mercoledì 23 luglio 2008

PONTELANDOLFO 14 AGOSTO 2008

Ricevo e pubblico, condividendo da Ferdinando MALLAMACI
Caro Fiore,

mi rattrista constatare che in Meridione vi sia ancora chi, più realista del re, si atteggia a più piemontesista degli stessi Piemontesi contemporanei.

Nella Fortezza di Fenestrelle, in Provincia di Torino, i Piemontesi di oggi hanno dimostrato di avere maturato una coscienza civile sicuramente migliore di quella del passato; ciò è stato attestato con fatti concreti ed onorevoli:
1°) ci hanno consentito di affiggere una lapide commemorativa dei Soldati Duosiciliani, tra cui tantissimi Napoletani, prigionieri nel 1861 e morti nella Fortezza di Fenestrelle;
2°) hanno preso l'iniziativa, a loro spese, di riparare perfettamente la lapide pervenuta loro inopinatamente spezzata;
3°) si sono incaricati di affiggere la nostra lapide duosiciliana e specificatamente napoletana nel punto più visibile della Piazza d'Armi della Fortezza di Fenestrelle;
4°) hanno schierato due Reparti Storici Piemontesi a fare il presentat'arm in onore dei nostri Morti Duosiciliani al passare dei Soldati Napoletani del 1° Reggimento Reale che portavano una corona votiva durante la cerimonia dello scoprimento e benedizione della lapide commemorativa.
5°) hanno dato prova complessiva di accoglienza ed ospitalità tale da far sperare perfino in una Italia nuova e migliore.

Chi, a Pontelandolfo, si oppone alla giusta memoria ed alla riparazione di un doloroso ed iniquo passato, che pesa ancor oggi negativamente sul destino di tanti Meridionali, credo che non solo pecchi di insensibilità, ma, inconsapevolmente, si ponga anche idealmente e concretamente in consonanza e continuità del nefando comportamento di coloro che nel 1861 incendiarono, distrussero il paese, uccisero e straziarono gli abitanti.

A questi strenui e disperati ultimi difensori del fallimento risorgimentale italiano, ritengo vada detto che, a presente, è più saggio per loro trarre esempio dagli odierni civili ed ospitali Piemontesi che, dopo quasi centocinquanta anni da quei tragici fatti, ci hanno accolto col nuovo e fraterno spirito che ha preso corpo il 6 luglio 2008 nella Fortezza di Fenestrelle; e vada anche loro detto che dovrebbero prendere coscienza che è assolutamente assurdo ed insensato difendere acriticamente il passato selvaggio comportamento dei soldati invasori di centocinquanta anni fa.

Invece in Piemonte tutti sapevano bene, fin dal primo nostro incontro, che la Lapide, che noi volevamo apporre proprio nel cuore della Fortezza di Fenestrelle, era da noi voluta appunto per non dimenticare, ma anzi per sottolineare la durissima e dolorosisssima lezione storica subita da tutto il Sud d'Italia nel 1861.

Infatti alle Autorità Piemontesi era ben chiaro fin dall'inizio che noi volevamo ricordare proprio i Prigionieri del 1861: quelli che traditi dai loro stati maggiori, mal guidati dai loro capi supremi, poco coscienti della ferocia e determinazione dei loro nemici, in massima parte si erano illusi sulla clemenza e generosità dei vincitori; e fino all'ultimo non immaginavano e non volevano credere che invece sarebbero stati tutti crudelmente uccisi, proprio per stroncare, con loro, il nucleo vitale, fiero e resistente della Nazione del Regno delle Due Sicilie.

Fin dal principio, i nostri ospitanti, hanno ben capito che a Fenestrelle, noi volevamo onorare proprio quei Soldati eroici che affrontarono coscientemente una terribile morte piuttosto che sottostare al disonore del venir meno alla parola data, alla vergogna del tradimento del loro giuramento, al dolore della violazione della loro fedeltà a quello che loro sentivano come il loro vero Re.

Da più di cent'anni, a Fenestrelle, a Torino e in Piemonte, tutti sapevano che un giorno noi saremmo venuti a commemorare i Giovani e Forti delle Due Sicilie che, nel fiore degli anni, orgogliosi ed irriducibili, preferirono affrontare fino in fondo il martirio ed il sacrificio estremo, piuttosto che accettare di vedere se stessi, il Popolo Napoletano e la loro antica Patria delle Due Sicilie, sopravvivere come "schiavi di Roma" senza Indipendenza e senza Libertà e non più padroni del proprio destino, come in effetti fu da allora in poi fino alla attuale decadenza e sfascio di Napoli e del Meridione tra le immondizie dei nostri giorni.

Credo che anche questa sia una nuova e importante lezione presente che ci viene impartita dal Piemonte e che è da apprendere bene: chiunque di noi, nato a Sud, dovrebbe vergognarsi profondamente di essere ancora una volta nella storia... da meno di questi gentilissimi Piemontesi contemporanei, nel momento in cui dimostrasse di rispettare se stesso ed i suoi morti meno di quanto lo facciano loro.

E' per questo che noi diciamo che la cosa migliore sarebbe che ... tutti, in tutto il Sud Italia, e tanto più a Pontelandolfo, dovrebbero far tesoro di quanto successo a Fenestrelle il 6 Luglio 2008, e tener ben presente e prendere a modello il grandissimo rispetto avuto da questi Piemontesi contemporanei proprio per noi in quanto Meridionali e proprio per noi in quanto volevamo onorare i nostri Morti Meridionali.

Pertanto, a nome dell'Associazione Due Sicilie di Torino, a tutti coloro che a qualsiasi titolo ed in qualsiasi modo vorranno commemorare i nostri compatrioti caduti a Pontelandolfo in quel terribile 14 agosto del 1861, invio tutta la mia massima solidarietà e tutto il mio sostegno.

Cordiali Saluti

Il Presidente

Duccio Ferdinando MALLAMACI

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