mercoledì 8 aprile 2009

IDENTITA' RUBATA

Questo è quanto si legge sul sito del Comune di Castellammare di Stabia.

Il sindaco Salvatore Vozza, sulla base del Decreto del Ministero dell'Ambiente che attesta i risultati delle analisi sul litorale vesuviano, ha firmato l'ordinanza che interdice l'accesso al lungomare cittadino.
In "Atti e documenti", su
www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it, è disponibile la documentazione.
E' interdetta la zona della Maricorderia, arenile prospiciente lo stabilimento- e il lungomare dalla banchina di zì Catiello alla foce del fiume Sarno, vale a dire l'arenile parallelo alla Villa Comunale nel percorso che va dalla banchina di zì Catiello, corso Giuseppe Garibaldi, corso Alcide De Gasperi fino alla foce del fiume Sarno. Ufficio Relazioni con il Pubblico Comune di Castellammare di Stabia.

Non mi resta che commentare.

Naturalmente la mia critica non è rivolta all'attuale amministrazione, che pur se menefreghista rispetto al lungomare, certamente non ha potuto, nella sua breve vita, aver avuto la capacità di rovinare il simbolo di una città.

Castellammare di Stabia, esprime già nel proprio nome la vocazione e l'identità di una città legata, nel bene e nel male, da sempre al mare. Proprio il lungomare stabiese (quello della villa comunale per intenderci) ha da sempre rappresentato il modo di vivere di un popolo. Solo per citare alcuni spunti identitari; I classichi fucaracchi della notte dell'immacolata, in epoche antiche venivano fatti sulla spiaggia a cui oggi non possiamo accedere; in epoche più recenti (quando il litorale era balneabile) la nostra sabbia veniva indicata come completamento delle già rinomate cure termali, infatti venivano da lontano per insabbiarsi nella nostra calda sabbia vulcanica; fino a qualche anno fa si potevano vedere gruppi di pescatori che "tiravano a rezz".

Ma i "tiemp bell 'e na vota" non tornano più! cosa ci ha perso il popolo stabiese in questo decadimento del litorale? ha perso la propria identità di persone legate al mare, ha perso parte di quel bellissimo nome, oggi la città si potrebbe chiamare Castello di Stabia, anzi solo Stabia visto che anche il castello è andato a farsi benedire.

Bisogna recuperare quella parte di città che rappresenta il nostro essere, occorre ridare l'identità che è stata rubata dalla storia e dalla cattiva amministrazione al popolo stabiese.


1 commento:

Anonimo ha detto...

E paradossalmente dal primo lido "a pagamento" attaccato a quello dello stabilimento militare di Maricorderia, l'acqua è cristallina, balneabile, e l'arenila è sempre miracolosamente praticabile e per niente inquinato? I misteri della scienza e della natura?O le poco subliminali influenze per l'ormai prossima imminente stagione balneare?A proposito...quest'anno come andrà a finire?
Angelo