sabato 8 novembre 2008

BRAVO ENZO. 30 E LODE

Ricevo dal mio amico Enzo Meglio questo interessante spunto di riflessione sulla canzone le radici ca tieni dei Sud Sound System.

Questa canzone è veramente bella e significativa, ma non sempre è facile riconoscersi in queste parole. Difendere la mia terra, spesso, mi fa sentire come l'avvocato di un delinquente colto in flagrante e reo confesso. Come si fa a difenderlo??? Ecco, forse, il motivo per cui in molti rinnegano le proprie origini, quasi come se fossero per loro un precedente penale. "Sei della Napoli descritta da Saviano? Sei della Gioia Tauro vista su La7? Sei della Sicilia mafiosa?" ecc. ecc. ecc. Come si fa a dargli torto? Come si fa a difendere questo assassino colto in flagrante e reo confesso??? Di fronte a tutta questa evidenza, quali gli alibi e le attenuanti?
Due soltanto: la nostra storia e la nostra cultura.
"Me la difendu, la tegnu stritta cullu core (la difendo, la tengo stretta nel cuore)
la cultura mia rappresenta quiddru ca é statau e ca ha benire (la mia cultura rappresenta quello che è stato e che sarà)
Intra stu munnu, a du nu tene chiui valore (in questo mondo, dove non ha più valore)
Ci parla diversu o de diversu ede culure! (chi parla diverso o è di diverso colore!)".
Rinnovo, a questo punto, il mio invito a lasciar perdere i partituncoli di riferimento. Piuttosto, organizziamo eventi e stands nelle piazze per dare alla gente motivo di credere che la speranza di vedere frutti nel futuro deriva dalla solidità delle nostre radici...

4 commenti:

paolo fiore ha detto...

Ho sempre letto con ammirazione e stima le tue parole, ma permettimi di non essere d'accordo questa volta.Io non ho vergonha della mia terra con tutti i suoi mali e tutti suoi cancri.La vergonha dovrebbe risiedere al nord quel nord che ha predato derubato villipeso saccheggiato inventato menzogne o taciuto verita. Ma le cose cambiano, le verita resistono!
Questo momento mondiale mi ricorda da vicino la decadenza e la fine dell impero romano di occidente....noi sopravviveremo...stanne certo!!
paolo fiore dal brasile

duesicilie ha detto...

Sono pienamente daccordo con te Paolo, io non posso aver vergogna di qualcosa che amo, come la mia terra, ma per una ripresa concreta, bisogna prima ammettere riconoscere e sconfiggere i mali che ci affliggono.
con immensa stima, e grazie per i complimenti.

Anonimo ha detto...

Grazie per il commento, Paolo. E' un tuo diritto non essere d'accordo! Anzi, mi dai modo di chiarire meglio la mia posizione.

Anch'io, come te, non ho vergogna della mia terra. Non ne ho mai avuta! Dico solo che spesso non è facile prenderne le difese, vista la evidenza dei fatti. Questo, però, non significa che io non la difenda. Anzi (soprattutto oggi che sono costretto a vivere altrove...)!!!
Ho scritto nel post, e ci credo veramente:
"Come si fa a difendere questo assassino colto in flagrante e reo confesso??? Di fronte a tutta questa evidenza, quali gli alibi e le attenuanti?
Due soltanto: la nostra storia e la nostra cultura".
Il fatto è, caro Paolo, che c'è ancora tanta, troppa gente che non la conosce questa storia. (Anch'io ho iniziato a conoscerla, grazie a Nello e Nicola, da poco più di un mese e PER PURO CASO, tra l'altro!!!). E non credo che la diffusione di questa storia possa avvenire stando seduti su una comoda poltrona a Roma o Bruxelles... I grandi cambiamenti vengono dal basso! Qui non si tratta di fare una rivolta armata, ma una RIVOLUZIONE DELLE MENTI e DELLE MENTALITA' per dar vita ad un VERO POPOLO che, indipendentemente dalla forma di governo e dai governanti (questo argomento non credo che abbia importanza ora come ora...), sia consapevole di ciò che è stato, che è e che, se solo volesse, potrà essere domani!!!

Spero, stavolta, di essere stato più chiaro...
Grazie ancora per il tuo "disaccordo"!

Mario Moccia di Montemalo ha detto...

Ciao Nello, ciao, guagliù grazie a tutti, quali che siano i vostri pensieri ho capito soprattutto che tutti amiamo la nostra terra; la nostra cultura in primis, e quello che vi avviene, seppure é da escludere che a qualcuno piaccia la malavita, organizzata o meno. Ma é proprio grazie alla cultura della nostra storia, che potremmo cominciare ad escludere quella malavita che tanto ci rammarica. Ma accidenti, essa, non appartiene alla nostra cultura. Sono i nostri aggressori che hanno consentito a quei "galantuomini" di crescere a dismisura in seno all'Italia seppure - per errore - radicati nella nostra terra!Il mio nome é Moccia, e alcuni Moccia, a Napoli o d'intorni, sono noti come camorristi della peggior specie. Non per questo io ed altri Moccia, siamo diventati camorristi. Seppure io, per intelligenza e coraggio supero i "signori" Moccia-camorristi, di gran lunga, e avrei potuto e saputo accorpare tutta la camorra ( altro che Cutolo), tanto da mettere le più nota mafia in ombra! No, amici miei, io non sono un camorrista, e mai lo sarò. Non posso esserlo perché ritengo la cosa impossibile, data la nostra origine. Vive le Duesicilie, viva il Sud. In esilio le organizzazioni mafiose. Lontane dal Sud e... dall'Italia. Ma come farebbero senza? Appartengono al nostro territorio?, ma non siamo noi a servircene, tanto che a noi portano solo nocumento e nessun beneficio. Perciò condanna a loro, ma anche all'Italia che ci ha forzatamente inglobati! Foraggiando e portando questi "signori" all'onore della cronaca, quasi quotidiana! Perciò, cazzo, noi che c'entriamo? Ciao!
Mario Moccia di Montemalo