel 1946 il prezzo
medio era di $15,00/ton. E la paga di un operaio medio? £ 69.836/mese. Contro i $ 7.500/mese (£ 347.513 – cambio lira/dollaro nel 1946) di carbone esportato. Se
rapportiamo la differenza del valore dello scambio ad uno stipendio medio
mensile di un operaio di oggi si ottiene il valore medio mensile di un operaio oggi.
L’ISTAT dice che negli ultimi 16 anni il meridione ha perso
per emigrazione circa un milione e ottocentomila persone, (e prenderò in esame
questo dato, anche se in difetto, visto che l’azione mafiosa sopra citata ha
impoverito costantemente negli anni) se queste persone stessero lavorando tutte
come operaio medio (e non è così viste le eccellenze meridionali sparse per il
mondo) è facile calcolare che IL NORD HA
IMPOVERITO IL MERIDIONE DI CIRCA € 128.782.815.000 (centoventottomiliardi
di euro per chi ha poca dimestichezza con i grandi numeri), ma se ragioniamo in
termini postunitari i numeri cambiano, sono da rivoluzione.
Nello Esposito
CDS Castellammare di Stabia
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