Tutto questo, ha portato solo ad uno sviluppo temporaneo della produzione al Sud, basti vedere le imprese che sull’onda degli incentivi fiscali hanno creato o rilevato industrie al Sud, e quante di queste, dopo aver terminato il periodo di grazia regalatole dallo stato, stanno chiudendo i battenti lasciando i lavoratori e le relative famiglie con un pugno di mosche.
Non ultima la Meteco, multinazionale che ha usufruito degli incentivi della Tess, aprendo un sito produttivo a Torre Annunziata negli anni novanta, e che oggi chiude abbandonando al proprio destino 50 famiglie. Che abbia chiuso la cartiera di Pompei è un conto (vedi post di febbraio), ma che oggi chiuda un sito produttivo che opera nel campo della coibentazione (tanto di moda oggi che si parla di involucro edilizio e risparmio energetico nelle costruzioni) è un chiaro segno che si è voluto regalare a determinate imprese milioni e milioni di sgravi fiscali.
Dopo il furto subito 147 anni fa delle tecnologie presenti nel Regno delle Due Sicilie, oggi i governi stanno operando per rubarci anche i sogni e l’onore. Peggio del rubare c’è solo il rubare facendo credere che aiuti.
I soldi vanno con i soldi e o’ can morseca o stracciat.
Per rilanciare realmente la produttività nelle regioni delle Due Sicilie, bisognerebbe rivedere le aliquote IRAP, investire nella lotta alla criminalità, incentivare fortemente gli imprenditori del Sud che investono al Sud, snellire la burocrazia per la creazione e gestione delle imprese, investire nella ricerca e sviluppo (attualmente i fondi sono destinati prevalentemente alle regioni del Nord), creazione di un canale preferenziale dedicato alle imprese locali nella partecipazione agli appalti pubblici, alleggerimento delle aliquote fiscali dei beni, servizi, e produzioni commercializzati nello stesso ambito regionale.
Nello Esposito
http/nazionedelleduesicilie.blogspot.com
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