martedì 3 giugno 2008

ARRETRATEZZA

Nel lontano 1991 ho visitato un paese ex comunista, la Polonia, da poco era crollato il muro di Berlino e la popolazione si affacciava all’occidente con una gran voglia di vivere.

Passeggiando per le città, si potevano vedere manifesti di concerti dei Ricchi e Poveri, Albano e Romina o Toto Cutugno, ma su tutti chi mi sconvolse fu un manifesto che annunciava la vendita della “nuova” fiat 124.

Il viaggio continuò con varie scoperte, come quella che la polizia come volante utilizzava una Fiat 126 FSM (prodotta in Polonia); tutto mi faceva tenerezza, vedere un paese che voleva iniziare a vivere con quello che in italia già era già superato o fuori produzione.

Vedere oggi l’italia con gli occhi da straniero, mi sembra di rivivere quella stessa emozione.

Vedere i siti internet delle aziende di smaltimento rifiuti estere si percepisce l’arretratezza italiana nella gestione di questo problema, infatti le aziende estere offrono un servizio completo alla popolazione, dalla raccolta dei rifiuti, alla selezione per il riciclo dei materiali, alla produzione di energia elettrica, ed ogni azienda reclamizza come ultimo ritrovato per la produzione di energia elettrica i dissociatori molecolari, a sostituzione degli ormai superati ed inquinanti inceneritori.

Ma questo è solo la parte terminale del ciclo del trattamento dei rifiuti solidi urbani, sul quale preferisco non pronunciarmi, partiamo dall’inizio, cioè dalla produzione dei rifiuti.

Chi ha la fortuna di mettere il naso fuori dai confini italiani, difficilmente si imbatte nei cassonetti dei rifiuti per la strada, nella migliore delle ipotesi sono posizionati nella stessa struttura del condominio, nella peggiore delle ipotesi sono interrati lungo il marciapiede lasciando solo una bocca di apertura all’esterno per depositare il sacchetto della spazzatura. Ma copiare questi sistemi per noi è impossibile dal momento che siamo reduci da una urbanizzazione selvaggia cresciuta a dismisura grazie all’appoggio dei politici di turno ed alla sete di soldi degli imprenditori menefreghisti.

Quindi non possiamo cercare di imitare le soluzioni adottate dai paesi che hanno programmato la loro urbanizzazione in funzione dei servizi e sottoservizi da garantire ai cittadini.

Noi dobbiamo assolutamente intervenire alla base, cioè alla produzione vera del rifiuto. Abbiamo imitato le parti peggiori delle abitudini straniere.

Bisogna limitare al minimo la produzione degli imballaggi derivanti dal consumo degli alimenti, consumo cresciuto esponenzialmente grazie all’apporto dato dai supermercati che vendono, in termini di metri cubi, più imballaggi che alimenti.

Alcune soluzioni per poter limitare al massimo l’inutile consumo di cibi imballati, possono essere pochi ma mirati:

  1. ritornare all’uso del carrellino della spesa (limita il consumo della busta della spesa)
  2. portare dal rivenditore i propri contenitori, di vetro o plastica ma non monouso, per usarli come contenitori da trasporto di carne, frutta, verdura e cibi in genere;
  3. limitare l’acquisto dei prodotti surgelati;
  4. limitare l’utilizzo di posate e stoviglie monouso;
  5. limitare l’uso di tovaglioli e fazzoletti di carta;
  6. cercare fornitori alternativi al supermercato.

Sono pochi punti, anche se ognuno di voi può allungare la lista, non rimuoveranno la spazzatura dalla strada ma aiuteranno a non produrre inutilmente rifiuti che la società toscopadana ci impone.

Nello Esposito

http/nazionedelleduesicilie.blogspot.com

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